Aiutare un paziente e la famiglia a trovare conforto nella ben poco desiderabile esperienza della morte è spesso per il medico, ed il resto dello staff sanitario, più importante che aderire alle routine cliniche o correggere le anomalie fisiologiche asintomatiche. I sintomi angoscianti, tuttavia, devono essere prevenuti o alleviati il più efficacemente possibile. È anche importante prevenire la sofferenza, una percezione globale di angoscia dovuta a fattori che insieme minano la qualità della vita (come ad esempio dolore, compromissione fisica, disturbi psicologici, problemi sociali, economici e spirituali).
Le persone hanno differenti opinioni su ciò che considerano importante, soprattutto quando affrontano la morte. Alcune persone cercano la conclusione: raggiungono gli amici e la famiglia per condividere il tempo e per esprimere il loro amore; completano i progetti importanti per la loro vita e scelgono di non fare niente. Spesso, il tempo e la modalità di morte permettono una fine soddisfacente. Altri sono incapaci di accettare la loro morte imminente ed evitano tale conclusione. Per alcuni, la vita deve essere prolungata, anche a costo di accusare dolore, confusione marcata o grave sofferenza respiratoria. Per altri, la qualità della vita è il problema sovrastante: essi preferirebbero misure di conforto per sopportare inabilità e vicissitudini prolungate.
Le preferenze del paziente sono sovrane nel pianificare l’assistenza. Un paziente che teme la demenza più della morte deve essere trattato differentemente da uno che ama ogni istante della vita, indipendentemente dalla sua qualità. La conoscenza della legge locale e della polizia istituzionale che governa le volontà sulla vita, la procura durevole e le procedure per la rianimazione e l’ospedalizzazione sono anche importanti per assicurare che i desideri dei pazienti siano seguiti quando essi non sono più in grado di dare direttive sulla propria assistenza.
L’assistenza di supporto può essere il solo obiettivo realistico per un paziente moribondo. La gestione medica dei sintomi preoccupanti può dare la possibilità ai pazienti e alle famiglie di evitare sofferenze inutili e di condividere tempo prezioso. Inoltre, dire che l’assistenza a un paziente è stata modificata da curativa a supportativa o dal trattamento alla attenuazione dei sintomi è un’eccessiva semplificazione di un complesso processo decisionale. Talvolta, può essere appropriato un trattamento aggressivo. Un paziente terminale può beneficiare di tentativi di assistenza curativa, riabilitativa o preventiva, proprio come una persona non prossima alla morte può beneficiare del controllo dei sintomi e della consulenza psicologica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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