Fallacia dell’ignoranza invincibile, ragionamento circolare e petitio principii

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Fallacia dell’ignoranza invincibile

Con “fallacia dell’ignoranza invincibile” (in inglese “invincible ignorance fallacy” o “argument by pigheadedness”) in logica e in retorica si indica una fallacia di ragionamento circolare per cui la persona in oggetto rifiuta semplicemente di credere all’argomento proposto, ignorando ogni evidenza. Non si tratta tanto di una tattica d’argomentazione fallace, poiché è un rifiuto di discutere nel vero senso della parola, facendo affermazioni senza alcuna considerazione delle obiezioni mosse. Il termine “ignoranza invincibile” ha le sue radici nella teologia cattolica, dove ‒ come opposto del termine “ignoranza vincibile” ‒ viene usato in riferimento alla condizione di quelle persone (ad esempio i pagani o i neonati) che ignorano il messaggio cristiano perché non hanno ancora avuto l’opportunità di sentirlo. La fallacia dell’ignoranza invincibile è simile ad un’altra fallacia chiamata “argumentum ad lapidem” (appello alla pietra) in cui un interlocutore respinge un argomento come falso o assurdo, senza però fornire ulteriori argomentazioni sul motivo per cui tale argomento sia effettivamente falso o assurdo.

Diallele o ragionamento circolare

Con diallele (anche chiamato “ragionamento circolare” o “circulus in probando”; in inglese “circle in proving” o “circular logic”) in logica e in retorica si indica un ragionamento logico fallace in cui le premesse derivano dalle conseguenze e queste da quelle, realizzando così un circolo vizioso dove la dimostrazione è solo apparente. Si tratta della più comune forma di “petitio principii” (vedi il prossimo paragrafo). Il termine diallele deriva dal greco iállēlos, che significa “ragionamento reciproco”.  Il ragionamento circolare è spesso espresso nella forma: “A è vero perché B è vero; B è vero perché A è vero”. Esempio: “Parigi si trova in Italia, quindi in Italia possiamo troviare Parigi”. La circolarità può essere difficile da rilevare se comporta una catena più lunga di proposizioni e viene inserita furbamente in un discorso complesso da un abile interlocutore. Per alcuni proprio i sillogismi sarebbero dialleli perché colui che formula la premessa maggiore ha già concepito la conclusione ancor prima della premessa come contenuta in essa.

Petitio principii

In retorica e logica, l’espressione latina petitio principii (“petizione di principio” o “risposta con la premessa”) indica un ragionamento fallace nel quale la proposizione che deve essere provata è supposta implicitamente o esplicitamente nelle premesse. L’affermazione da dimostrare, quindi, viene data per scontata durante il ragionamento che dovrebbe, al contrario, dimostrare che è vera. Esempio: “Tutti coloro che hanno confessato i loro crimini sono colpevoli, dunque la giustizia deve condannarli” (falso: non tutti quelli che confessano sono, per definizione, necessariamente colpevoli). La petizione di principio è una forma comune di diallele.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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