Prima di iniziare la lettura, vi consigliamo di leggere il nostro articolo introduttivo sulla marijuana: Marijuana (cannabis): cos’è, assunzione, effetti, rischi, assuefazione
Cosa succede quando si assume il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), la sostanza contenuta nella marijana (cioè in alcune parti delle foglie di cannabis)? Quando una persona fuma marijuana, il THC arriva ai bronchioli dei polmoni e passa nel circolo sanguigno: il sangue torna al cuore e, grazie all’azione della sistole ventricolare, viene spinto dal ventricolo sinistro a tutto l’organismo, a cominciare dal miocardio (il muscolo cardiaco, tramite le arterie coronarie) fino al cervello ed a tutti gli altri organi in tutto il corpo. Gli effetti considerati “positivi” vengono quindi avvertiti praticamente subito dopo le prime tirate, per poi aumentare gradatamente di intensità nei minuti successivi e durare per un tempo molto variabile in base a vari fattori come costituzione, età, abitudine al consumo (generalmente alcune ore).
Il THC agisce su specifici recettori cerebrali, che in genere interagiscono con i composti naturali simil-THC. Queste sostanze naturali svolgono un ruolo nello sviluppo e nel funzionamento del cervello.
La marijuana sovrastimola le parti del cervello che contengono in maggior numero questi recettori e ciò provoca le fasi in cui il consumatore si sente su di giri (“high”). Altri effetti sono:
- percezioni alterate (ad esempio, i colori sembrano più luminosi),
- senso del tempo distorto,
- cambiamenti dell’umore,
- deterioramento dei movimenti corporei,
- difficoltà nel pensare e risolvere problemi,
- deterioramento della memoria.
Sostanza mangiata o bevuta
Il corpo assorbe il THC più lentamente quando la sostanza viene ingerita (mangiata o bevuta): in questo caso in genere il consumatore percepisce gli effetti molto più tardi rispetto al fumatore, in genere tra 30 minuti ed 1 ora.
Effetti “positivi” della marijuana
Gli effetti provocati dalla cannabis possono variare da persona a persona e in base a numerosi altri fattori, come ad esempio:
- varietà consumata;
- modalità di consumo (fumata, mangiata, bevuta: gli effetti sono maggiori, più rapidi e più intensi se fumata);
- caratteristiche del soggetto (età, sesso, costituzione: a parità di dose gli effetti sono maggiori in donne giovani e magre);
- abitudine al consumo (gli effetti sono maggiori in chi assume la droga raramente).
Tra gli effetti più comuni considerati “positivi”, ci sono:
- sensazione di rilassamento e serenità;
- aumento della loquacità e della socialità;
- “riso facile”;
- aumento della fame;
- aumento della percezione dei cinque sensi: ad esempio i colori e gli odori possono sembrare più intensi e la musica può risultare più piacevole;
- il tempo sembra “rallentare”.
Effetti “negativi” della marijuana
Assieme agli effetti considerati “positivi”, possono associarsi anche alcuni sintomi non certo auspicati, tra cui:
- difficoltà di memoria;
- confusione;
- debolezza;
- malessere generale;
- scarso autocontrollo;
- sonnolenza;
- ansia;
- paranoia;
- scarsa percezione del pericolo con messa in atto di comportamenti pericolosi anche mortali;
- attacchi di panico;
- allucinazioni visive, tatti ed uditive;
- perdita di coscienza.
Con un utilizzo prolungato il soggetto può andare incontro a demotivazione e perdita di interesse verso attività professionali e ricreative, oltre a causare problemi di concentrazione e una riduzione della capacità di apprendere. La gravità di questi effetti collaterali varia da soggetto a soggetto e dalla quantità di marijuana usata, ma tendono ad essere tanto maggiori quanto giovane sia il soggetto.
Uso con altre sostanze stupefacenti
Soprattutto quando la marijuana sia assunta assieme ad alcol o altre droghe, gli effetti collaterali sono vari ed imprevedibili, tra cui:
- alterazioni psicomotorie di vario tipo;
- improvvisa ipertensione arteriosa (aumento improvviso della pressione arteriosa);
- improvvisa ipotensione arteriosa (diminuzione improvvisa della pressione arteriosa);
- tachicardia (aumento della frequenza cardiaca);
- bradicardia (diminuzione della frequenza cardiaca);
- tachipnea (aumento della frequenza respiratoria);
- bradipnea (diminuzione della frequenza respiratoria);
- cefalea;
- dolore toracico;
- tremori;
- sudorazione abbondante;
- grave letargia;
- aritmie cardiache;
- iperattività estrema;
- violenza fisica nei confronti degli altri;
- attacchi cardiaci;
- convulsioni;
- istinti suicidari;
- grave dispnea con sensazione di soffocare;
- ictus cerebrale;
- svenimento;
- gravi allucinazioni;
- coma;
- infarto del miocardio;
- rottura di aneurismi;
- arresto cardiaco.
IMPORTANTE: Intossicazione da marijuana e perdita di coscienza: cosa fare?
Per approfondire:
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Lo Staff di Medicina OnLine
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