Ossiuri (vermi intestinali): cause, trasmissione, come vederli, cura definitiva

MEDICINA ONLINE OSSIURI VERMI INTESTINALI IMMAGINE 1.jpg

Tre ossiuri adulti femmina, delle dimensioni di circa un centimetro

Gli ossiuri (Enterobius vermicularis, in inglese “pinworm”) sono parassiti intestinali (vermi) nematodi della famiglia degli Ossiuroidei, responsabili della ossiuriasi, cioè la più frequente parassitosi intestinale umana. Ad esserne interessati sono soprattutto i bimbi in età scolare a causa della facilità di trasmissione oro fecale che avviene tra bambino e bambino proprio a scuola, tuttavia anche gli adulti possono esserne colpiti, spesso poiché la parassitosi gli viene passata dal proprio figlio. Anche i bimbi molto piccoli, al di sotto dei due anni di età, sono spesso interessati da questa parassitosi (il gattonare favorisce la trasmissione dei parassiti). Gli ossiuri umani non possono colpire gli animali, tra cui cani e gatti. Altri nematodi che determinano frequentemente parassitosi negli esseri umani, sono gli ascaridi, i quali determinano danni mediamente più gravi rispetto agli ossiuri.

Gli ossiuri sono pericolosi?

Generalmente gli ossiuri NON sono pericolosi, né per gli adulti, né per i bambini. Gli ossiuri, a parte il fastidio psicologico di avere dei vermetti nell’intestino ed a parte il prurito anale specialmente notturno, nella stragrande maggioranza dei casi NON determinano nessun danno organico e/o irreversibile all’organismo e la terapia per debellarli è semplice e senza gravi effetti collaterali. Questo ovviamente non significa che bisogna sottovalutare il problema, specie se il paziente è molto piccolo ed il numero di parassiti è elevato.

Spostamento nella vulva

Mentre tra i maschi gli ossiuri rimangono in genere relegati nella zona anale e perianale, nelle bimbe invece gli ossiuri potrebbero spostarsi nella zona perineale (tra ano e vagina) e nella zona vulvare, andandosi talvolta a posizionare tra le piccole e grandi labbra o vicino al meato uretrale (lo sbocco dell’uretra, attraverso cui fuoriesce l’urina). Gli ossiuri possono, anche se raramente, causare cistiti per migrazione in vescica o anche vaginiti. In casi particolari possono anche arrivare nelle tube e poi liberarsi in cavità peritoneale, ma ciò avviene molto raramente.

Lesioni da grattamento

Uno dei possibili rischi di questa parassitosi, è il fatto che il bimbo potrebbe essere spinto a grattarsi con violenza nelle zone vicine all’ano, anche mentre dorme, e questo può causare l’insorgenza di lesioni da grattamento, lievi sanguinamenti, eczemi e/o sovra-infezioni batteriche. Mentre nei bimbi maschi questi problemi sono relegati in genere solo alla zona anale, nel caso delle bambine tali sintomi possono verificarsi anche a livello perineale (tra ano e vagina) e/o vaginale, a causa dello spostamento degli ossiuri sulla vulva.

Disagio psicologico e disturbi del sonno

Pur non potendo determinare danni organici, gli ossiuri potrebbero comunque abbassare notevolmente la qualità della vita del paziente. Per prima cosa è indubbio, specie per gli adulti (capaci più dei bimbi piccoli di comprendere la situazione), il fastidio psicologico di avere qualcosa di vivo che si muove all’interno del proprio intestino: ciò può incidere negativamente con le proprie capacità di studio e lavorative, oltre che incidere negativamente durante i rapporti sessuali, visto l’imbarazzo che si prova. Il prurito anale può compromettere la qualità della vita del paziente: aumentando di intensità durante la notte, il soggetto può arrivare ad essere svegliato dal fastidio e soffrire di una insonnia che può determinare sonnolenza durante il giorno. Il prurito può arrivare ad interferire con la performance sul lavoro, soprattutto in quei casi dove la persona non può liberamente alleviare il prurito grattandosi, come ad esempio avviene nel caso di un chirurgo. Nel bambino gli ossiuri potrebbero anche essere la causa indiretta di disturbi del sonno, insonnia e/o incubi oppure essere i principali responsabili del fatto che ha iniziato a bagnare il letto, specie nelle bimbe: l’ossiuro nelle femmine può irritare il meato uretrale, sbocco dell’uretra (il canale attraverso la quale l’urina ed esce dal corpo partendo dalla vescica) provocando enuresi. Il grattarsi frequentemente può inoltre irritare psicologicamente il bambino, che può avere un peggioramento ad esempio delle performance scolastiche e/o sportive oppure renderlo nervoso e capriccioso.

Come sono fatti gli ossiuri?

Gli ossiuri sono vermi:

  • molto piccoli;
  • sottili;
  • allungati;
  • a volte dritti, altre volte “ondulati”;
  • di colore bianco/biancastro/grigiastro/giallastro.

La femmina misura 10 millimetri (1 centimetro), mentre il maschio è più piccolo (non oltre i 5 millimetri); raramente gli ossiuri hanno dimensioni maggiori di queste.

MEDICINA ONLINE OSSIURI VERMI INTESTINALI IMMAGINE (8).jpg

In alto, un ossiuro adulto femmina. In basso, un uovo di ossiuro, notevolmente più ingrandito

Comportamento degli ossiuri

Gli ossiuri trovano un ambiente adatto alla loro sopravvivenza nella parte terminale dell’intestino umano. Durante il giorno gli ossiuri risiedono all’interno del retto, adesi fortemente con la propria testa alle pareti intestinali. Durante il sonno del paziente, gli ossiuri femmina lasciano l’intestino attraverso l’ano per depositare migliaia di uova sulla pliche anali. In questo periodo, a causa del prurito, il paziente tende a grattarsi l’ano e, se successivamente porta le mani alla bocca, porta le uova nuovamente nel suo stomaco ed il ciclo ricomincia. In genere gli ossiuri femmina escono dall’ano dopo due o tre ore che il soggetto si è addormentato.

Ossiuri: come vederli?

Come appena ricordato, le femmine in genere escono dall’ano nelle ore notturne (o del primo mattino) dopo un paio d’ore di sonno e depositano le uova nelle pliche anali attorno all’ano: in questo momento è possibile osservare gli ossiuri che fuoriescono lentamente dall’ano, anche ad occhio nudo. In alcuni casi gli ossiuri possono essere visibili, sia morti che vivi, sugli slip, sul pigiama o sul pannolino. Si possono inoltre vedere tra le natiche o, nelle bambine, nella zona vulvare, tra le piccole e grandi labbra. Le uova di ossiuro sono invece invisibili all’occhio nudo e necessitano invece di un microscopio per essere osservate.

Immagini di ossiuri

Ecco alcune immagini di ossiuri, alcuni riconoscibili tra le feci o attorno all’ano, altri visti al microscopio o alla colonscopia:

Uova di ossiuri

Le uova deposte dagli ossiuri NON sono visibili ad occhio nudo e diventano infettive nel giro di poche ore a seguito della deposizione sulle pliche anali; sono in grado di sopravvivere a lungo, anche per 2 o 3 settimane su capi di abbigliamento, biancheria, lenzuola ed altri oggetti, specie in ambiente umido e mal pulito. Le uova non tollerano il calore elevato, al contrario possono sopravvivere a lungo a temperature molto basse. A causa delle loro piccole dimensioni le uova possono disperdersi nell’aria e venire ingerite durante la respirazione attraverso la bocca o addirittura il naso.

MEDICINA ONLINE OSSIURI VERMI INTESTINALI IMMAGINE (12).jpg

Come si trasmettono gli ossiuri?

La parassitosi ossiuri è diffusissima in tutto il mondo e colpisce persone di tutte le età e livello socio-economico: è l’infezione da parassiti intestinali più comune nei Paesi occidentali e può riguardare soprattutto i bambini in età scolare ed famigliari dei bambini colpiti. Il rischio di contagio all’interno dei nuclei famigliari è molto elevato, così come tra partner, colleghi di lavoro, amici. La parassitosi si diffonde per via oro-fecale, cioè attraverso il trasferimento dall’ano di un soggetto affetto alla bocca di un altro soggetto, per esempio attraverso le mani in caso di cattiva igiene dopo essere andati in bagno o attraverso indumenti contaminati come biancheria da letto, cibo, giochi. Il soggetto, grattandosi l’ano e portandosi le mani alla bocca (le uova rimangono tipicamente incastrate sotto le unghie), o toccando del cibo o bevande o farmaci che poi ingerisce, può facilmente reinfettarsi in modo autonomo più volte, determinando una parassitosi anche di lunghissima durata, periodicamente recidivante. Le uova possono disperdersi nell’aria e venire ingerite durante la respirazione nel momento in cui si inspira con la bocca spalancata. Le uova possono in teoria raggiungere lo stomaco anche tramite l’inspirazione attraverso il naso: le uova attraversano rinofaringe ed orofaringe per poi finire nell’esofago e quindi nello stomaco. La dispersione nell’aria delle uova può avvenire ad esempio scuotendo slip o lenzuola contaminate e può essere favorita dall’emissione di gas intestinali attraverso l’ano. Anche il mettersi le dita nel naso, dopo essersi toccato l’ano, può permettere l’ingestione delle uova. Il gattonare favorisce la trasmissione tra i bimbi, specie se nudi o con genitali esposti e se il movimento avviene sopra un tappeto dove sono situate uova.

Ossiuri in piscina

Ci si può contagiare in una piscina pubblica? In teoria è possibile visto che il cloro non uccide le uova, tuttavia questo tipo di trasmissione è decisamente molto poco probabile, soprattutto quando la piscina è di grandi dimensioni, come nel caso di una piscina olimpionica. Più elevato è invece il rischio di trasmissione di ossiuri quando molti bambini usano contemporaneamente una piccola piscina giocattolo, di quelle usate in giardino o balcone.

Incubazione degli ossiuri

Dopo aver ingerito le uova, passa un tempo variabile tra le 2 settimane ed i 2 mesi prima che si manifestino i primi disturbi. In questo periodo le uova passano nello stomaco per schiudersi nell’intestino tenue, zona che le larve abbandonano per poi avanzare verso l’intestino crasso, dove vivono come parassiti con la testa attaccata alla parete interna dell’intestino. Al termine del periodo di incubazione, gli ossiuri adulti iniziano a migrare nell’area intorno al retto e, come già ricordato, le femmine escono di notte dall’ano per depositare le uova, determinando il caratteristico prurito anale.

Sintomi e segni della presenza degli ossiuri

Dopo il periodo di incubazione, iniziano a manifestarsi i primi disturbi. Il sintomo caratteristico è il prurito intorno all’ano, prurito che di norma peggiora di notte o nel primo mattino, quando le femmine adulte escono dall’ano per deporre le uova intorno all’ano. Possono inoltre essere presenti:

  • lesioni da grattamento;
  • sanguinamento dalle lesioni da grattamento;
  • arrossamento nella zona anale;
  • fastidio alla zona anale;
  • sensazione di cute “appiccicosa” intorno all’ano;
  • pus in caso di sovrainfezione batterica;
  • bruxismo (digrignare inconsapevolmente i denti, soprattutto di notte).

In alcuni casi il soggetto avverte addirittura il movimento del parassita, specie la notte quando esce dall’ano per depositare le uova. Il movimento è avvertibile dal paziente come il sintomo di qualcosa che “scivola” dall’esterno verso l’interno dell’ano creando una sorta di “solletico” o “pizzicore” interno. In alcuni casi il fastidio notturno è talmente intenso da far svegliare il paziente. La mattina il paziente può avere la sensazione di pelle “appiccicata” intorno all’ano: ciò è dovuto alle particolari sostanze usate dal parassita per incollare le uova intorno nella zona perianale dopo averle deposte.

Leggi anche: Prurito anale notturno esterno e interno in bambini e adulti: cure e rischi

Sintomi e segni in caso di grave parassitosi

Nei casi più gravi si possono verificare sintomi e segni gastrointestinali, come:

  • nausea;
  • vomito;
  • malessere generale;
  • diarrea;
  • stipsi (costipazione);
  • sintomi di ostruzione intestinale;
  • tenesmo (spasmo dello sfintere anale accompagnato da stimolo alla evacuazione ma che nella maggioranza dei casi non segue ad emissione di feci o comunque ad una evacuazione minore di quanto ci si aspetti;
  • sensazione di peso addominale e/o a livello anale.

Mancanza di sintomi

Alcuni individui che hanno la parassitosi, possono essere del tutto asintomatici ed accade spesso che, se il bimbo ha la parassitosi, l’abbiano anche i suoi amici, i suoi famigliari, i suoi fratelli, senza neanche sapere di averla.

Diagnosi

Escluse altre cause di prurito anale, la diagnosi di ossiuri è generalmente semplice per un medico esperto. La presenza di prurito notturno nella zona attorno all’ano, specie se il paziente è un bimbo, è suggestiva in modo netto di infezione da ossiuri, anche se la diagnosi di certezza deve essere fatta solo attraverso la precisa individuazione del parassita o delle sue uova. Il medico può osservare i parassiti attorno all’ano (o sulla vulva nelle bimbe) o sulla biancheria intima. La diagnosi può essere fatta anche con un esame delle feci, dove possono essere trovati sia i vermi (vivi o morti) che le uova.

Scotch test

Il test specifico per la diagnosi prende il nome di “scotch test”: consiste nell’applicare un adesivo trasparente nella zona attorno all’ano per qualche istante e procedere alla sua analisi attraverso un microscopio, dove saranno visibili le uova. In genere il test viene ripetuto al mattino e per tre giorni consecutivi.

Leggi anche: Ascaridi: cause, sintomi, contagio, trasmissione, uova, cura definitiva

Terapia farmacologica

L’infezione da ossiuri viene trattata efficacemente con farmaci antiparassitari come Vermox (mebendazolo) oppure Combantrin (pirantel pamoato) o ancora Zentel (albendazolo), spesso usati da soli o più raramente in combinazione tra loro, acquistabili solo con prescrizione medica. Salvo casi particolari, la cura prevede in genere due dosi di farmaco, con la seconda dose somministrata a due settimane di distanza dalla prima dose per ridurre le possibilità di recidive causata dall’eventuale presenza di uova attorno all’ano. I dosaggi variano in base a molti fattori come tipo di farmaco e peso corporeo. In caso di ossiuriasi, si usa ad esempio una dose unica di 100 mg di mebendazolo (una compressa di Vermox da 100 mg, oppure un misurino da 5 ml di Vermox sospensione orale) per os, cioè per via orale. La dose potrebbe essere (o non essere, in base al parere del medico) ripetuta esattamente uguale dopo due settimane: ciò aumenta l’efficacia della terapia. Il Vermox inibisce la sintesi dei microtubuli nel parassita e ne provoca la graduale paralisi e conseguente morte. I parassiti morti sono successivamente eliminati attraverso le feci. A volte i parassiti morti sono ben visibili all’interno delle feci, altre volte potrebbero essere difficili da individuare.

Quanto tempo è necessario perché il farmaco agisca?

Il mebendazolo, cioè il principio attivo del Vermox, ha azione lenta ma molto efficace: occorrono spesso da uno a tre giorni prima di compromettere le funzioni vitali dei parassiti e quindi causarne l’eliminazione dal corpo umano, per tale motivo, nei primi tre giorni dopo l’assunzione, è utile controllare la presenza di vermi morti nelle feci. Tale variabilità dipende da molti fattori come tipo di parassita e gravità della situazione: in caso di lieve parassitosi in genere sono sufficienti una sola dose ed un solo giorno per debellarla.

Nuovo “ciclo” di terapia

Il trattamento prima descritto è in genere “definitivo” e non servono ulteriori “cicli” di farmaco, tuttavia quest’ultimo agisce sugli ossiuri e non sulle loro uova, quindi può succedere che gli adulti vengano uccisi, ma le loro uova rimangano vitali, magari su oggetti o vestiti. In caso di nuovo contagio, la terapia dovrà essere semplicemente ripetuta daccapo, con le due dosi a distanza di due settimane.

Per approfondire:

Per approfondire gli altri farmaci usati in caso di ossiuriasi, oltre al Vermox, vi invitiamo a leggere anche:

Insieme al farmaco

Visto l’elevatissimo rischio di reinfezione, mentre si effettua la terapia farmacologica, si consiglia una attenzione estrema per l’igiene. I nostri consigli per evitare le reinfezioni e prevenire le recidive, sono:

  • evitare di grattarsi;
  • associare una crema per dare sollievo dal prurito;
  • praticare una corretta igiene personale, soprattutto la mattina appena svegli;
  • cambiarsi frequentemente la biancheria intima;
  • lavarsi le mani con acqua calda e gel detergente dopo essere andati in bagno o essersi toccato l’ano o la zona perianale (anche la vulva nelle femmine);
  • lavarsi le mani dopo aver cambiato un pannolino;
  • lavarsi le mani prima di toccare del cibo;
  • evitare di mettersi le mani in bocca dopo aver toccato l’ano;
  • evitare di mettersi le dita nel naso dopo aver toccato l’ano;
  • tenere le unghie corte e pulite;
  • non mangiarsi le unghie;
  • lavare ad alta temperatura tutti i vestiti, le coperte, i cuscini ed altri tessuti che possono essere venuti a contatto con le uova;
  • disinfettare i giocattoli del bimbo;
  • insegnare ai bambini come lavarsi efficacemente le mani;
  • preferire la doccia al bagno;
  • evitare ambienti e persone che hanno o hanno avuto la parassitosi;
  • evitare oggetti ed indumenti di persone che hanno o hanno avuto la parassitosi;
  • evitare di scuotere mutandine e pigiami, fatto che facilita la dispersione delle uova nell’ambiente.

Leggi anche:

Terapia per alleviare il prurito anale

La somministrazione di farmaci antiparassitari specifici come Vermox e Zentel, può essere accompagnata dalla contemporanea applicazione di creme ad azione topica utili per limitare il fastidioso prurito anale (e l’eventuale dolore) causato dalla parassitosi, a tal proposito si usano vari prodotti, tra cui:

  • pramoxina (ad esempio Proctofoam HC): è un anestetico locale da applicare sulla cute che prude, in genere per 3 o 4 volte al giorno;
  • ossido di zinco: ha proprietà anti-irritative e si trova spesso in commercio con altre sostanze come olio di mandorle dolci, glicerolo e cera d’api;
  • lidocaina (ad esempio Vagisil, Elidoxil, Lidoc C OGN): è un anestetico locale reperibile anche sotto forma di crema 0,5% e gel 2%, da applicare 3 o 4 volte al giorno sulla zona che prude o dolorante.

Rimedi naturali

I “rimedi della nonna” tipici in caso di parassitosi da ossiuri sono l’aglio e/o la menta piperita, sia applicati localmente che ingeriti, tuttavia la loro reale efficacia non è scientificamente dimostrata ed è ancora oggi tema di dibattito tra i ricercatori. Altri possibili rimedi naturali che potrebbero avere blanda azione vermifuga se ingeriti, sono:

  • semi di zucca (ricca di cucurbitacina);
  • polvere di foglie di neem, anche chiamato lillà indiano;
  • succo di cocco;
  • carote;
  • papaya acerba (ricca di papaina);
  • succo o polvere di curcuma;
  • melograno (ricco di punicina).

Importante: questi rimedi sono complementari e non alternativi ai farmaco. Il loro uso da solo NON permette in nessun caso di debellare la parassitosi. 

Trattare famigliari

In caso di infezione da ossiuri nei bambini, è fortemente raccomandato che vengano trattati farmacologicamente anche tutti i famigliari e gli “amichetti” del bimbo, poiché, a causa della facilità di contagio ed alla frequente mancanza di sintomi, molti dei frequentatori abituali del bimbo potrebbero a loro volta avere la parassitosi senza neanche sapere di averla. E’ importante anche disinfettare qualsiasi oggetto o vestito dei famigliari e degli amici del bimbo, per evitare i rischi di reinfezione a causa delle uova.

Trattare il partner

Per gli stessi motivi visti nel paragrafo precedente, in caso di contagio degli adulti, è importante che vengano trattati anche i partner sessuali del paziente, specie se sono solite pratiche sessuali che comportino un contatto diretto tra la bocca e l’ano del partner.

Quando chiamare il medico

Contatta il pediatra se il tuo bambino lamenta prurito anale o se si gratta continuamente e senza alcun motivo apparente nella zona rettale o genitale. Contatta il tuo medico di medicina generale se avverti gli stessi sintomi.

Ossiuri in gravidanza

Gli ossiuri non sono pericolosi in gravidanza perché il loro ciclo vitale è intestinale e vivono in prossimità dell’ano, quindi durante la gravidanza non sono pericolosi per il feto, dato che non vengono trasmessi per via transplacentare e/o ematica. Dal momento che alcune volte gli ossiuri migrano sulla vulva, tuttavia, durante il parto le uova potrebbero andarsi a depositare sul neonato e finire per interessare anche lui. In gravidanza o allattamento la terapia con Vermox non dovrebbe essere somministrata. Chiedere al proprio medico prima di assumere il farmaco in caso di gravidanza o durante l’allattamento.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.