Discopatia degenerativa lombare e cervicale: cura, esercizi, integratori

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Con “discopatia” in medicina si intende una qualsiasi patologia a carico di uno o più dischi intervertebrali situati in uno o più punti della colonna vertebrale. Una discopatia può determinare un danno al midollo spinale (mielopatia) o, più frequentemente, un danno alle radici dei nervi spinali (radicolopatia), ad esempio tipicamente la lombo-sciatalgia (sciatica) in caso di ernia dei dischi lombo-sacrali. La diagnosi e soprattutto la cura di una discopatia può richiedere l’intervento di varie figure professionali, tra cui neurologo, neurochirurgo, ortopedico, fisiatra, immunologo, reumatologo, posturologo, radiologo, fisioterapista ed altre figure professionali.

La degenerazione del disco intervertebrale

Il “disco intervertebrale” è una giunzione fibrocartilaginea che connette due vertebre (cioè le ossa che costituiscono la colonna vertebrale) vicine tra loro, consentendo un limitato movimento alla colonna e soprattutto fungendo da “ammortizzatore” per l’intero rachide: se non esistessero i dischi intervertebrali, le vertebre avrebbero – a causa della loro conformazione anatomica – una escursione articolare estremamente limitata, la nostra schiena si potrebbe muovere molto meno di quanto riesce a fare e molti urti anche lievi potrebbero determinare danni al rachide.
Il “problema” dei dischi intervertebrali, è che sono strutture molto sollecitate, che con gli anni perdono parecchia elasticità: la capsula fibrosa del disco, per degenerazione, riduce la sua funzione e può presentare soluzioni di continuità che a volte lasciano fuoriuscire parte del nucleo polposo, provocando una ernia discale (anche chiamata ernia del disco o protrusione discale), cioè una delle discopatie più diffuse in assoluto. Il termine “discopatia degenerativa” si riferisce propria al fatto che la patologia del disco intervertebrale è causata principalmente proprio dalla sua naturale degenerazione, che si verifica soprattutto nei soggetti anziani. L’indebolimento dei dischi intervertebrali causa l’instaurarsi di un restringimento dei forami attraverso i quali le radici nervose dei nervi spinali fuoriescono dal canale vertebrale ed il verificarsi di instabilità ovvero la presenza di eccessivo movimento tra una vertebra e l’altra, che può arrivare a provocare uno scivolamento in avanti di una vertebra, fenomeno chiamato “spondilolistesi degenerativa“.
Qualsiasi punto della colonna vertebrale può essere interessata da discopatia, tuttavia la parte lombosacrale è quella più frequentemente colpita: ciò avviene poiché i dischi lombari sono quelli più sollecitati dell’intera colonna, a causa del maggior peso sopportato, e dunque soffrono maggiormente di fenomeni di degenerazione con perdita di acqua nel nucleo e conseguente riduzione della capacità portante del disco. Non a caso l’ernia del disco si verifica tra L4 ed L5 (cioè tra la quarta e la quinta vertebra lombare) o tra L5 ed S1 (tra la quinta vertebra lombare e la prima sacrale).

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Cause e fattori di rischio

Una discopatia può essere determinata da qualsiasi patologia o condizione che determina o favorisce un danno alla colonna vertebrale, tra cui:

Sintomi e segni

I sintomi e i segni di una discopatia sono molto diversi in base a:

  • sede di insorgenza;
  • causa a monte che ha determinato la discopatia.

La posizione del disco o dei dischi oggetti della patologia, determinano sintomi specifici. Dal punto di vista clinico, nella maggioranza dei casi, una discopatia lieve decorre in modo asintomatico, cioè non fornisce alcuni sintomo di sé. Talvolta però il nucleo polposo erniato può andare a comprimere le radici nervose spinali che decorrono in prossimità del disco, generando una sintomatologia dolorosa anche estremamente fastidiosa. Ciò avviene più frequentemente:

  • a livello cervicale: con dolore al collo, alla schiena ed irradiazione del dolore lungo gli arti superiori (cervico-brachialgia);
  • a livello lombare: con dolore alla zona lombare ed irradiazione del dolore lungo gli arti inferiori (lombo-sciatalgia, comunemente chiamata “sciatica”).

I sintomi possono essere lievi o molto gravi. I due sintomi quasi sempre presenti sono dolore, spesso mal di schiena irradiato anche agli arti, e perdita di forza muscolare (ipostenia). Parlando in generale, i sintomi che possono verificarsi in una discopatia, sono:

  • dolore nella sede di insorgenza (ad esempio collo, torace, schiena, zona lombare e/o arti superiori o inferiori, in alcuni casi irradiati fino a piedi o mani);
  • senso di rigidità a collo, schiena e/o arti superiori o inferiori;
  • cefalea;
  • stanchezza diffusa;
  • malessere generale;
  • spasmi muscolari;
  • fascicolazioni muscolari;
  • perdita dei riflessi;
  • perdita di forza agli arti superiori e/o inferiori;
  • difficoltà motorie (ad esempio difficoltà a camminare o ad eseguire movimenti);
  • paralisi degli arti superiori e/o inferiori;
  • perdita della sensibilità cutanea;
  • indolenzimento;
  • formicoli;
  • bruciore a mani e/o piedi (parestesia);
  • intorpidimento al volto;
  • instabilità della postura a volte con perdita di equilibrio;
  • atrofia muscolare.

Complicanze

In assenza di cure adeguate o, qualora siano molto gravi, alcune discopatie possono dar luogo a complicanze anche irreversibili ed invalidanti, tra cui:

  • cronicizzazione del dolore;
  • ricorrenza degli spasmi muscolari;
  • grave perdita di forza muscolare con difficoltà nel compiere gesti semplici come camminare o scrivere;
  • paralisi parziale o totale, temporanea o irreversibile, degli arti superiore e/o inferiori;
  • perdita della sensibilità parziale o totale, temporanea o irreversibile, di vari distretti cutanei;
  • perdita parziale o totale, temporanea o irreversibile, del controllo della funzione urinaria e/o fecale con incontinenza urinaria e/o fecale;
  • comparsa di disfunzioni sessuali come disfunzione erettile ed anorgasmia;
  • perdita dell’autonomia;
  • depressione causata da una delle complicanze fino ad ora elencate.

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Diagnosi

Le indagini utili per diagnosticare una discopatia sono l’anamnesi (raccolta di tutti i dati relativi al paziente ed alla sua storia), l’esame obiettivo (la visita vera e propria) e la diagnostica per immagini (radiografia, risonanza magnetica e/o TAC). In generale esami che potrebbero essere utili alla diagnosi differenziale di una discopatia, sono:

IMPORTANTE: non tutti gli esami elencati sono sempre necessari.

Terapia

Il trattamento di una discopatia varia in funzione di molti fattori tra cui ovviamente il tipo specifico di patologia, l’età del paziente, le condizioni generali del paziente, la gravità dei sintomi. I trattamenti possono includere:

  • un semplice follow-up (non intervenire e seguire nel tempo l’andamento della malattia);
  • cure fisioterapiche;
  • cure farmacologiche (ad esempio farmaci per controllare il dolore);
  • cure chirurgiche (ad esempio interventi neurochirurgici od ortopedici).

Trattamento chirurgico

La chirurgia è in genere relegata ai casi in cui il dolore:

  • sia eccessivo;
  • limiti le attività quotidiane;
  • si manifesti dopo sollecitazioni funzionali lievi;
  • non si riduca con il riposo;
  • non risponda alle cure mediche e fisioterapiche.

Le tecniche utilizzabili si dividono in due categorie:

  • tecniche mini-invasive: ad esempio la radiofrequenza o la termocoagulazione discale (IDET); per i casi meno gravi, generalmente praticate in day hospital;
  • tecniche invasive: ad esempio l’artrodesi vertebrale (o stabilizzazione vertebrale) che consiste nella rimozione del disco intervertebrale sofferente e nell’impianto di spaziatori metallici o in carbonio tra le vertebre interessate, con posizionamento di apposite viti sulle stesse. E’ una tecnica che offre risultati abbastanza buoni sul dolore ed in genere comporta una degenza ospedaliera ridotta con recupero postoperatorio relativamente rapido (quattro giorni) con la ripresa del cammino che avviene generalmente in seconda o terza giornata postoperatoria, senza la necessità di utilizzare un busto ortopedico.

IMPORTANTE: i trattamenti chirurgici effettuati in caso di discopatia, non sempre possono risolvere la situazione, specie se il paziente è anziano, se la patologia è grave e si è interventi tardivamente.

Consigli

In alcuni casi ridurre alcuni fattori di rischio può diminuire il rischio di progressione e peggioramento di una discopatia; a tal proposito si consiglia di:

  • non fumare;
  • evitare alcolici;
  • perdere peso se obesi o in sovrappeso;
  • evitare una vita sedentaria;
  • svolgere periodicamente attività sportiva adeguata all’età ed alle condizioni del paziente;
  • alimentarsi ed idratarsi in modo corretto.

Prognosi

Nella maggioranza dei casi si assiste ad un decorso benigno della discopatia, con spontaneo riassorbimento, per disidratazione, del nucleo polposo erniato, e regressione della sintomatologia. Tuttavia, in alcuni casi, la compressione sulle radici nervose da parte del nucleo polposo determina un dolore che rende difficile la vita del paziente, impedendone alcuni movimenti come il camminare; nei casi più gravi una discopatia arriva a determinare deficit neurologici sensitivi e/o motori, che rendono necessario l’intervento chirurgico. La prognosi varia enormemente in base a molti fattori, tra cui:

  • gravità e zona di insorgenza della discopatia;
  • rapidità nel raggiungere la diagnosi ed imbastire una terapia;
  • età del paziente;
  • presenza di eventuali altre patologie (scoliosi, osteoporosi, fratture vertebrali, cardiopatie, diabete, malattie della coagulazione…);
  • capacità del paziente di osservare le terapie assegnate dal medico;
  • risposta del paziente alla terapia;
  • aiuto e supporto da parte di famigliari ed amici del paziente;
  • reale volontà del paziente di affrontare la malattia (ad esempio alcuni pazienti anziani tendono a “lasciarsi andare”);
  • bravura del medico.

Le possibilità di un recupero delle funzioni midollari alterate da una discopatia, sono molto soggettive e variano in base ai fattori prima elencati. Purtroppo, in genere, quando una discopatia è grave e si è intervenuti troppo tardi, difficilmente le terapie saranno realmente efficaci al 100%, neanche quelle chirurgiche.

Esercizi

Alcuni esercizi potrebbero ridurre il dolore lombosacrale e/o cervicale tipicamente determinato da una discopatia. Gli esercizi di seguito elencati devono essere eseguiti:

  • lentamente (NON IN MODO BRUSCO);
  • in modo controllato;
  • in ambienti dove non si rischiano cadute o scivolamenti;
  • solo dopo parere positivo del medico;
  • regolarmente, se possibile tutti i giorni;
  • preferibilmente lontano dai pasti;
  • inizialmente sotto la supervisione del medico.

Potete eseguire questi semplici esercizi dove volete, ad esempio in palestra ma anche in ufficio o seduti in auto quando siete fermi al semaforo o quando siete sotto la doccia.

Esercizi per il dolore lombosacrale:

  • esercizio 1: seduto con le gambe divaricate, chinati in avanti lentamente fino a toccare prima un piede, poi l’altro piede; risollevati poi lentamente fino a tornare con spalle e schiena dritte e porta le braccia in alto con le mani congiunte;
  • esercizio 2: in piedi con le gambe lievemente divaricate, posiziona le mani dietro la schiena poco sopra i glutei, poi estendi lentamente la schiena indietro tenendo le ginocchia tese.

Esercizi per il dolore cervicale:

  • esercizio 1: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo, sostando per qualche secondo tra una flessione e l’altra nella posizione di partenza;
  • esercizio 2: in piedi o seduti flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il collo afferrate il polso del braccio opposto e tiratelo lievemente verso il basso in modo da mettere in tensione i muscoli del trapezio e della spalla controlaterali; mantenere la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 3: in piedi flettete lentamente di lato il collo; con la mano del lato verso il quale è piegato il capo spingete leggermente verso il basso la testa in modo da praticare una leggera tensione; piegate l’altro braccio a 90º portando la mano dietro la schiena; mantenete la posizione per 20 secondi e cambiate lato;
  • esercizio 4: in piedi o seduti con la schiena eretta flettete lentamente il collo a destra, indietro, a sinistra ed in avanti in modo da compiere una completa circonduzione del capo; tenete spalle e collo rilassati durante tutto l’arco del movimento e ripetete in senso inverso.

Inoltre appositi esercizi di stretching, da eseguire sotto controllo medico, possono migliorare la situazione; a tal proposito leggi:

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Per approfondire:

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