Bruciore retrosternale (pirosi): cause, sintomi, diagnosi, terapie, rischi

MEDICINA ONLINE MUSCOLI DEL TORACE ANATOMIA FUNZIONI INTRINSECI ESTRINSECI DIFFERENZE COSTE COSTOLE PETTORALI TRASVERSO DIAFRAMMA SUCCLAVIO DENTATO TRAPEZIO SCAPOLA ROMBOIDE DORSALE INTERCOSTALICon “bruciore retrosternale” (anche chiamato “pirosi retrosternale“) si intende una sensazione di fastidio nella parte mediana del torace, nell’area posteriore allo sterno, l’osso piatto lungo e stretto posto nella parte anteriore e superiore della gabbia toracica (vedi immagine in alto). Il bruciore tende a frequentarsi più frequentemente dopo le “abbuffate” e quando il soggetto è in posizione distesa.

Etimologia

Il termine “pirosi” deriva dal greco πύρωσις  che significa “bruciore”; derivato da πυρόω (bruciare) a sua volta derivato da πῦρ che significa “fuoco”, ad indicare la sensazione di “fuoco nel petto” che avverte il paziente.

Cause e fattori di rischio

Il bruciore retrosternale è in genere causato dal reflusso di succhi gastrici che dallo stomaco superano lo sfintere esofageo inferiore e refluiscono in alto verso l’esofago (reflusso gastroesofageo). La mucosa di quest’ultimo, al contrario di quella gastrica, non è in grado di sopportare l’acidità dei succhi gastrici: l’infiammazione della mucosa esofagea da esposizione all’acido gastrico (esofagite da reflusso) genera il senso di bruciore dietro lo sterno, cioè la zona lungo cui si trova l’esofago.

Oltre al reflusso gastroesofageo (causa molto frequente) il bruciore retrosternale può essere causato e/o favorito da varie condizioni e patologie, tra cui:

Sintomi e segni associati

Il bruciore retrosternale è esso stesso un sintomo. Segni e sintomi che potrebbero essere contemporaneamente presenti, sono:

Diagnosi

In base alla patologia sospettata, alla , possono essere associati altri esami, tra cui:

Rischi

Qualora la pirosi retrosternale si presenti spesso, uno dei rischi principali è la formazione di erosioni o ulcere ad esofago e/o stomaco. Una pirosi retrosternale cronica potrebbe inoltre determinare la formazione dell’esofago di Barrett, una grave metaplasia che rappresenta un fattore di rischio per il cancro dell’esofago.

Terapie

Non esiste una cura unica capace di interrompere il bruciore: il trattamento specifico deve infatti essere diretto alla causa a monte della pirosi e quindi dipende dalla diagnosi. Nella maggioranza dei casi, poiché la pirosi è causata spesso dal riflusso gastroesofageo, il sistema migliore per lenire il bruciore retrosternale è quello di assumere medicinali antiacidi, che però sono dei palliativi e quasi mai risolvono il problema alla radice.

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Consigli

In caso di pirosi retrosternale, alcuni comportamenti possono ridurre il rischio degli attacchi dolorosi, tra cui:

  • evitare le abbuffate;
  • assumere cibi sani (come frutta e verdura di stagione nelle giuste quantità);
  • evitare cibo spazzatura (come cioccolato, dolci in genere, merendine, caramelle, fritti);
  • evitare cibi molto caldi o molto freddi, piccanti e speziati;
  • evitare alcolici (vino, birra, cocktail, superalcolici);
  • evitare bevande gassate;
  • smettere di fumare;
  • non assumere droghe;
  • praticare regolare attività fisica;
  • perdere peso se obesi o in sovrappeso;
  • dormire sul fianco sinistro e tenendo la testa più in alto (ad esempio usando due cuscini).

Quando andare dal medico

Un singolo episodio autoconclusivo di bruciore retrosternale, magari capitato dopo una abbuffata e che non si associa ad altri sintomi (se non alla dispepsia, cioè la cattiva digestione), in genere non è considerato grave e si risolve in modo spontaneo senza assumere farmaci e senza richiedere l’intervento medico, se non cercando di evitare future abbuffate.

Se invece il bruciore:

  • dura a lungo (giorni) e, anziché diminuire, tende ad aumentare;
  • è comparso senza alcun motivo apparente;
  • si associa ad altri sintomi come dolore allo stomaco, vomito frequente e/o emissione di sangue dalla bocca,

allora il bruciore retrosternale dovrà necessariamente essere sottoposto alla rapida attenzione del proprio medico curante, perché potrebbe essere la spia di una malattia anche grave.

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