Differenza tra lesione muscolare di primo, secondo e terzo grado

MEDICINA ONLINE MUSCOLO SCHELETRICO MUSCOLI FIBRA FASCICOLO FIBRA MIOFILAMENTI ACTINA MIOSINA MIOFIBRILLE SARCOMERO ANATOMIA ATP ENERGIA DISTROFIA ATROFIA DIAGNOSI BAMBINI ADULTI CONTRAZIONE TIPO FORZA ESERCIZIO LEVALe lesioni muscolari, molto frequenti in particolare nell’attività sportiva, possono essere classificate in vari modi: uno di questi è la classificazione basata sulla gravità del trauma, che può provocare, in ordine di gravità:

  • contrattura muscolare;
  • stiramento muscolare;
  • strappo muscolare con lesione di primo grado;
  • strappo muscolare con lesione di secondo grado;
  • strappo muscolare con lesione di terzo grado.

Nonostante in medicina esista, in ambito bibliografico, una certa confusione lessicale (diversi Autori usano infatti differenti terminologie classificative), abbiamo comunque cercato di elaborare una classificazione che comprenda in sé le caratteristiche elencate dalle classificazioni più usate nel mondo, anche in base alla nostra esperienza professionale.

Lesione muscolare di I grado

Nella lesione muscolare di 1° grado avviene una lacerazione interessa poche miofibrille all’interno di un fascio muscolare, ma non interessa l’intero fascio muscolare. Si manifesta con dolore acuto durante l’attività sportiva ed il soggetto è costretto a diminuire l’intensità dell’allenamento o ad interrompere del tutto l’attività. La lesione di primo grado è sempre accompagnata da stravaso ematico (ematoma) più o meno evidente che è in funzione dell’entità, e della localizzazione anatomica della lesione, nonché dall’integrità o meno delle fasce; ricordiamo a tal proposito che l’ematoma può essere di due tipologie:

  • ematoma intramuscolare (raccolta di sangue delimitato da una fascia muscolare intatta);
  • ematoma intermuscolare (raccolta di sangue che, a causa della fascia muscolare lacerata, si espande negli spazi interfasciali ed interstiziali).

Conseguenze: la lesione di primo grado è considerata generalmente lieve o poco grave: il danno strutturale è minimo e si verifica in genere solo una emorragia di minor entità e lieve perdita funzionale; la guarigione è rapida (in genere una o 2 settimane). In genere non richiede una vera e propria terapia, se non riposo e farmaci per controllare il dolore.

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Lesione muscolare di II grado

Nella lesione muscolare di 2° grado avviene la lacerazione di uno o più fasci muscolari, che però coinvolge meno dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto. Si manifesta con dolore acuto durante l’attività sportiva ed il soggetto è costretto ad interrompere l’allenamento. La lesione è accompagnata da ematoma.

Conseguenze: quella di secondo grado è una lesione considerata generalmente abbastanza grave: la rottura parziale determina significativa perdita funzionale precoce e la guarigione richiede in genere 3 o 4 settimane. Generalmente non richiede l’intervento chirurgico ma potrebbe essere indicata la fisioterapia.

Lesione muscolare di III grado

Nella lesione muscolare di 3° grado avviene una rottura muscolare, la quale coinvolge più dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto e che può essere ulteriormente distinta in parziale o totale:

  • lesione di terzo grado parziale: la lacerazione della sezione del muscolo sia imponente (oltre i 3/4) ma comunque incompleta (NON si verifica la lacerazione dell’intero muscolo);
  • lesione di terzo grado totale: la lacerazione interessa l’intero ventre muscolare.

La lesione muscolare di 3° grado si manifesta con dolore acuto e molto intenso durante l’attività sportiva ed il soggetto è costretto ad interrompere immediatamente l’allenamento. La lesione è accompagnata da stravaso ematico.

Conseguenze: quella di terzo grado è la lesione di grado più severo con importante o completa perdita funzionale ed a causa della rottura muscolare può rendersi necessario un intervento chirurgico ed periodo di recupero post operatorio che prevede l’intervento fisioterapico. La guarigione può richiedere 1 o 2 mesi o oltre.

In sintesi

  • La lesione di primo grado è poco grave e provoca la rottura di poche fibre muscolari e/o tendinee;
  • la lesione di secondo grado è mediamente grave, provoca la rottura di un numero maggior di fibre e coinvolge meno dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo;
  • la lesione di terzo grave è generalmente grave e determina la rottura quasi completa o completa dell’unità muscolo-tendinea con severa perdita funzionale; può richiedere chirurgia.

Quale lesione è più grave?

La lesione considerata generalmente più grave è ovviamente quella di terzo grado, in cui si verifica una interruzione quasi totale o completa del ventre muscolare con grave deficit funzionale e che può richiedere l’intervento chirurgico, anche se la reale gravità di una lesione muscolare dipende da una grande quantità di variabili soggettive da considerare, come ad esempio:

  • violenza della forza che ha provocato la lesione;
  • punto o punti in cui agisce la forza;
  • tipo di lesione (da trauma diretto o indiretto);
  • muscoli interessati;
  • struttura fisica del soggetto;
  • stato di contrazione del muscolo;
  • età del soggetto;
  • condizioni generali del soggetto;
  • eventuali patologie del soggetto (ad esempio tendinite, malattie muscolari, malattie nervose, presenza di metastasi ossee…);
  • velocità nell’intraprendere una cura.

A determinare la gravità di una lesione muscolare concorrono inoltre molte variabili intrinseche ed estrinseche, ad esempio:

Variabili intrinseche:

  • tipo di sport;
  • carenza di allenamento;
  • affaticamento muscolare;
  • squilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti.

Variabili intrinseche:

  • situazioni climatiche (umidità, pioggia, vento, molto freddo o molto caldo);
  • situazioni ambientali (terreno di gioco idoneo o non idoneo).

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