Nelle sindromi allergiche da farmaci un provvedimento indispensabile, che è quasi banale da menzionare, consiste nella sospensione immediata dei medicamenti responsabili, anche qualora tale responsabilità risulti soltanto sospetta e non già accertata, specie se si sia verificata una reazione allergica grave. La prevenzione delle reazioni allergiche da farmaci consiste quindi essenzialmente nell’evitare la somministrazione di un farmaco sospettato di aver provocato in precedenza nello stesso paziente una sindrome reattiva, anche di modesta entità, nonché di farmaci a struttura chimica affine che possano dar luogo ad una cross-reattività. Ovviamente non tutti i farmaci possono essere semplicemente interrotti: in caso non sia possibile sospendere un dato medicamento, si dovrà provvedere alla sua sostituzione con farmaci alternativi, a diversa struttura chimica (per evitare il più possibile la cross-reattività) e con analogo effetto terapeutico sulla malattia in atto. Ovviamente tale sostituzione non deve essere MAI effettuata dal paziente, bensì dal medico.
Il paziente dovrebbe essere SEMPRE a conoscenza di avere allergie note a farmaci o sostanze, che devono comunicate SEMPRE al medico durante la prima visita, in fase di anamnesi, specie in previsione di interventi chirurgici o procedure diagnostiche invasive, come una colonscopia, o che prevedono la somministrazione di sostanze (ad esempio radiografia addominale con MDC, ovvero “mezzo di contrasto”).
Al paziente dovrebbe essere rilasciato sempre un certificato medico da cui risultino i pregressi episodi da accertata o sospetta ipersensibilità ad uno o più farmaci. Brevi indicazioni circa la propria allergia a farmaci (sieri, penicillina, etc.) dovrebbero essere tenute dai pazienti insieme ai documenti personali o, nei casi gravi, su apposite medagliette, in modo che, anche in situazioni di emergenza (ad esempio, in caso di incidenti) in cui il paziente sia privo di coscienza, i medici del Pronto Soccorso possano venire a conoscenza della sua specifica condizione di ipersensibilità a farmaci.
Uno screening preoperatorio per la ricerca di un’eventuale ipersensibilità ai miorilassanti dovrebbe essere eseguito, a fini preventivi, in tutti i casi in cui nell’anamnesi risultino reazioni da precedenti anestesie ovvero attività lavorative associate ad esposizione a sostanze contenenti un gruppo ammonico quaternario. Egualmente, test preoperatori dovrebbero essere eseguiti per gli anestetici generali e per il lattice nei pazienti che riferiscano reazioni avverse insorte nel corso di precedenti interventi chirurgici.
Nel caso dell’asma da analgesici è stato ricordato in precedenza che un buon effetto preventivo viene svolto dal sodio cromoglicato, dal chetotifene e dagli antistaminici di sintesi, oltre che da alcuni antagonisti dei leucotrieni. Recentemente è stata segnalata l’efficacia protettiva della vitamina C (1g/die per 15 giorni) e della vitamina E (600 mg/die per 15 giorni); queste vitamine interferiscono con il metabolismo dell’acido arachidonico e svolgono attività “scavenger” sui radicali liberi.
Prevenzione delle reazioni pseudoallergiche
Per la prevenzione delle PAR (reazioni pseudoallergiche), ad esempio nei casi in cui sia indispensabile la somministrazione di mezzi di contrasto o di anestetici in pazienti a rischio, è soprattutto importante per il medico:
- identificazione dei soggetti a rischio;
- identificazione delle sostanze utilizzate a fini diagnostici o terapeutici e/o delle procedure a rischio;
- riduzione degli interventi che coinvolgano pazienti e/o procedure a rischio;
- stesura ed attuazione di specifici protocolli operativi di prevenzione nelle situazioni di rischio;
- organizzazione di modalità di rapido intervento in caso di reazioni.
L’approccio preventivo consentirebbe non soltanto di ridurre drasticamente le reazioni anafilattoidi gravi, ed anche mortali, ma anche di contenere in misura significativa gli oneri economici per ricoveri ospedalieri conseguenti a tali reazioni. Per quanto concerne i mezzi di contrasto, resta aperto il dibattito sul ricorso allargato e indiscriminato ai mezzi di contrasto a bassa osmolarità, molto meglio tollerati ma decisamente più costosi. La ricerca è attualmente orientata-verso mezzi di contrasto dotati di maggiore specificità d’organo (ad esempio, con tropismo preferenziale per il fegato o per il sistema linfatico) e con diverso comportamento farmacocinetico. Nei soggetti a rischio la somministrazione di anestetici o di mezzi di contrasto andrebbe sempre preceduta da un pretrattamento di 3-5 giorni con glicocorticoidi ed antistaminici; è previsto anche uno schema di pretrattamento di minore durata, con somrninistrazione di 50 mg di prednisone 14 ore, 7 ore ed un’ora prima + clorfeniramina 10 mg (per via intramuscolare) solo un’ora prima.
Conseguenze legali per il medico
Si ricorda che non di rado la comparsa di gravi e a volte mortali reazioni avverse a farmaci, soprattutto quando il paziente abbia riferito pregresse reazioni allo stesso o
ad altri farmaci, può avere per il medico implicazioni di carattere medico-legale e conseguenze giudiziarie, di ordine civile e penale, qualora venga dimostrato che la sua condotta non sia stata consona alle più recenti acquisizioni scientifiche in ordine alla diagnostica ed alla scelta di farmaci alternativi.
Per quanto riguarda la diagnostica, ad esempio, il medico può essere accusato di non aver eseguito test diagnostici preliminari, ove questi fossero disponibili per un determinato farmaco, ovvero di aver eseguito test diretti, cutanei e/o di provocazione, anche quando non fossero indispensabili e/o in ambienti non idonei e non attrezzati per un’eventuale terapia di emergenza e/o senza il consenso informato sottoscritto dal paziente o dai suoi familiari.
In merito alla scelta dei farmaci alternativi, è importante che ogni medico abbia nozioni precise sulla cross-reattività tra farmaci contenenti determinanti allergenici comuni (per gli antibiotici β-lattamici, per i farmaci contenenti un gruppo ammonico quaternario, un gruppo NH2 in posizione “para” sull’anello benzenico o un anello fenotiazinico, etc., ovvero, nel caso delle PAR, su un comune meccanismo d’azione (come per i FANS,
che bloccano la ciclo-ossigenasi). Il mancato possesso di queste nozioni può rientrare nell’imperizia, mentre l’imprudenza consiste nella somministrazione di farmaci senza la dovuta cautela, malgrado l’esistenza di un possibile rischio per il paziente; la negligenza, infine, comprende la trascuratezza e la superficialità nell’operato dei medico.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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