L’immunoterapia specifica (acronimo “ITS”, anche chiamata “vaccino antiallergico”, “immunoterapia allergene specifica” o “iposensibilizzazione specifica”) è un trattamento immunologico che consiste nella somministrazione di un estratto allergenico a dosi scalari progressivamente crescenti, al fine di modificare la risposta del sistema immunitario ed ottenere una riduzione della sensibilità del paziente verso quello specifico allergene. In parole semplici si tenta di “abituare” gradatamente il paziente all’esposizione di un allergene. L’immunoterapia specifica è utile per vari tipi di allergie ed è generalmente efficace; per individuare eventuali miglioramenti legati alla immunoterapia e quindi la sua reale efficacia, è necessario un attento monitoraggio del paziente nel tempo da parte del medico.
Monitoraggio dell’immunoterapia specifica
Allo stato attuale delle conoscenze non esistono criteri validi per un monitoraggio obiettivo dell’immunoterapia specifica, con parametri immunologici correlabili al grado di protezione acquisita dal paziente, infatti non sempre il miglioramento clinico si accompagna a diminuzione dei valori delle IgE specifiche, e/o ad un aumento delle IgG specifiche e/o alla diminuzione della releasability in presenza dell’allergene specifico e/o all’aumento della soglia di estratto allergenico necessaria per indurre positività dei test di provocazione e riduzione della positività dei test cutanei. Ciò rende difficile al medico il monitoraggio “quantitativo” dell’efficacia di una immunoterapia specifica: la valutazione dell’efficacia dell’ITS si basa quindi essenzialmente su un monitoraggio “qualitativo”, cioè su criteri clinici: in parole semplici la reale efficacia di una immunoterapia specifica si basa sull’osservazione di una progressiva diminuzione dei sintomi allergici e non su dati numerici.
Criteri clinici che permettono il monitoraggio di una immunoterapia specifica
I criteri clinici che permettono al medico di rilevare l’efficacia di una terapia iposensibilizzante, vertono ovviamente sulla auspicabile diminuzione dei sintomi allergici, rilevata mediante uno score clinico e periodici controlli obiettivi; nei casi di pollinosi, i dati clinici debbono essere correlati a quelli relativi alle concentrazioni polliniche nell’atmosfera, che possono peraltro presentare variazioni annue in rapporto alla situazione climatica stagionale.
Un altro criterio clinico per giudicare l’efficacia dell’immunoterapia specifica può essere fondato sulle variazioni del consumo, da parte del paziente, di farmaci ad azione sintomatica. Banalmente: meno farmaci sono usati dal paziente per controllare i sintomi allergici, miglior efficacia è da ascrivere alla immunoterapia specifica.
È stata proposta, per la valutazione dell’efficacia dell’immunoterapia specifica, l’applicazione di un indice clinico, derivante dalla combinazione di cinque parametri:
- score clinico. soggettivo, indicato dal paziente su una cartellina giornaliera;
- score clinico obiettivo, definito periodicamente dal medico;
- variazioni nel consumo di farmaci ad azione sintomatica;
- variazioni della re attività specifica d’organo, valutate mediante test di provocazione;
- variazioni della reattività cutanea specifica.
L’eccezione dell’immunoterapia specifica con veleni di imenotteri
Abbiamo visto che la valutazione dell’efficacia di una iposensibilizzazione passa dall’osservazione clinica del paziente e non su valutazioni “numeriche”; una eccezione è però rappresentata dall’immunoterapia specifica con veleni di imenotteri (api, calabroni e vespe), nella quale sembra esistere una buona correlazione tra grado di protezione assicurata dall’immunoterapia specifica ed alcuni parametri immunologici (soprattutto aumento delle IgG specifiche, ma anche diminuzione delle IgE specifiche e della positività dei test cutanei). Questi elementi possono servire da guida per valutare l’opportunità della sospensione dell’immunoterapia specifica, dopo alcuni anni di trattamento.
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