La tabella raffigurata in alto descrive i processi dello sviluppo nei primi due anni di vita di un essere umano. La prima impressione che si ha del neonato, nonostante le sue notevoli abilità e capacità, è che abbia inserito una sorta di “pilota automatico”, sembra cioè che ci siano delle regole o degli schemi innati che governano il modo in cui guarda, ascolta, esplora il mondo e si mette in relazione con gli altri.
La danza dell’interazione
Una delle cose realmente straordinarie di queste regole è quanto siano ben progettate dalla selezione naturale, per condurre il bambino e chi si prende cura di lui nella “danza” dell’interazione e dell’attaccamento. Prendiamo ad esempio in considerazione un bambino che allatta dalla mammella: per farlo ha bisogno della corretta coordinazione di riflessi di rotazione, di suzione, di deglutizione; in questa posizione, il viso della madre è alla distanza ottimale perché gli occhi del bambino lo possano mettere a fuoco; i lineamenti della madre, in particolare gli occhi e la bocca, sono proprio il tipo di stimolo visivo a cui il bambino può prestare maggiormente attenzione; il bambino è particolarmente sensibile alle variazioni dei suoni della voce umana, specialmente ai toni più alti, per cui la voce ritmata con intonazione alta che la maggior parte delle madri usa è facilmente udibile dal bambino.
Ad un certo punto, verso le 6-8 settimane, si riscontra un cambiamento grazie al quale queste reazioni automatiche riflesse cedono il passo ad un comportamento più volitivo. Il bambino ora guarda gli oggetti in modo diverso, cercando di capire in modo evidente che cosa sono anziché soltanto dove sono; a questa età inizia anche a distinguere realmente un volto da un altro, sorride più spesso, dorme tutta la notte e diventa generalmente una creatura più reattiva.
Questi cambiamenti modificano anche gli schemi dell’interazione tra il genitore e il figlio. Dal momento che il bambino resta sveglio più a lungo, sorride e stabilisce più spesso contatti con lo sguardo, gli scambi tra genitore e figlio diventano più giocosi e più facili.
Circa a metà del primo anno, intorno ai 6-8 mesi, c’è un altro cambiamento, segnato dall’emergere di una gamma straordinariamente ampia di abilità o comportamenti
nuovi:
- il bambino sviluppa un forte attaccamento, seguito alcuni mesi più tardi dall’ansia per la separazione e dalla paura per gli estranei;
- il bambino inizia a muoversi da solo (anche se all’inizio molto lentamente e in modo esitante);
- il bambino comincia a emettere dei balbettii, quindi a utilizzare la gestualità significativa, a impegnarsi in giochi mimi ci e a comprendere singole parole;
- il bambino capisce, almeno in modo rudimentale, che gli oggetti e le persone possono continuare ad esistere anche quando scompaiono dal suo campo visivo (persistenza dell’oggetto), concetto che ad un adulto può sembrare banale ma che invece rappresenta una conquista di importanza enorme per il bimbo.
Questi cambiamenti modificano profondamente il sistema interattivo tra genitore e bambino, che richiede la formazione di un nuovo equilibrio. Il bambino continua a costruire gradualmente su questa serie di nuove abilità – apprendendo alcune parole, iniziando a camminare, consolidando l’attaccamento di base – fino a 18-20 mesi, momento in cui lo sviluppo cognitivo e quello del linguaggio sembra facciano un altro importante balzo in avanti. Ma quali sono le cause di tutti questi cambiamenti? Qualsiasi elenco di tali cause sarebbe inevitabilmente una grossa semplificazione, tuttavia vi suggerirò tre processi chiave (“processi centrali”) che modellano gli schemi mostrati nella tabella: la maturazione fisica, l’esplorazione e l’attaccamento; a tali processi si associa un quarto concetto che modella i comportamenti del bambino: le influenze “esterne” rappresentate da eventuali malattie e l’ambiente famigliare.
La maturazione fisica e cerebrale
Chiunque abbia visto un bimbo crescere, sa bene che l’orologio biologico scandisce il tempo in modo “clamoroso” durante questi primissimi mesi, in cui i cambiamenti fisici sono ben visibili settimana dopo settimana. Soltanto durante l’adolescenza e di nuovo durante la vecchiaia si può vedere uno schema maturativo di cambiamento così evidente. Sembra che nella prima infanzia la chiave sia la crescita predisposta dei dendriti e delle sinapsi neuronali; le modifiche del comportamento che osserviamo a 2 mesi, ad esempio, sembrano essere regolate da tali cambiamenti innati, dal momento
che le sinapsi nella corteccia cerebrale si sviluppano in modo da consentire un controllo più completo del comportamento.
Per quanto questo programma innato sia importante, esso deve fore assegnamento, tuttavia, sulla presenza di un minimo di ambiente «prevedibile». Il cervello può essere
programmato per creare certe sinapsi, ma il processo deve essere scatenato dall’esposizione a particolari tipi di esperienze e, poiché un minimo di ambiente esiste di fatto per tutti i bambini, gli sviluppi percettivi, motori e cognitivi che noi osserviamo sono praticamente identici per ogni bambino. Ma questo non significa che l’ambiente sia trascurabile.
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L’esplorazione
Il secondo processo chiave è l’esplorazione da parte del bambino del mondo che lo circonda. Esso nasce pronto per esplorare, per apprendere dalle sue esperienze, ma deve
ancora imparare le connessioni specifiche tra vista e udito, distinguere le differenze tra il volto della madre e quello delle altre persone, prestare attenzione ai suoni accentuati del linguaggio che ascolta, scopre che le sue azioni hanno delle conseguenze e così via.
Chiaramente, la maturazione psicologica e la personale esplorazione del bambino sono intimamente legate in una specie di ciclo di retroazione perpetuo. I rapidi cambiamenti del sistema nervoso, delle ossa e dei muscoli gli permettono una sempre maggiore esplorazione, che a sua volta influenza le abilità cognitive e percettive, che a loro volta influenzano la struttura del cervello. Ad esempio, ora esistono moltissime prove a conferma che la capacità di andare carponi (un’abilità che poggia su una quantità enorme di cambiamenti fisici su base maturativa) condiziona profondamente
la comprensione del mondo. Prima che possa muoversi indipendentemente, sembra che il bambino localizzi gli oggetti soltanto in relazione al suo corpo, mentre quando impara ad andare carponi, inizia a localizzare gli oggetti rispetto a punti di riferimento fissi, un cambiamento che, a sua volta, contribuisce probabilmente alla crescente comprensione di se stesso come un oggetto nello spazio.
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L’attaccamento
Il terzo processo chiave è ovviamente il rapporto tra il bambino e chi si prende cura di lui. Il grande psicologo, medico e psicoanalista britannico John Bowlby (1907 – 1990) ha certamente ragione quando parla di predisposizione innata di tutti i bambini a creare un attaccamento ma, in questo campo, la qualità dell’ esperienza specifica che il bambino incontra sembra avere un effetto più formativo di quanto non avvenga per gli altri aspetti dello sviluppo. Sono molti gli ambienti “sufficientemente buoni” per sostenere la crescita fisica, percettiva e cognitiva, in questi primi mesi, ma gli ambienti adatti alla formazione di un attaccamento centrale sicuro sono molto meno numerosi. Tuttavia, l’attaccamento non si sviluppa lungo un sentiero autonomo, in quanto il suo emergere è
legato sia alla maturazione che all’esplorazione. Ad esempio, la comprensione della permanenza dell’oggetto può essere una precondizione necessaria per lo sviluppo di un attaccamento di base e il processo relativo alla formazione di un attaccamento evidente può causare, o almeno influenzare, lo sviluppo cognitivo. Infatti, sembra che i bambini con attaccamento sicuro dedichino più tempo al gioco e sviluppino il concetto di oggetto
più rapidamente. La ragione di questa connessione potrebbe essere che il bambino con attaccamento sicuro esplora il mondo che lo circonda con maggiore serenità avendo una base sicura nella persona in cui ha fiducia e, di conseguenza, ha una serie di esperienze più ricche e più varie, che possono stimolare uno sviluppo cognitivo (e neurologico) più rapido.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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