Libido, Es, Io, Super-Io e fasi psicosessuali del bambino: le teorie di Freud

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Fasi dello sviluppo psicosessuale secondo Freud

C’è un’intera famiglia di teorici, detta “psicoanalitica”, di cui fanno parte Sigmund
Freud, Carl Jung e Erik Erikson, il cui interesse si è concentrato sulla spiegazione del comportamento umano interpretando i processi che stanno alla base della psiche, termine greco che significa «anima», «spirito» o «mente». Il grande neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco Sigmund Freud (Freiberg, 6 maggio 1856 – Hampstead, 23 settembre 1939) viene abitualmente considerato il creatore dell’ approccio psicoanalitico, e la sua terminologia e molti dei suoi concetti sono divenuti parte della nostra cultura, anche se la sua esplicita influenza sulla psicologia evolutiva si è andata indebolendo .

Le teorie di Freud

Uno dei contributi teorici più straordinari di Freud è l’idea che il comportamento sia governato non solo dai processi consci, ma anche da quelli inconsci. Il più importante di questi processi inconsci, secondo Freud, è una pulsione sessuale che egli chiama libido, presente fin dalla nascita e che costituisce la forza motrice che sta di fatto dietro ogni nostro comportamento. Con il tempo si forma altro materiale inconscio attraverso la funzione dei vari meccanismi di difesa, cioè quei metodi inconsci, normali e automatici, per ridurre l’ansia, che tutti noi utilizziamo giornalmente, come la rimozione, la negazione o la proiezione.
Freud sostenne inoltre che la personalità ha una struttura che si sviluppa nel tempo e ne propose la suddivisione in tre sfere:

  • Es: il luogo della libido;
  • Io: un elemento molto più conscio che funge da amministratore della personalità;
  • Super-Io: il centro della coscienza e della moralità, costituito dalle regole e dai
    divieti morali della famiglia e della società.

Nella teoria di Freud, queste tre parti non sono tutte presenti alla nascita. Nella prima infanzia e all’inizio della seconda, i bambini sono tutto Es, tutto istinto, tutto desiderio, senza la frenante influenza dell’Io e del Super-Io. L’Io inizia a svilupparsi dai 2 ai 4-5 anni circa, quando i bambini imparano ad adattare le loro strategie di soddisfacimento immediato. Infine il Super- lo inizia a svilupparsi poco prima dell’età scolastica, quando il bambino assimila i valori dei genitori e i costumi culturali.

Freud propose anche una serie di cinque fasi psicosessuali (orale, anale, fallica, di latenza e genitale, vedi immagine in alto nell’articolo) , attraverso le quali il bambino procede in una sequenza fissa fortemente influenzata dalla maturazione e, in ogni fase, la libido viene investita in quelle parti del corpo che sono più sensibili a quell’età. Nel neonato, la parte più sensibile è la bocca e di conseguenza è lì che si fissa l’energia libidica. Questa fase viene perciò chiamata orale. Con il progredire dello sviluppo neurologico il bambino acquista maggiore sensibilità nell’ano (di qui la fase anale) e più tardi nei genitali (fase fallica e infine genitale).

La più famosa di queste fasi è probabilmente quella fallica, poiché è in questo periodo che sembra si manifesti il complesso di Edipo. Freud sostiene che dopo i 3 anni (generalmente all’età di 4-5 anni), il bambino inizi ad avere una specie di attrazione sessuale nei confronti della madre ed a considerare come un rivale il padre, che dorme con la madre, l’abbraccia, la bacia e generalmente ha accesso al suo corpo in modo diverso dal suo. Il bambino inoltre vede il padre come una figura potente e minacciosa che ha il potere estremo – il potere di castrare – ed è quindi intrappolato tra il desiderio per la madre e la paura della potenza del padre.

La maggior parte di questi sentimenti e il risultante conflitto sono inconsci. Il bambino non ha comportamenti o sentimenti sessuali chiari nei confronti della madre, ma, inconscio o no, il risultato di questo conflitto è l’ansia. Come può far fronte a questa ansia? Secondo Freud il bambino risponde con un meccanismo di difesa chiamato identificazione: egli «assimila» l’immagine che ha del padre e cerca di adattare il suo comportamento a quell’immagine. Cercando di assomigliare il più possibile a suo padre, il bambino non solo riduce la possibilità di un attacco da parte del padre, ma assume anche un po’ del suo potere. E questo «padre interno», con i suoi valori e giudizi morali, costituirà la base del suo Super-Io. Si suppone che un processo analogo avvenga per le femmine (complesso di Elettra). La bambina vede infatti la madre come una rivale, per quanto riguarda le attenzioni sessuali del padre, e ne ha anche una certa paura. Come avviene per il maschio risolverà il problema identificandosi con il genitore dello stesso sesso. Un ottimo sviluppo richiede un ambiente che soddisfi i particolari bisogni di ogni periodo. Il bambino piccolo ha bisogno di una sufficiente stimolazione orale e anale e quello di 4 anni ha bisogno di un padre presente con cui identificarsi e di una madre che non sia troppo seduttiva. Un ambiente inadatto in questo primo periodo lascerà un residuo di problemi irrisolti e di bisogni insoddisfatti che si riproporranno nelle fasi successive. Questo accento sul ruolo formativo delle prime esperienze, in particolare di quelle familiari, è una caratteristica delle teorie psicoanalitiche. Secondo questo punto di vista, i primi cinque o sei anni di vita sono una specie di periodo sensibile per la creazione della personalità individuale.

Continua la lettura con: Le otto fasi di sviluppo dell’individuo proposte da Erik Erikson

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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