Pemfigoide anti-p200: cause, sintomi, diagnosi, cure, complicanze

MEDICINA ONLINE PEMFIGOIDE BOLLOSO IMMAGINEIl termine “pemfigoide” (in inglese “pemphigoid”) indica un gruppo di varie forme di dermatosi autoimmuni rare, con caratteristiche macroscopiche simili al pemfigo (presenza di bolle) ma, a differenza del pemfigo, a localizzazione sottoepiteliale, cioè tra epitelio e membrana basale. In tale gruppo sono inclusi i seguenti tipi di pemfingoide:

In questo articolo ci occuperemo del pemfigoide anti-p200.

Pemfigoide delle membrane mucose

Il pemfigoide anti-p200 è una rara patologia bollosa autoimmune subepidermica. È stato descritto per la prima volta nel 1996 da Zillikens e Hashimoto.

Diffusione

E’ un tipo di pemfigoide rarissimo; interessa soprattutto i maschi (rapporto maschi:femmine 1:3).

Patogenesi

Nel pemfigoide anti-p200 si riscontrano nel 90% dei casi autoanticorpi IgG4 verso il dominio C-terminale della laminina γ1 e in un terzo dei pazienti verso altri antigeni come il dominio NC16A del collagene di tipo XVII, distonina, collagene di tipo VII e laminina 332. Non è tuttavia nota la rilevanza degli anticorpi anti-laminina γ1 nella patologia nell’uomo in quanto il distacco dermo-epidermico si verifica anche in assenza di autoanticorpi circolanti e in quanto questi anticorpi non sembrano determinare lesioni ai vasi sanguigni che esprimono la proteina.[2]

Cause e fattori di rischio scatenanti

Le cause che a monte innescano la reazione immunitaria anomala che è alla base dei sintomi e segni della malattia, sono attualmente non chiare, anche se alcune condizioni e patologie sembrano essere fattori di rischio, tra cui:

  • assunzione di farmaci come furosemide, spironolattone, sulfasalazina, farmaci antipsicotici, penicillina, penicillamina ed etanercept;
  • radioterapia per il carcinoma mammario;
  • esposizione alla radiazione ultravioletta del sole;
  • varie patologie della cute come psoriasi, lichen planus;
  • varie tipologie di infezioni cutanee;
  • traumi;
  • ustioni;
  • terapia fotodinamica;
  • diabete;
  • allergie;
  • malattie autoimmunitarie come l’artrite reumatoide ed il lupus eritematoso sistemico;
  • colite ulcerosa;
  • sclerosi multipla.

Sintomi e segni

Dopo una fase prodromica costituita da chiazze eritematose orticarioidi e pruriginose, i pazienti presentano bolle a parete tesa e contenuto sieroso o siero-ematico su base eritematosa o su cute normale, di dimensioni variabili da qualche millimetro ad alcuni centimetri. Le bolle si rompono dopo alcuni giorni o in seguito a traumi meccanici dando luogo ad erosioni che si rapprendono formando croste giallastre o ematiche. Le bolle si possono localizzare in qualsiasi regione cutanea e possono coinvolgere anche le mucose orale e genitale. Guariscono senza esiti cicatriziali ma l’iperpigmentazione post-infiammatoria può perdurare per mesi. Talvolta le lesioni in risoluzione sono accompagnate dai grani di miglio. Il quadro è spesso indistinguibile dal pemfigoide bolloso, altre volte è simile alla malattia lineare da IgA o alla dermatite erpetiforme.

Diagnosi

Il pemfigoide delle membrane mucose è una malattia rara, inoltre la presenza di lesioni, specie in fase iniziale, non permette da sola di fare diagnosi visto che la comparsa di lesioni simili si verifica anche in altre patologie e condizioni: per tali motivi il pemfigoide delle membrane mucose non è sempre così immediato da diagnosticare. La diagnosi si sospetta in base all’anamnesi e soprattutto all’esame obiettivo. La diagnosi è confermata in base a biopsia cutanea perilesionale e successivo esame istopatologico con immunofluorescenza diretta che permette il riscontro dei tipici depositi di lineari IgG alla giunzione dermo-epidermica; ad alto ingrandimento è poi possibile distinguere il tipico pattern “n-serrato”. Qualora l’immunofluorescenza diretta risulti negativa, si usa all’immunofluorescenza indiretta che permette anche la diagnosi differenziale tra i tipi di pemfgoide in cui i depositi si verificano sul tetto della bolla e quelle in cui si trovano sul pavimento (in particolare nel pemfigoide anti-p200 i depositi si localizzano sul tetto della bolla). Qualora l’immunofluorescenza non risulti in grado di confermare la diagnosi, allora si ricorre al metodo di analisi denominato ELISA (saggio immuno-assorbente legato ad un enzima).

Patologie associate

Il pemfigoide anti-p200 nel 35% dei casi è associato a psoriasi.

Istologia

In seguito a biopsia, il patologo rileva il distacco dermo-epidermico con formazione di bolle subepidermiche e infiltrato infiammatorio nel derma papillare costituito prevalentemente da neutrofili ed eosinofili. Istologicamente risulta indistinguibile dal pemfigoide bolloso. All’immunofluorescenza diretta si riscontra un deposito anticorpale lineare alla giunzione dermo-epidermica, ad alto ingrandimento presenta un pattern “n-serrato”.

Terapia

La terapia dipende da molti fattori come sede delle lesioni e coinvolgimento sistemico:

  • nelle forme locali si somministrano corticosteroidi topici come il clobetasolo a cui si può associare una terapia sistemica con dapsone, sulfapiridina o antibiotici come minociclina o doxiciclina;
  • nelle forme sistemiche senza coinvolgimento oculare, laringeo o esofageo, si usa prednisone che può essere associato a dapsone o micofenolato mofetile;
  • nelle forme sistemiche con coinvolgimento oculare, laringeo o esofageo si usa una terapia sistemica con prednisone e ciclofosfamide per via orale o endovena.

Prognosi

Il pemfigoide delle membrane mucose è una patologia cronica e recidivante che alterna fasi di remissione a fasi di riacutizzazione dei sintomi. Nei casi di risposta positiva ai farmaci, la prognosi è generalmente buona.

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