La mosca: perché nel teletrasporto non viene fuso il materiale genetico dei batteri?

MEDICINA ONLINE FILM LA MOSCA perché nel teletrasporto non viene mischiato il materiale genetico dei batteri.jpgLa mosca (The Fly) è un celebre film di fantascienza a tinte horror del 1986 diretto da David Cronenberg. La pellicola è un remake del film L’esperimento del dottor K del 1958 ed è tratto dal racconto La mosca (La mouche, 1957) di George Langelaaned, ed è uno dei miei lungometraggi preferiti, però nella trama c’è – a mio avviso – un possibile errore logico-scientifico (anche se sempre di fantascienza si tratta, quindi ogni valutazione lascia il tempo che trova). Da qui in poi SPOILER.

Sappiamo che il macchinario mescola materiale genetico di più esseri viventi presenti nella stessa capsula al momento del teletrasporto (creando un essere vivente tutto nuovo con varie mutazioni), visto che fa un mix tra il protagonista Seth Brundle (interpretato dal grande Jeff Goldblum) ed una mosca, accidentalmente presente con lui nella capsula, creando il “Brundlemosca”.

Vista questa premessa, la macchina dovrebbe quindi mescolare anche il materiale genetico dei milioni di virus, batteri e parassiti che vivono nel nostro corpo e che presumibilmente sono nelle pareti e nell’aria della capsula stessa (e sulla mosca), a meno che non sia stata preventivamente sterilizzata. Perché quindi il protagonista si mescola con una mosca creando il “Brundlemosca” e non ad esempio con un batterio Escherichia coli, certamente presente nel suo colon, creando il “Brundlecoli”? Perché ad esempio il protagonista non si mescola con un acaro, sicuramente presente sulla sua pelle, creando il “Brundleacaro“? Visto l’aspetto di un acaro (vedi immagine in basso), chissà quale mostruoso aspetto avrebbe potuto avere il protagonista!

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Secondo alcuni la macchina potrebbe anche essere stata tarata in modo particolare da non permettere il trasporto (e in questo caso, la fusione) di esseri viventi sotto ad un certo “volume”: la mosca è grande e riesce ad essere rilevata dal macchinario, mentre un batterio no.

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Non possiamo escludere che il risultato della fusione non possa essere stato influenzato anche dalla presenza di batteri o altri microorganismi: in altre parole il Brundlemosca sarebbe il risultato di più fusioni, anche se – nella scena in cui il protagonista viene a scoprire della fusione dalla cronologia del macchinario – lo schermo mostra solo la presenza della mosca come unico elemento secondario e non altri esseri (vedi immagine in alto).

Ammettendo che vi siano state fusioni anche con virus e batteri, il numero di ribosomi potrebbe non essere sufficiente a esprimere tutte le regioni codificanti e il livello di espressione delle regioni batteriche può rimanere trascurabile (in pratica il batterio si fonde ma non si manifesta nel “Brundlebatterio”). Per quanto riguarda le regioni genomiche virali, ammettendo una fusione “Brundlebatteriovirus“, possono essere rimosse tranquillamente dai meccanismi del sistema immunitario batterico, si pensi alle regioni CRISPR, cioè segmenti di DNA contenenti brevi sequenze ripetute (di origine fagica o plasmidica) rinvenibili in batteri, presenti nel locus CRISPR insieme ad altri elementi genici. Queste brevi ripetizioni sono sfruttate dal batterio per riconoscere e distruggere il genoma proveniente da virus simili a quelli che hanno originato le CRISPR: costituiscono dunque una forma di immunità acquisita dei procarioti. Un ipotetico “Brundlebatteriovirus” in definitiva potrebbe anche apparire come un normalissimo essere umano.

In ogni caso per lo spettatore, tutto questo è superfluo saperlo ai fini della storia e poi è un film di fantascienza e tutto può succedere, ad esempio basti pensare alle ultime scene, in cui il Brundlemosca in fase avanzata si fonde addirittura con una parte del pod.

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Lo Staff di Medicina OnLine

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