Alimenti di origine vegetale che causano allergia: frutta secca, spezie, gomme, additivi

MEDICINA ONLINE BASILICO BASIL PEPE PEPERONCINO CUCINA DIETA CIBO RICETTA LIGHT CALORIE CONDIMENTO MANGIARE FOGLIE PASTA ALIMENTOPur potendo qualsiasi alimento determinare una reazione allergica, alcuni cibi di origine vegetale causano allergia in modo più frequente rispetto ad altri.

Allergie alle spezie ed altri vegetali che rendono più sapidi i cibi

Tra le spezie ed altri vegetali impiegati per rendere più sapidi i cibi, sono stati segnalati vari casi di allergia alimentare alla senape, della famiglia delle Brassicacee, dotata di notevole potere allergenico. È importante conoscere questa eventualità sia per la gravità delle manifestazioni cliniche (orticaria/angioedema, crisi asmatiche, etc., ma sono stati segnalati anche casi di shock anafilattico), sia perché può trattarsi di un allergene “mascherato” (in varie preparazioni industriali, nelle salse, nelle pastelle impiegate per la preparazione artigianale della carne impanata, etc.).

Relativamente frequenti sono, inoltre, i casi di allergia ai semi di sesamo, largamente usati, soprattutto in alcuni paesi tropicali ed anche in alcune regioni italiane, nella preparazione di oli vegetali (oli di sesamo) e di determinati cibi (pane speciale, torrone ed altri prodotti dolciari, etc.).

Più rari sono i casi di allergia all’anice, talora con cross-reattività nei confronti di altri vegetali della stessa famiglia delle Umbellifere (sedano, carota, finocchio, prezzemolo, etc.).

Anche il basilico, della famiglia della Labiate, può dar luogo, seppure raramente, a sensibilizzazione IgE-mediata, soprattutto in pazienti con pollinosi da Betulacee o da Composite; talora si è constatata cross-reattività con il sedano (della famiglia delle Umbellifere). Sempre per quanto riguarda i vegetali della famiglia delle Labiate, sono stati descritti casi isolati di allergia all’origano, al timo ed alla maggiorana.

Sono stati poi riportati rarissimi casi di sindromi allergiche da vegetali delle famiglie delle Composite (semi di girasole), delle Piperacee (pepe nero e pepe verde), delle Solanacee (pepe di Caienna), delle Miristiacee (noce moscata), delle Umbellifere (prezzemolo), delle Leguminose (trigonella, particolarmente usata nel continente indiano) e delle Zingiberacee (zenzero).

Con la crescente popolarità di integratori alimentari dotati, secondo la pubblicità, di straordinarie virtù da utilizzare a piene mani nella ricerca dell’eterna giovinezza, sono stati segnalati vari casi di reazioni allergiche da ingestione di pappe di pollini (“gelée royale”), generalmente in soggetti già affetti da manifestazioni respiratorie di pollinosi.

Rara, ma non eccezionale, è l’allergia al miele, costituito dal nettare dei fiori elaborato dalle api soprattutto in virtù di un loro particolare enzima (invertasi). Il miele contiene numerosi granuli di pollini (2000-10.000/g di miele), in specie entomofili, generalmente appartenenti alla famiglia delle Composite (ma anche ad altre famiglie), poche spore fungine e frammenti di derivati corporei delle api. Le manifestazioni cliniche prodotte dall’ingestione di miele, che nel 60% circa dei casi si osservano in pazienti affetti da pollinosi (soprattutto da Composite) e nel 40% circa in soggetti allergici al veleno d’ape, sono rappresentate da sintomi a carico del canale gastroenterico (diarrea, nausea, vomito, spasmi addominali, etc.) o dell’apparato respiratorio (oculorinite ed asma bronchiale), ovvero da una sindrome orticaria/angioedema, ma anche, più raramente, da shock anafilattico. Deve essere ricordato che, nei pazienti con ipersensibilità al miele, la comparsa dei sintomi allergici può essere indotta anche dall’ingestione di prodotti contenenti piccole quantità di miele (cioccolato, dolci vari, etc.). Nel 50% circa dei casi è presente anche un’allergia al sedano, con sindrome allergica orale (d’altronde, è ben nota questa possibilità in pazienti con pollinosi da Composite).

Il cioccolato è un altro alimento frequentemente incriminato dai profani per l’elevata frequenza con cui provoca manifestazioni di orticaria o di rinite. Anche in questo caso bisogna dire che, nella grande maggioranza dei casi, si tratta di reazioni pseudoallergiche, in quanto il cioccolato è un alimento ricco in tiramina (che è anche, a sua volta, una sostanza istamino-liberatrice); l’ingestione di piccole quantità di cioccolato può produrre varie manifestazioni cliniche in soggetti intolleranti alla tiramina, nei qua-
li si può spesso evidenziare un deficit enzimatico (di monoaminossidasi).
Vi sono, peraltro, alcune segnalazioni isolate ma ben documentate di sindromi allergiche respiratorie, di natura professionale, da inalazione di polvere di cacao.

Allergie a gomme ed additivi alimentari

Alcune gomme naturali (semi di carruba, gomma di robinia, gomma di guar, gomma adragante, gomma arabica, gomma d’acacia, etc.) di pertinenza della famiglia delle
Leguminose, estratte da alberi esotici, sono ampiamente utilizzate quali additivi alimentari, in particolare come stabilizzanti e addensanti (in dolci, caramelle, gelati, creme, budini, conserve, succhi di frutta, margarine, formaggi molli, condimenti commerciali, etc.), oltre che nell’industria farmaceutica (pillole gelatinose, emulsioni, lozioni, creme e dentifrici) ed in quella cosmetica.
Sono stati segnalati alcuni casi clinici (sindrome allergica orale, rinite, asma bronchiale, orticaria/angioedema), con dimostrazione di IgE specifiche, da ingestione di questi additivi ed anche alcuni casi di cross-reattività con altri vegetali della famiglia delle Leguminose.

Tra gli altri additivi alimentari, soltanto il rosso carminio (E120), di largo impiego nell’industria alimentare (aperitivi, gelati, etc.), cosmetica e farmaceutica, ha potere allergenico, mentre i restanti additivi danno luogo solo a reazioni pseudoallergiche (PAR). D’altra parte, il rosso carminio è una sostanza naturale, contenente acido carminico (ottenuto per estratto da alcune cocciniglie parassitanti i vegetali o dall’Opuntia cochillinifera, un vegetale che somiglia al fico d’India). È frequente il rilievo di una cross-reattività tra alimenti di origine vegetale, sia nell’ambito della stessa famiglia che appartenenti a famiglie diverse, per cui spesso, in pazienti con accertata allergia ad uno di questi alimenti si trova una positività dei test cutanei e/o sierologici per altri alimenti vegetali dello stesso gruppo, non confermata però dai test di provocazione in doppio cieco.  Più rara è una cross-reattività tra alimenti di origine animale. Molto frequente è, invece, una cross-reattività tra alimenti vegetali e pollini, per cui pazienti pollinosici vanno non di rado incontro a manifestazioni cliniche di allergia alimentare, in specie ad una sindrome allergica orale, ma anche ad altre e più gravi manifestazioni cliniche. In effetti, una sindrome allergica orale, dopo assunzione di vari alimenti vegetali, si osserva almeno nell’8-10% dei pollinosici. Si può anche verificare una cross-reattività tra alimenti ed altri allergeni non pollini ci (banana, kiwi, etc. con il lattice; alcuni gasteropodi con i Dermatofagoidi.

Allergie alla frutta secca

L’allergia alimentare alle arachidi (“noccioline americane”, un tempo dette anche “spagnolette”) è la più importante, per frequenza, tra i bambini americani, che consumano questi semi in misura enormemente maggiore rispetto ai coetanei europei. Sono state osservate reazioni gravi, talora anche a tipo di shock anafilattico, e casi di cross-reattività con altri vegetali appartenenti alla famiglia delle Leguminose “. Tra l’altro, le arachidi sono largamente impiegate nell’industria dolci aria ed alimentare in senso lato, sotto forma di olio (presente anche in prodotti destinati all’infanzia, ad esempio come componente di latti adattati o come eccipiente in preparati polivitaminici) e di burro, importante costituente di vari tipi di margarina. L’importanza del problema dell’allergia alle arachidi negli Stati Uniti appare dimostrata dal fatto che dall’estate 1998 molte compagnie aeree americane hanno cessato di offrire ai passeggeri le celebri “peanuts”, mentre, per il rischio di scatenamenti per via inalatoria, il Ministero dei Trasporti statunitense ha emanato una direttiva secondo la quale su tutti gli aerei debbono essere riservate tre file di sedili “peanut free” per i passeggeri che facciano presente la propria allergia alle arachidi.

Per quanto riguarda le noci ed altri frutti in guscio (soprattutto nocciole, ma anche mandorle, pistacchi, etc.), si possono osservare manifestazioni di allergia alimentare, anche gravi, soprattutto in pollinosici con positività per i pollini della betulla e del nocciolo.

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