Con “parasonnia” (in inglese “parasomnia”) in medicina del sonno si indica un gruppo di disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti anomali durante il sonno, più frequenti tra i bambini. Di seguito riportiamo una delle possibili classificazioni delle parasonnie:
- disordini dell’arousal
- risvegli confusionali;
- sonnambulismo;
- pavor nocturnus (terrore notturno);
- disordini della transizione sonno-veglia
- movimenti ritmici in sonno (jactatio capitis);
- sussulti ipnici;
- sonniloquio;
- crampi notturni;
- parasonnie associate al sonno REM
- incubi;
- paralisi ipnagogica ;
- erezioni dolorose durante il sonno (tumescenza notturna peniena e clitorale);
- arresto sinusale in REM;
- disordini comportamentali in REM
- altre parasonnie
- bruxismo in sonno;
- enuresi notturna;
- disfagia notturna salivare;
- distonia notturna parossistica;
- morte improvvisa nel sonno (da causa sconosciuta);
- russamento idiopatico;
- sleep apnea infantile;
- sindrome della morte improvvisa del lattante (o “morte in culla” o “SIDS”);
- sindrome da ipoventilazione centrale congenita;
- mioclono benigno neonatale in sonno;
- sexsomnia (sleep sex).
In questo articolo ci occuperemo in particolare del sonnambulismo.
Sonnambulismo
Il sonnambulismo si manifesta con una serie di automatismi comportamentali semplici o complessi a comune esordio nella prima parte della notte. Nel sonnambulismo il soggetti cammina o svolge altri comportamenti complessi durante il sonno, di solito con gli occhi aperti ma senza la capacità di riconoscimento. Il paziente può biascicare o parlare, e alcuni si feriscono a causa degli ostacoli o delle scale. Al mattino il soggetto non ricorda nulla dell’accaduto.
Cause e fattori di rischio
Le cause del sonnambulismo non sono attualmente conosciute. La tendenza al sonnambulismo sembrerebbe geneticamente trasmessa e il disturbo viene comunemente osservato in gemelli monozigoti. In particolare è stata suggerita un’eredità autosomica recessiva a penetranza incompleta. L’incidenza aumenta in relazione al numero dei familiari affetti. Possibili fattori predisponenti sono la deprivazione di
sonno, la febbre, la sindrome delle apnee ostruttive o qualsiasi altra causa responsabile di una frammentazione del sonno notturno ad onde lente, quali stimoli endogeni (distensione vescicale) o ambientali esterni quali il rumore. Ancora agiscono come precipitanti in soggetti predisposti alcuni farmaci quali la tioridazina, il litio, il cloralio idrato, la perfenazina e la desimipramina. Nell’età adulta è frequente l’associazione con una personalità di tipo «disturbato» e/o con manifestazioni di tipo psicosomatico (emicrania).
Sintomi e segni
Gli episodi esordiscono col passaggio da un decubito clinostatico ad uno semiortostatico in cui il soggetto compie automatismi a carattere perseverativo, spesso finalistico, di tipo gestuale. Questi si riferiscono il più delle volte ad azioni finalizzate all’abbigliamento o alla toilette personale. Avvengono ad occhi aperti in uno stato di trance. L’intervento esterno normalmente non viene avvertito, ma, se protratto, può scatenare reazioni di evitamento sconfinanti nell’etero-aggressività. A questa prima fase di automatismi può, ma non necessariamente, seguire un comportamento di tipo deambulatorio con automatismi complessi, spesso a rischio per la sicurezza del soggetto stesso. Gli episodi, di durata variabile da pochi minuti a più di mezz’ora, possono concludersi con la ripresa di un sonno normale in luogo e posizione adeguati o esaurirsi in un risveglio spontaneo seguito da un modico stato di disorientamento. In entrambi i casi il soggetto non ha alcuna coscienza dell’accaduto e al mattino non ne conserva alcun ricordo. Il sonniloquio che spesso si accompagna è in genere caratterizzato da povera articolazione del linguaggio con rarissima propensione al dialogo.
In corso di sonnambulismo possono manifestarsi veri e propri tentativi di fuga. In alcuni casi la persona che risvegli il paziente può essere violentemente aggredita e in rari casi sono stati riportati veri e propri omicidi eseguiti dal sonnambulo. Il danno è comunque più spesso autoindotto con lesioni personali derivanti da comportamento inappropriato quali lo sporgersi da una finestra aperta, il vagabondare per strade con traffico pesante e, in alcuni casi, le lesioni derivanti da un tale comportamento sono difficilmente differenziabili a posteriori da un suicidio.
Quadro polisonnografico
Da un punto di vista poligrafico gli episodi si manifestano nel primo terzo della notte o comunque in corso di sonno ad onde lente e il tracciato EEG non mostra anomalie di
tipo epilettico.
Il sonno ad onde lente è quantitativamente più breve e l’apparizione del primo REM preceduta da frequenti e atipiche fasi di transizione NREM-REM sarebbe ritardata (vedi immagine in basso).
Derivazioni: EOGSM CZ; P2O. Registrazione di un episodio di sonnambulismo
indotto in un bambino di 6 anni posizionandolo in stazione eretta durante il sonno profondo. Sin dall’inizio il bambino appare irresponsivo e inizia un comportamento deambulatorio, cui corrisponde un tracciato da sonno in fase I commisto a brevi sequenze di ritmo alfa, che lo porterà su e giù per una scala sino a terminare l’episodio con il ritorno spontaneo a letto e la ripresa di un sonno in fase Il. Svegliato brevemente, il bambino non ricorda l’accaduto e sostiene di avere ancora sonno.
Evoluzione
Il disturbo, che si manifesta tipicamente in epoca prepuberale, di solito regredisce spontaneamente dopo l’adolescenza. Molto più raramente persiste o esordisce con altro significato nell’età adulta.
Diagnosi differenziale
Oltre che nei confronti dell’epilessia, va posta nei confronti delle sindromi delle apnee ostruttive cui può decorrere associato e della sindrome della bulimia notturna in cui spesso compaiono automatismi di tipo deambulatorio. Nei confronti dei disordini comportamentali in REM la poligrafia notturna, oltre che la clinica, è discriminante.
Terapia non farmacologica
È preferibile nell’età infantile non trattare farmacologicamente il disturbo, bensì ricorrere nei casi ad elevata frequenza e severità degli episodi a terapia di tipo comportamentale o alla psicoterapia qualora si renda necessario sopprimere un’ansia o un’aggressività esagerata.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica prevede l’uso di benzodiazepine (diazepam o lorazepam) in unica somministrazione serale.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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