Stai fumando di più e godendone meno?
Questo slogan fu creato da un pubblicitario per incentivare i fumatori di altre marche a passare al loro prodotto. Si trattava di una tattica pubblicitaria brillante: quasi tutti le persone che fumavano da qualche tempo potevano riconoscersi nella situazione e potevano addirittura essere passati all’altra marca per cercare di recuperare il piacere e la gioia dei primi giorni in cui stavano fumando. Ma, con loro grande disappunto, anche questa sigaretta aveva fallito e non era stata in grado di fare provare a loro ancora quella sensazione speciale di una volta.
Perché le sigarette sono sempre meno “buone”?
Perché le sigarette sembrano perdere il loro speciale appeal per i fumatori veterani? Sono cambiate così tanto nel corso degli anni? No, non è questo il problema. Non sono cambiate le sigarette, ma i fumatori. Più un individuo fuma, maggiore diventa la sua dipendenza dalla dose di nicotina. Nei primi giorni, il fumatore traeva molto piacere dall’azione farmacologica della nicotina. Lo faceva sentire vigile, pieno di energia e magari aveva anche un effetto rilassante: la nicotina in effetti è una vera e propria droga che ha effetti in sé “energizzanti”, quindi con le prime sigarette fumate il neo-tabagista si sentiva effettivamente meglio, lo aiutava a studiare e imparare, talvolta lo faceva sentire più maturo, sicuro di sé e più socievole. In quei primi giorni ne fumava forse 1 o 2 al giorno, di solito solo quando voleva questo effetto.
Inizia la dipendenza
Gradualmente però succede qualcosa al fumatore: diventa sempre più dipendente dalle sigarette. Non fuma più per risolvere un problema, per festeggiare o per sentirsi grande. Fuma perché ha BISOGNO di una sigaretta, perché non farlo gli farebbe provare i fastidiosi sintomi dell’astinenza. In pratica fuma perché è un fumatore, o meglio perché è un tabagista. Non sente più quegli “effetti speciali” che provava con le primissime sigarette: ora fuma perché non fumare lo fa andare in astinenza. Non fumare significa sentirsi nervoso, irritabile, depresso, arrabbiato, spaventato, nauseabondo o con il mal di testa, tanto per citare qualche effetto. Afferra una sigaretta per alleviare questi sintomi, sperando ogni volta di riprovare quelle speciali sensazioni di un tempo. Ma, con suo disappunto, tutto quello che succede è che dopo avere fumato una sigaretta si sentirà quasi normale. E 20 o 30 minuti dopo aver spento l’ultima sigaretta, l’intero processo ricomincia, poiché la nicotina nel sangue inizia a diminuire ed il fumatore è costretto a fumare una nuova sigaretta per ripristinarne i valori, in un vero e proprio circolo vizioso. In parole semplici: inizialmente si fuma per avvertire gli effetti energizzanti della nicotina, ma progressivamente si fuma solo per la dipendenza e per evitare i sintomi di astinenza. La sigaretta diventa sempre “meno buona” perché gli effetti “energizzanti” della nicotina saranno sempre meno potenti, mentre aumenterà l’intensità dei sintomi dell’astinenza. E’ una cosa che avviene praticamente con qualsiasi droga, anche con eroina e cocaina.
Il rischio di chi smette
Quando smette di fumare, la vita ridiventa bella. Non va più in astinenza dalle 20 alle 80 volte al giorno. Può andare ovunque quando lo desidera, senza stare a preoccuparsi se riuscirà a fumare quando ne ha bisogno. Quando avrà un mal di testa o sentirà un po’ di nausea, saprà che si sta ammalando; non come adesso che si sente così per avere fumato troppo o troppo poco. Paragonata la sua vita a quando fumava, si sente benone. Ma poi comincia a capitargli qualcosa di insidioso…
Comincia a ricordare la migliore sigaretta che ha mai fumato. Può essere una di quelle che aveva fumato 10, 20 o magari 40 anni prima. Ricorda la calda emozione speciale di quella meravigliosa sigaretta. Ci pensa a lungo e magari cerca di riafferrare quel momento. Sfortunatamente, tuttavia, sarà il momento a ricatturare lui. Ancora una volta sarà nella morsa di una dipendenza che lo farà fumare sempre di più per goderne sempre meno. Questa volta potrebbe non riuscire più a smettere. Questa meravigliosa sigaretta gli costerà la libertà, la salute e magari la vita. Non fate questo errore quando smettete. Ricordate come erano le sigarette il giorno che avete smesso, perché così è come saranno il giorno che tornerete indietro da loro, non importa quanto distino fra loro questi due giorni. Ricordate come erano e NON FATE PIÙ NEMMENO UN TIRO!
Parti di questo testo, ampliate dal nostro Staff, sono tratte dal libro “Non fare più nemmeno un tiro” di Joel Spitzer, molto utile sia per chi vuole smettere di fumare che per chi ha già smesso e vuole evitare di “cadere in tentazione”. E’ un libro gratuito, scaricabile legalmente dal link contenuto nel nostro articolo: Non fare più nemmeno un tiro: il libro gratuito per chi ha smesso e per chi vuole smettere di fumare
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