Una impresa cerca sempre di operare secondo comportamenti efficienti, cioè comportamenti che raggiungono i fini desiderati con mezzi minimi (oppure, che è lo stesso, che raggiungono il massimo risultato possibile dati i mezzi disponibili).
Coerentemente con questa impostazione, possiamo allora ritenere che l’obiettivo finale di una impresa sia quello di rendere massima la differenza fra quanto riesce a otte-
nere dalla vendita dei propri prodotti, i ricavi, e quanto essa deve pagare per avere la disponibilità dei fattori produttivi necessari, i costi.
La differenza fra i ricavi e i costi rappresenta il profitto. Si assume in genere che l’impresa abbia l’obiettivo di massimizzare il profitto, così definito:
Profitto = Ricavi totali – Costi totali
Abbiamo detto «si assume» perché molti economisti hanno fatto notare che ritenere il profitto il vero e unico obiettivo dell’impresa potrebbe essere troppo unilaterale. Da un lato si sottolinea che spesso gli imprenditori non cercano di raggiungere proprio il massimo profitto, ma si accontentano soltanto di un livello di profitto ritenuto soddisfacente, poiché sarebbe estremamente complicato, nella complessa gestione di un’impresa, sapere se il livello di profitto che si è raggiunto, ritenuto comunque accettabile, sia effettivamente il massimo raggiungibile. Dall’altro si sostiene che vi sarebbero altri obiettivi possibili per l’impresa, e in particolare la massimizzazione della crescita, cioè delle vendite, per poter avere un maggior potere di mercato.
E stato però fatto osservare da altri economisti che questi obiettivi alternativi rappresenterebbero degli strumenti intermedi, necessari per il raggiungimento del risultato finale, che rimarrebbe comunque la massimizzazione del profitto (un’impresa che privilegia l’obiettivo della crescita nel lungo periodo conseguirà anche, di norma, profitti più elevati).
Anche se nei casi concreti non è possibile verificare che il profitto ottenuto dall’impresa sia davvero il massimo possibile, è dunque ragionevole pensare che esso rappresenti comunque l’obiettivo principale degli sforzi di chi conduce l’impresa.
Dato che il profitto è dato dalla differenza fra ricavi totali e costi totali, per conseguire questo obiettivo l’imprenditore dovrà produrre quella quantità di output in corrispondenza della quale tale differenza è massima.
Produttività media e marginale
La produttività dei fattori produttivi misura il contributo dei fattori impiegati (lavoro, capitale, terra) alla produzione complessiva. Si definisce produttività media di un fattore il rapporto tra la quantità totale prodotta e la quantità impiegata di quel fattore:
Produttività media del fattore x = Quantità totale prodotta/Quantità impiegata del fattore x
Per esempio, se la produzione di 1000 automobili ha richiesto l’impiego di 10.000 ore di lavoro (oltre, ovviamente, all’impiego di macchinari, materie prime ecc.) diremo che la produttività media del lavoro è 1000/10.000 = 0,1.
Si definisce invece produttività marginale di un fattore l’aumento nella quantità totale prodotta ottenuta impiegando una unità in più di quel fattore (ferme restando le quantità impiegate di tutti gli altri):
Produttività totale prodotta marginale = Aumento della quantità totale prodotta/Aumento della quantità impiegata del fattore x
Supponiamo che, inizialmente, un’impresa abbia prodotto 200 lavatrici impiegando 8 tonnellate di materie prime, 400 ore di fattore lavoro e 20 ore di fattore capitale (macchinari); e che successivamente, impiegando le stesse 8 tonnellate di materie prime e 400 ore di fattore lavoro ma aumentando a 21 le ore di fattore capitale impiegato, ottenga 205 lavatrici.
L’aumento di un’ora di lavoro macchina ha fatto aumentare la quantità prodotta di cinque unità: possiamo allora dire che la produttività marginale del fattore capitale (macchinario) è 5/1 = 5.
Va detto che, a causa dell’operare della legge dei rendimenti decrescenti, di norma la produttività marginale di un qualunque fattore rivela un andamento anch’esso decrescente: all’aumentare delle dosi impiegate di un fattore produttivo, ferme restando quelle di tutti gli altri, la produzione complessiva cresce sì, ma con incrementi via via più piccoli.
All’aumentare delle dosi impiegate di un fattore produttivo (nel nostro caso il fattore capitale), ferme restando quelle degli altri fattori, le quantità prodotte (nel nostro caso le lavatrici) crescono con incrementi sempre più piccoli. La produttività marginale di un fattore (nel nostro caso il fattore capitale) mostra così un andamento decrescente (5, poi 4,3 ecc.).
Leggi anche:
- Psicologia economica: cos’è e come usarla a nostro vantaggio
- Effetto alone e bias cognitivo in psicologia, economia, marketing
- Charles Darwin, effetto Dunning-Kruger e sindrome dell’impostore
- Effetto von Restorff: cos’è e come usarlo a tuo vantaggio
- Teoria del cigno nero: significato della metafora in psicologia con esempi
- Differenza omicidio di primo e secondo grado, manslaughter e murder
- Differenza tra omicidio volontario, colposo e preterintenzionale
- Differenza tra arma da fuoco ed arma da sparo con esempi
- Il condizionamento meccanico nella vita quotidiana: il “lavaggio del cervello” delle pubblicità
- Sindrome Genovese ed effetto spettatore: la diffusione della responsabilità e l’ignoranza collettiva
- Sindrome di Napoleone: quando essere basso ti rende aggressivo
- Effetto Werther (copycat suicide): quando il suicidio è contagioso
- Effetto Papageno: quando i media ti salvano dal suicidio
- Colpo di sonno alla guida: sanzioni, conseguenze, ritiro patente
- Psicologia sociale: definizione, obiettivi, autori e storia in Europa ed USA
- Differenza tra psicologia sociale, sociologia e antropologia
- Euristiche e bias cognitivi: i 16 modi con cui il tuo cervello ti porta a sbagliare
- Analfabetismo funzionale: significato e differenze con l’analfabetismo “classico”
- Fallacie logiche nella retorica ed in politica: caratteristiche, tipi esempi
- Differenza tra arma automatica e semiautomatica con esempi
- Elenco di varie tipologie di armi suddivise per tipo
- Differenza tra arma bianca, da fuoco e da taglio
- Coronavirus, in Italia igienizzanti alle stelle: Amuchina su Amazon a quasi 100 euro
- La storia di Luigi, disoccupato e disposto a cedere un rene per poter lavorare
- Shopping compulsivo o “normale”: come faccio a distinguerli?
- Psicologia delle folle: i comportamenti primitivi del singolo all’interno di un gruppo
- Devianza, comportamento criminale e criminologia in psicologia da Lombroso ad oggi
- Le dieci caratteristiche di una donna forte a cui devi tendere se manchi di autostima
- Capro espiatorio: definizione e significato in psicologia e sociologia
- Autostima: come ritrovarla dopo un fallimento ed avere successo al tentativo successivo
- Il dilemma del porcospino: empatia e giusta vicinanza tra individui nella società
- Lo sport nazionale italiano non è il calcio: è criticare
- Dinamico, riflessivo, elastico o creativo? Scopri che tipo di cervello sei
- Il tuo cervello è di destra o di sinistra? Scoprilo con il test Sommer
- Riflesso di Pavlov, ricompensa di Thorndike, gabbia di Skinner: il condizionamento meccanico
- Associazione, effetto e rinforzo: le leggi del condizionamento
- Apprendimento inconsapevole, assuefazione, messaggi inattesi: le forme di apprendimento
- Effetto Pigmalione in psicologa, nell’insegnamento, nella vita e nell’amore
- Effetto Cocktail Party: discriminare la voce dell’interlocutore e interessarsi se qualcuno dice il nostro nome
- Creatività in psicologia: definizione, significato, pensiero divergente
- Problem solving: cos’è, caratteristiche, tecniche, fasi ed esempi
- Cosa può fare l’insegnante per stimolare la creatività degli alunni?
- Differenza tra psicologia sociale, sociologia e antropologia
- Effetto farfalla: significato e passaggio dalla fisica alla psicologia
- Comunicazione non verbale in psicologia: esempi, gesti, postura, funzioni, percentuale
- Prossemica, distanza, territorio e linguaggio non verbale in psicologia
- Cinesica, espressione del volto, sguardo, gestualità e postura in psicologia
- Pragmatica della comunicazione e teoria degli atti linguistici in psicologia
- Comunicazione, principi conversazionali e teoria sistemico-relazionale in psicologia
- Gli assiomi della comunicazione e i paradossi di Watzlawick in psicologia
- Scena e retroscena di Goffman e teoria del doppio legame di Bateson
- I dieci comportamenti che comunicano agli altri che sei una persona introversa
- Oggi sono 30 anni dal Black monday: il Lunedì nero dell’economia mondiale
- Devianza, comportamento criminale e criminologia in psicologia da Lombroso ad oggi
- Come l’invenzione dell’ascensore ha cambiato l’economia
- Autostima: come ritrovarla dopo un fallimento ed avere successo al tentativo successivo
- La tua vita è difficile? Ti spiego tutti i segreti per ritrovare la fiducia in te stesso ed aumentare la tua autostima
- Attenzione alle pagine Facebook che sfruttano disabili, malati e fake news per fare soldi: come difendersi
- Apofenia e pareidolia (illusione pareidolitica): spiegazione, esempi
- Sillogismo: spiegazione, tipi, esempi, etimologia
- Fallacia dello scommettitore o del giocatore d’azzardo
- Fallacia della mano calda: significato ed esempi
- Fallacia del cecchino texano e clustering illusion: significato ed esempi
- Fallacia della brutta china (del piano inclinato): significato, esempi
- Argumentum ad ignorantiam: significato ed esempi
- Argumentum ad judicium (ad populum): significato ed esempi
- Argumentum ab auctoritate (argomento autorevole) significato, esempi
- Argumentum ad hominem e ad personam: contestare l’interlocutore e non le sue idee
- Ignoratio elenchi: la manovra diversiva di chi “finge di non capire”
- Reductio ad Hitlerum e legge di Godwin: significato ed esempi
- Effetto carrozzone, groupthink, pensiero di gruppo e saggezza della folla
- Reductio ad absurdum (dimostrazione per assurdo) e argomento fantoccio
- Fallacia dell’ignoranza invincibile e ragionamento circolare (diallele)
- Effetto Mandela in psicologia: quando non puoi fidarti della tua memoria
- Meccanismi di difesa in psicologia: rimozione, negazione, proiezione, sostituzione, repressione, distorsione
- Differenza tra ergastolo e fine pena mai
- Differenza tra ergastolo semplice ed ostativo
- Differenza tra morte assistita (suicidio assistito), eutanasia e testamento biologico
- Differenza tra morte clinica, biologica, legale, apparente, improvvisa ed istantanea
- Rasoio di Occam: se senti gli zoccoli, pensa al cavallo, non alla zebra
- Che significa davvero “Carpe diem”? L’invito ad apprezzare ciò che si ha
- Se vuoi essere felice, impara a vivere il presente
- Cosa significa “Panta rei”? Tutto scorre e legge di attrazione dei contrari
Lo Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!