Le epilessie si distinguono in:
- crisi epilettiche generalizzate (o “primarie”) distinte in:
- grande male o crisi tonico-clonica;
- piccolo male o assenza;
- crisi epilettiche parziali (o “focali” o “secondarie”) distinte in:
- semplici o elementari;
- complesse.
In questo articolo ci occuperemo brevemente delle crisi parziali.
Crisi parziali o focali
A differenza delle crisi epilettiche primarie generalizzate, che sono idiopatiche (cioè non se ne conosce la causa), le crisi parziali hanno invece in genere cause strutturali facilmente individuabili. L’identificazione dei sintomi focali della crisi, in particolar modo all’esordio, è di fondamentale importanza in quanto consente di localizzare la lesione epilettogena.
Le crisi possono essere semplici o complesse. Le crisi epilettiche parziali semplici, o elementari, non si associano a perdita di coscienza se i sintomi motori, sensoriali o psichici restano confinati a un solo lato del cervello. Le crisi epilettiche motorie locali, attribuibili a una lesione del lobo frontale controlaterale, sono caratterizzate da deviazione forzata degli occhi e del capo verso il lato opposto al focolaio di scarica e di frequente si associano a contrazione tonica e quindi a movimenti clonici degli arti controlaterali al focolaio.
La crisi motoria jacksoniana, in cui si osserva nell’arco di alcuni secondi una diffusione ordinata (“marcia”) di movimenti clonici dai muscoli interessati per primi ad altri muscoli omolaterali, è piuttosto rara e ha lo stesso significato localizzatorio delle crisi motorie focali del tipo più comune.
L’epilessia rolandica (epilessia silviana; epilessia con punte centro-temporali) è una forma relativamente comune e benigna di epilessia motori a focale caratterizzata da una notevole predisposizione ereditaria. Esordisce fra il 5° e il 9° anno d’età, manifestandosi con contrazioni cloniche unilaterali al volto e al corpo e con punte ad alto voltaggio nell’area rolandica inferiore controlaterale. L’attività a punte è accentuata durante il sonno a onde lente. Le crisi tendono a scomparire durante l’adolescenza. Forme analoghe di epilessia benigna vengono denominate in base alla sede del focolaio predominante di attività a punte (occipitale, parietale, frontale).
L’epilessia parziale continua è una particolare forma di crisi motoria focale caratterizzata da movimenti clonici di un singolo gruppo di muscoli, nella maggior parte dei casi del volto, delle mani o dei piedi. I movimenti si ripetono a intervalli regolari di pochi secondi e possono protrarsi senza interruzione per giorni o mesi senza diffondersi ad altre parti. Tale affezione è correlata a una lesione cortico-sottocorticale controlaterale e di regola non risponde adeguatamente alla terapia anticonvulsivante.
Le crisi epilettiche somatosensoriali, locali o “marcianti”, sono indice di lesioni situate in prossimità o all’interno del giro postcentrale controlaterale. Altre crisi epilettiche sensoriali focali (visive, uditive, olfattive o vertiginose), che si osservano raramente, sono altresì caratterizzate da un discreto valore localizzatorio.
Le scariche epilettiche che hanno origine nel lobo temporale (epilessia del lobo temporale) sono uniche in quanto l’evento iniziale della crisi (cioè l’aura) consiste frequentemente in un’allucinazione o in un’illusione percettiva (sensazione di familiarità, estraneità, paura, sensazione viscerale ecc.). Se tali esperienze soggettive costituiscono l’intero attacco, la crisi è classificata come parziale semplice. Se l’ama è seguita da un periodo di mancata reattività e alterazioni cornportamentali (schioccare le labbra, movimenti di masticazione o deglutizione e andatura incerta, fenomeni definiti automatismi), le crisi sono classificate come parziali complesse o psicomotorie.
Nei pazienti con crisi parziali semplici e complesse si osservano di regola lesioni encefaliche di vario genere. Tali lesioni danno origine a focolai epilettogeni nel tessuto circostante e per esse sono talora possibili interventi di escissione.
Il mioclono, focale o diffuso, costituisce spesso il sintomo principale dell’epilessia mioclonica giovanile, una forma comune e relativamente benigna di epilessia che insorge nell’adolescenza e risponde adeguatamente all’acido valproico. Un mioclono diffuso sensibile agli stimoli è caratteristico di certe gravi patologie dell’infanzia quali la malattia di Lafora e la tesaurismosi neuronale ereditaria, che evolvono in una demenza progressiva e hanno prognosi infausta.
È infine opportuno sottolineare che ogni crisi epilettica focale può evolvere in una convulsione generalizzata. Se ciò accade rapidamente o se il sintomo focale iniziale non viene riconosciuto, la crisi epilettica non è distinguibile dal grande male.
Per approfondire:
- Epilessia: definizione, etimologia, tipi, cause, diagnosi, rischi, cure
- Crisi epilettiche generalizzate (primarie): crisi tonico-clonica (grande male)
- Crisi epilettiche generalizzate (primarie): assenza (piccolo male)
- Epilessia tipo assenza infantile o picnolessia: cause, sintomi, diagnosi, cure
- Differenza tra epilessia generalizzata, primaria, parziale, focale, secondaria
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