Riduzione del volume dello sperma e aneiaculazione

MEDICINA ONLINE Relazione tra livelli di testosterone e riferita presenza di riduzione del volume dell'eiaculato

Relazione tra livelli di testosterone e riferita presenza di riduzione del volume dell’eiaculato

La riduzione del volume dell’eiaculato (ipoposia) è un segno accusato frequentemente da pazienti di un ambulatorio andrologico: in genere circa un terzo dei pazienti che ha problemi eiaculatori, lamenta un ridotto volume del liquido seminale. L’ipoposia consiste in una variabile riduzione della fuoriuscita anterograda dell’eiaculato fino all’aneiaculazione, di solito in presenza di una conservata funzione orgasmica. Una modesta riduzione del volume dell’eiaculato si associa usualmente al processo della senescenza. Può essere conseguente ad una diminuita attività delle ghiandole accessorie, la cui attività è testosterone-dipendente. Come si può vedere nella figura in alto nell’articolo, i livelli di testosterone plasmatici sono significativamente ridotti in pazienti con riferita riduzione del volume
dell’eiaculato. D’altra parte il sintomo può essere dovuto anche ad una incapacità alla corretta emissione anterograda dell’ eiaculato, che si riversa in vescica per un’incontinenza della struttura sfinterica del collo (eiaculazione retrograda). L’eiaculazione retrograda può infatti essere dovuta a danni del collo vescicale funzionali (farmaci anti-adrenergici, in particolare al bloccanti usati per la terapia dell’ipertrofia prostatica benigna) o strutturali o dei meccanismi di controllo neurologico dell’eiaculazione.

Nella nostra casistica il sintomo riduzione dell’eiaculato si associava significativamente con interventi chirurgici sulla pelvi e col diabete mellito, probabilmente a causa della neuropatia autonomica, anche quando queste condizioni venivano corrette per età del paziente. L’ER è infatti un frequente postumo di interventi sul bacino quali l’incisione chirurgica del collo vescica le, la prostatectomia, l’ablazione del retto, la linfadenectomia retroperitoneale. In questi casi si può avere un danno variabile all’eiaculazione che può essere virtualmente assente (eiaculazione secca nella prostatectomia radicale che si accompagna alla rimozione anche delle vescichette seminali) o parzialmente retrograda (prostatectomia transuretrale). Spesso questi interventi sono fatti sull’anziano per patologie maligne o comunque gravi, e questi pazienti sono, in genere, poco interessati alla fertilità. Quindi vanno solamente rassicurati, perché la reazione orgasmica è conservata. A volte, invece, avvengono anche in pazienti giovani sottoposti a linfadenectomia retroperitoneale per tumori del testicolo.

La linfadenectomia retroperitoneale risparmiante i nervi (nerve-sparing) è una tecnica chirurgica introdotta alla fine degli anni ottanta atta a preservare i nervi postgangliari originatisi dalla catena simpatica lombare e può dare risultati buoni in pazienti selezionati. La mancata informazione sul possibile danno eiaculatorio può comunque avere una grande importanza medico-legale, qualora la fertilità sia desiderata.
La neuropatia autonomica diabetica si accompagna spesso a disturbi eiaculatori, che comprendono l’eiaculazione retrograda fino all’aneiaculazione. Spesso questo quadro si verifica nell’anziano che, come abbiamo già detto, va solamente rassicurato. Un problema molto più importante è quello che deriva dai traumi spinali perché i traumi colpiscono spesso soggetti con un potenziale desiderio riproduttivo.

In Italia i maschi affetti da trauma spinale sono circa 80.000 e la maggior parte sono giovani. I danni da trauma spinale includono problemi erettili ed eiaculatori e possono essere anche permanenti in caso di lesioni dei centri toraco-lombari. In una certa percentuale di casi, il problema eiaculatorio può essere risolto con l’elettroeiaculazione e/o con l’eiaculazione vibratoria e la susseguente ART. Purtroppo la qualità del seme così ottenuto non è sempre molto buona e questo per ragioni poco chiare. Anche se vi può essere un certo grado di ipogonadismo susseguente al trauma o una maggiore facilità di
infezione genito-urinaria, queste non giustificano il danno seminale.

Un’altra possibile concausa al danno seminale è stata identificata nella posizione obbligata che questi pazienti sono costretti ad assumere nella seggiola a rotelle. Tale posizione può determinare una relativa ipertermia scrotale. È possibile poi che la denervazione di per sé (e la conseguente alterata motilità del TGM) determini la cattiva qualità del seme.

La qualità del seme sembra migliore quando è possibile facilitare l’eiaculazione con la stimolazione vibratoria, ma questo è possibile solo quando il circuito del riflesso bulbocavernoso è conservato, cioè quando la lesione è superiore a T10-L3. In questi casi inoltre l’eiaculazione è spesso anterograda. Il prelievo diretto degli spermatozoi dal testicolo o dall’epididimo rappresenta un’altra alternativa per il recupero di spermatozoi da questi pazienti, ma tali procedure sono obbligatoriamente associate a fertilizzazione “in vitro” e quindi risultano oltreché traumatiche anche molto costose.

La terapia dell’eiaculazione retrograda si basa, quando possibile, sull’estrazione dalla vescica di spermatozoi validi al fine di una riproduzione assistita (ART). La vescica viene cateterizzata al fine di infondere una soluzione salina tamponata e di garantire il recupero post-eiaculatorio della mistura contenente spermatozoi. La procedura è valida, ma risulta però relativamente invasiva e poco gradita dai pazienti. Un modo più semplice è quello di alcalinizzare le urine facendo bere al paziente mezzo litro di acqua contenente alcuni grammi di bicarbonato due ore prima dell’eiaculazione. Dopo l’eiaculazione, l’urina viene raccolta e gli spermatozoi isolati e utilizzati per ART. Alternativamente, possono essere usati farmaci che aumentano la trasmissione simpatica (fenilpropanolamina 25 mg per os due volte al giorno; oxedrina 15-60 mg i.v.) o che inibiscono la trasmissione parasimpatica (bromofeniramina maleato 8 mg per os due volte al giorno). Buoni risultati sono stati descritti con l’imipramina (25-50 mg/die),
iniziando una settimana prima dell’attesa ovulazione della partner.

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