Come non pagare le tasse: traslazione, rimozione, elusione ed evasione fiscale

MEDICINA ONLINE LAVORO PC WORK WORKING OFFICE UFFICIO IMPIEGO OCCUPAZIONE PSICOLOGIA DISOCCUPAZIONE NUOVI LAVORI SOLDI COMPUTER PROGRAMMA APP SOCIAL STUDIO APPUNTI WORDCome noto a tutti, lo Stato Italiano applica le imposte, o altri tributi, per realizzare i propri obiettivi, ma il comportamento che i contribuenti mettono in atto può far sì che, talvolta, essi non vengano raggiunti. La prima reazione di molti contribuenti all’introduzione di un’imposta è infatti quella di sottrarsi al pagamento e questo avviene in molti casi, talvolta legalmente e talvolta violando le leggi. In quest’ultimo caso si parla di “evasione fiscale”, un problema che impoverisce uno stato e costringe, chi invece le tasse le paga interamente, a pagare di più per bilanciare chi evade.

Come qualsiasi commercialista sa bene, esistono fondamentalmente quattro modi per non pagare una imposta, di cui tre legali ed il quarto illegale:

  • traslazione dell’imposta;
  • rimozione dell’imposta;
  • elusione fiscale;
  • evasione fiscale (NON legale).

Traslazione dell’imposta

Esiste un primo metodo legale e molto semplice per non pagare un’imposta: farla pagare a qualcun altro. Può sembrare una battuta ma non lo è.
Il contribuente di diritto, ossia colui che lo stato ha individuato come soggetto passivo di imposta, può, in determinate circostanze, trasferire ad altri l’onere del pagamento. Per esempio, un’imposta di 50 euro per ogni automobile prodotta non incide necessariamente sull’impresa costruttrice. Questa potrebbe infatti aumentare il prezzo di vendita di 50 euro e scaricare totalmente il costo dell’imposta sui consumatori. Si parla in questo caso di traslazione in avanti dell’imposta.
Naturalmente non sempre la traslazione completa è possibile. L’aumento del prezzo provoca probabilmente una diminuzione della domanda e quindi l’imposta incide almeno in parte sull’impresa. Inoltre se esiste concorrenza da parte di imprese non soggette all’imposta, per esempio quelle estere, l’aumento dei prezzi non sempre è conveniente e/o possibile e la traslazione in avanti non avviene o è solo parziale.
Può anche accadere che lo stato decida di colpire il consumatore e che questi riesca a trasferire l’onere sulle imprese. Immaginiamo che venga istituita un’imposta sulle sigarette e che le imprese produttrici, in forte concorrenza fra loro e timorose di una riduzione della domanda, decidano di mantenere i prezzi stabili, decurtando piuttosto i propri profitti. In questo caso l’imposta incide sull’impresa e si parla di traslazione all’indietro dell’imposta.

Rimozione dell’imposta

Il fenomeno della traslazione può avere effetti indesiderati, ma non diminuisce il gettito per lo Stato Italiano. Nell’esempio precedente l’imposta potrebbe avere il duplice obiettivo di diminuire un fenomeno considerato dannoso per la salute e di raccogliere una certa cifra. Se si verifica una traslazione all’indietro solo il primo obiettivo viene mancato.
Esistono invece casi in cui il comportamento dei contribuenti è tale da far diminuire il gettito complessivo per lo Stato. L’introduzione di un’imposta sul consumo di un certo bene (per esempio, gli smartphone) può, in certe condizioni, causare un aumento del prezzo di vendita che porta ad una diminuzione della domanda. In altre parole per non pagare un’imposta sul consumo, il consumatore rinuncia al consumo stesso. In questo caso il gettito risulta diminuito a causa del restringimento della base imponibile. Questo fenomeno si definisce rimozione d’imposta e causa una diminuzione del gettito per lo Stato.

Elusione fiscale

Un’altra via legale per evitare di pagare le imposte è l’elusione fiscale che consiste nello sfruttare tutte le scappatoie legali esistenti per sottrarsi all’onere tributario. Supponiamo che sulla seconda casa si paghino più imposte che sulla prima. Nulla vieterebbe di intestare formalmente la propria seconda casa a un familiare come prima casa, realizzando un risparmio di imposta.
Tanto più la legislazione fiscale di un paese è complessa e differenziata, tanto più aumentano le possibilità di elusione. Spesso pagare un commercialista si rivela quindi un buon investimento, almeno per contribuenti molto facoltosi e con redditi e beni patrimoniali di diversi tipi, perché consente di risparmiare, in imposte non pagate, più di
quanto si paghi per la consulenza fiscale.
L’elusione, pur essendo eticamente e moralmente discutibile, è del tutto legale e comporta una diminuzione, in genere molto elevata, per il gettito dello Stato.

Evasione fiscale

Infine esiste un’ulteriore via per sottrarsi al pagamento dell’imposta e cioè quella di non pagarla affatto, pratica purtroppo estremamente diffusa in Italia. Questo fenomeno viene definito “evasione fiscale” ed è illegale, a differenza di quelli visti finora che sono invece legali, ed avviene principalmente tramite l’occultamento parziale o totale della base imponibile, che, in parole semplici, significa che il contribuente appare allo Stato come più povero di quello che in realtà sia. L’evasione costringe chi paga le tasse a pagare anche per chi non le paga ed è non solo una pratica illegale, ma anche moralmente discutibile e sconsigliata. L’evasione comporta una enorme diminuzione per il gettito dello Stato.

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