Paralisi ipnagogica: cause, sintomi, diagnosi e terapia

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La paralisi del sonno si associa spesso ad allucinazioni ipnagogiche

Con “parasonnia” (in inglese “parasomnia”) in medicina del sonno si indica un gruppo di disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti anomali durante il sonno, più frequenti tra i bambini. Di seguito riportiamo una delle possibili classificazioni delle parasonnie:

  • disordini dell’arousal
    • risvegli confusionali;
    • sonnambulismo;
    • pavor nocturnus (terrore notturno);
  • disordini della transizione sonno-veglia
    • movimenti ritmici in sonno (jactatio capitis);
    • sussulti ipnici;
    • sonniloquio;
    • crampi notturni;
  • parasonnie associate al sonno REM
    • incubi (sogni a contenuto terrifico o crisi d’ansia in sonno);
    • paralisi ipnagogica;
    • erezioni dolorose durante il sonno (tumescenza notturna peniena e clitorale);
    • arresto sinusale in REM;
    • disordini comportamentali in REM;
  • altre parasonnie
    • bruxismo in sonno;
    • enuresi notturna;
    • disfagia notturna salivare;
    • distonia notturna parossistica;
    • morte improvvisa nel sonno (da causa sconosciuta);
    • russamento idiopatico;
    • sleep apnea infantile;
    • sindrome della morte improvvisa del lattante (o “morte in culla” o “SIDS”);
    • sindrome da ipoventilazione centrale congenita;
    • mioclono benigno neonatale in sonno;
    • sexsomnia (sleep sex).

In questo articolo ci occuperemo in particolare della paralisi ipnagogica.

Paralisi ipnagogica

La paralisi ipnagogica, anche chiamata “paralisi del sonno ” e “paralisi familiare nel sonno“, consiste nell’impossibilità di compiere qualsiasi movimento volontario all’addormentamento o al risveglio. Il soggetto può presentare anche allucinazioni ipnagogiche a carattere terrificante che ne incrementa il disagio. Alcuni Autori giapponesi hanno individuato questo fenomeno, denominato «kanashibari» dalla cultura locale, in alta percentuale (circa 40% della popolazione studentesca esaminata).

Cause e fattori di rischio

Le cause specifiche della paralisi del sonno sono attualmente non note. Il disturbo sembra per lo più sotteso da modifiche microstrutturali o da disfunzioni neurochimiche e immunologiche del meccanismo di inibizione del tono muscolare in fase REM. L’alta
incidenza del fenomeno nel gruppo etnico giapponese sarebbe legata sia a fattori di tipo esogeno quali stress psicofisico o alterato ciclo sonno-veglia che a fattori endogeni quali il sesso (femminile) e l’età (adolescenza).

Fattori scatenanti

Stress emotivi e fisici potrebbero favorire gli episodi di paralisi in individui predisposti. altri possibili fattori scatenanti potrebbero essere la deprivazione prolungata di sonno, l’abuso di alcolici, una scarsa igiene del sonno, gli episodi traumatici ripetuti e l’uso di droghe.

Sintomi e segni

La paralisi ipnagogica è il tipico sintomo della tetrade narcolettica, può tuttavia ritrovarsi come fenomeno isolato. La paralisi motoria è completa ad eccezione dei muscoli respiratori e oculomotori. L’esperienza è di solito sconvolgente per chi ne viene coinvolto, a sensorio di norma integro e in corso di buon livello di vigilanza. Gli episodi possono durare da uno a più minuti per poi interrompersi spontaneamente o in seguito a stimolazione esterna (tattile e uditiva) o interna quale un’oculomozione rapida e ininterrotta.
Episodi isolati possono manifestarsi in periodi di cambiamento di orario lavorativo (turnisti) o di jet-lag. Il soggetto può presentare oltre ad un’ansia acuta e marcata, allucinazioni ipnagogiche a carattere terrificante che ne incrementa il disagio. Questo disturbo, specie se ripetuto, può determinare una forte ansia del soggetto che ha addirittura paura di andare a dormire per paura di vivere nuovamente l’esperienza. In alcuni casi il disturbo può causare o favorire malattie psichiatriche, come la depressione ed il disturbo da stress post traumatico.

Esordio

Il picco di esordio si colloca in genere nell’adolescenza o comunque in età giovanile, raramente nell’infanzia o in età matura, senza prevalenza nei due sessi, eccezion fatta per le forme familiari.

Quadro polisonnografico

Gli episodi sono associati a soppressione del tono muscolare e ad un pattern EEGrafico di veglia dominato dall’estrema presenza di movimenti oculari all’elettrooculogramma. Talora i soggetti tendono a divenire sonnolenti nel corso dell’episodio e, in tal caso, l’EEG indica un rallentamento che concomita alla comparsa di movimenti oculari lenti. Una transizione diretta dal o nel sonno REM è stata più volte documentata.

Esami di laboratorio

È utile il test di istocompatibilità per gli antigeni HLA che, nel caso in cui ci troviamo di fronte ad un paziente narcolettico, mostrerà la tipica positività antigenica DR2 o DQVl.

Evoluzione

Nei casi isolati il decorso del disturbo dipende dall’intervento dei fattori predisponenti quali la deprivazione ipnica, le abitudini di sonno irregolari e altri disturbi del ritmo sonno-veglia. Individualmente lo stress psicologico, l’eccessivo affaticamento o la posizione supina nel sonno possono essere riportati come fattori predisponenti. Nelle forme familiari dominanti legate al cromosoma X o nella narcolessia il disturbo presenta invece carattere cronico.

Diagnosi differenziale

Non pone particolari problemi. I casi isolati e familiari si differenziano infatti facilmente da quelli associati a narcolessia, in cui la sonnolenza, la cataplessia e le allucinazioni ipnagogiche completano la tetrade sintomatologica. Simile alla paralisi ipnagogica nella sua forma familiare è la malattia di Gamstorp o paralisi periodica iperkaliemica che, con accreditata familiarità, si configura nel quadro dell’adinamia episodica ereditaria, tuttavia la paralisi ipokaliemica è invece forse l’unica condizione che più facilmente mi-
ma tutte le caratteristiche della paralisi ipnagogica. Infatti gli episodi si manifestano a riposo e tipicamente al risveglio. La diagnosi è tuttavia facilitata dalla verifica di una trasmissione familiare che predilige il sesso maschile, con picco d’esordio adolescenziale, mentre le analisi di laboratorio mostrano nella fase acuta un’ipokaliemia, la cui correzione risolve prontamente la condizione clinica che il più delle volte è indotta da libagioni ad alto contenuto glucidico o francamente alcolico.
L’immobilità degli stati isterici o psicotici va distinta in base alle caratteristiche cliniche d’accompagnamento. Le crisi generalizzate atoniche si manifestano preferenzialmente nelle ore diurne, mentre i drop attacks dell’insufficienza vertebro-basilare si manifestano senza cause precipitanti in pazienti più anziani in corso di veglia e in posizione ortostatica, senza alcuna relazione con la transizione veglia-sonno.
Vanno ancora prese in considerazione neuropatie funzionali focali da compressione legate a fenomeni posturali quali la «paralisi del sabato sera».

Terapia non farmacologica

Nelle forme isolate è indicato eliminare i fattori precipitanti (stress, deprivazione di sonno, alcol, droghe…). Certamente utile è migliorare l’igiene del sonno. In alcuni casi è di estremo aiuto la psicoterapia cognitivo comportamentale.

Leggi anche: Igiene del sonno: come aumentarla per dormire bene ed evitare l’insonnia

Terapia farmacologica

In caso di discreta frequenza del disturbo, è opportuno tentare un ciclo di terapia con antidepressivi triciclici.

Per approfondire: Paralisi del sonno e allucinazioni ipnagogiche: cause, pericoli, rimedi

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