Come dormiamo? Il sonno REM e sonno NREM dal neonato all’anziano

MEDICINA ONLINE NEONATO BAMBINO BIMBO GENITORE PAPA PADRE FIGLIO DORMIRE SONNO LETTO NOTTE MATERASSO CUSCINO DONNA SLEEP APNEA OSTRUTTIVA RESPIRARE BITE DENTI RUMORE CERVELLO RIPOSO STRESS SVEGLIA OROLOGIO MELATONINA INTEGRAlla neurofisiologia del sonno si pongono due quesiti fondamentali, in apparenza semplici, nella realtà tanto complessi da non trovare al presente risposte definitive nonostante il grande progresso di conoscenze realizzatosi negli ultimi 50 anni.
La prima delle due domande è «perché si dorme», cioè quale funzione svolge il sonno, così necessaria per l’organismo da impegnare tanta parte della nostra vita. Il secondo quesito, «come si dorme», riguarda le modificazioni somatiche e psichiche indotte nell’individuo dal sonno. Mentre su questo secondo aspetto le informazioni sono cresciute in modo vertiginoso, specie negli ultimi anni, sul primo non possono essere avanzate che ipotesi tratte da considerazioni in negativo ed estrapolando dalle conoscenze sui fenomeni che caratterizzano il sonno.

Come si dorme?

Il secondo campo di conoscenze sul sonno, sintetizzato con il quesito «come si dorme», comprende un’innumerevole serie di informazioni sulle modificazioni psichiche e fisiche indotte dal sonno, comprese quelle a livello cerebrale dove operano i meccanismi che regolano la sua comparsa, la sua cessazione e le modificazioni funzionali dei vari centri e sistemi. Le caratteristiche fondamentali del sonno umano e le conoscenze sui meccanismi cerebrali che le regolano sono in parte note, in parte ancora da chiarire. Nell’essere umano adulto normale il sonno è di solito monofasico (sonno notturno) o bifasico (sonnellino pomeridiano). La durata complessiva di sonno nelle 24 ore varia molto da soggetto a soggetto in base a vari fattori come età, sesso, professione, presenza di eventuali malattie, essendo mediamente di 7 ore, ma potendo scendere a 3 ore e forse anche a 90 minuti, senza che si debba diagnosticare insonnia, oppure salire a 10-12 ore sempre restando in una variante estrema di normalità. Del resto è accettato che le ore di sonno di ciascun individuo siano ridondanti rispetto al bisogno reale, ridondanza nota come «sonno di lusso».

Sonno REM e NREM

Il sonno notturno dell ‘adulto consiste in due tipi principali:

  • il sonno REM (“sonno paradosso”) caratterizzato dalla ricorrenza di salve di movimenti rapidi degli occhi (l’acronimo REM è ricavato infatti dall’inglese “Rapid Eye Movement”, che significa appunto “movimento oculare rapido”);
  • il sonno NREM (non rem o “sonno ortodosso”), noto anche come sonno lento in base ai suoi quadri dell’EEG (elettroencefalogramma) che non si accompagnano a movimenti rapidi degli occhi. L’acronimo NREM deriva da “Non Rapid Eye Movement”.

Il sonno notturno inizia come sonno NREM con successione irregolare di 4 fasi contraddistinte da quadri EEG caratteristici. Il sonno NREM è seguito dopo circa 90 minuti da un episodio di sonno REM. Nella notte si succedono 4 o 5 cicli di sonno NREM conclusi da un episodio di fase REM. Complessivamente la fase REM occupa il 20% dell’intero periodo di sonno della notte.
All’andamento circadiano mono- e bifasico del sonno dell’adulto si giunge attraverso tappe maturative che si esauriscono nell’adolescenza.

Nel neonato (primo mese di vita) e nel lattante fino all’età di 3 mesi, il sonno inizia con la fase «attiva» (equivalente a quella REM dell’adulto), seguita da quella «quieta». Il rapporto tra le due fasi è di circa il 50%; il sonno è polifasico e occupa di solito 18 ore su 24.

Già a partire dal primo anno di età la quantità complessiva di sonno nelle 24 ore diminuisce in modo consistente, riducendosi contemporaneamente la polifasicità e la percentuale di sonno REM; negli anni successivi, sino all’adolescenza, tali valori si spostano sempre più verso quelli dell’età adulta, mentre nel contempo anche l’architettura della polisonnografia acquista caratteristiche sempre più simili a quelle dell’adulto.

MEDICINA ONLINE Percentuale di sonno REM e di sonno ad onde lente al variare dell'età

Percentuale di sonno REM e di sonno ad onde lente (NREM) al variare dell’età

 

Dall’età di 30 anni in poi (e per tutta l’età adulta) si verifica una progressiva riduzione della percentuale delle fasi III e IV del sonno NREM (sonno profondo) che possono scomparire dopo i 60 anni (vedi immagine in alto); vi è comunque una notevole variabilità individuale tanto che persone di 90 anni possono dormire come un ventenne. Nel complesso comunque le persone anziane presentano risvegli notturni, episodi di apnea e movimenti corporei in maggior numero rispetto agli adulti giovani.

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