Con il termine “emorroidi” si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale che proteggono i muscoli dello sfintere anale durante il passaggio delle feci e giocano un ruolo molto importante nella continenza fecale; quando le emorroidi sono gonfie ed infiammate, diventano “patologiche” e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria, spesso semplicemente chiamata “emorroidi“. Esistono per le emorroidi una terapia medica (palliativa, che include il trattamento igienico-sanitario, farmaci ed antiemorroidari per uso topico), un trattamento ambulatoriale strumentale ed una terapia chirurgica. In questo articolo ci occuperemo in particolare degli antiemorroidari per uso topico.
Antiemorroidari per uso topico
Le supposte sono indicate per le lesioni del retto e del canale anale e devono essere trattenute fino al completo assorbimento.
Gli unguenti vanno applicati sulle lesioni marginali o all’interno: le cannule di cui spesso sono fornite le confezioni possono traumatizzare il canale anale per cui è preferibile il dito protetto da un guanto, o da un dilatatore anale. Questi ultimi due metodi hanno il vantaggio di consentire un massaggio e una riduzione della contrattura sfinterica che sostiene il dolore.
L’eparina o i prodotti ad azione eparinica vengono utilizzati ad una concentrazione dell’1-5% nelle trombosi e nell’edema peritrombotico. L’eparina somministrata per via topica non provoca sanguinamento.
L’idrocortisone in unguento allo 0,5% esplica un’ azione antinfiammatoria.
Gli anestetici locali di contatto portano un beneficio immediato. I derivati della cocaina ed il mentolo sono tutta- via pericolosi per la possibile sensibilizzazione allergica e
sono quindi da evitare. Con la pramoxina (Tronotene) tale rischio è pressochè nullo.
Gli antibiotici per uso topico rappresentano una indicazione insensata nel caso delle emorroidi sia per la loro inutilità a livello anale che per il pericolo di sensibilizzazioni allergiche nonché di selezione di germi resistenti e miceti. Il loro uso deve essere limitato ai casi in cui ci sia una infezione batterica accertata.
Alla vitamina P o rutoside viene attribuito un effetto sulla permeabilità capillare e quindi antiemorragico. Riducendo la perdita di liquidi extracellulari e quindi della sierosità da parte dei gavoccioli emorroidari può diminuire il prurito perianale.
È stato sfruttato nell’attacco emorroidario, anche l’effetto antiflogistico del 5′ ASA. Risultati iniziali buoni sono stati ottenuti con preparati topi ci (supposte) a base di antisieri.
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