Diagnosi di neuropatia periferica: esami, strumenti e diagnosi differenziale

MEDICINA ONLINE RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE FUNZIONALE CERVELLO GINOCCHIO,SCHIENA, ERNIA DEL DISCO, COLONNA VERTEBRALE MIDOLLO DIAGNOSTICA PER IMMAGINI RADIOGRAFIA ELETTROENCEFALO Magnetic resonance imaging Full Body MRICon “neuropatia periferica” si intende una patologia che colpisce il sistema nervoso periferico (SNP). La neuropatia può essere localizzata in:

  • un solo nervo (mononeuropatia);
  • in più nervi con coinvolgimento simmetrico (polineuropatia);
  • in più nervi con coinvolgimento asimmetrico (mononeuropatia multipla).

Una neuropatia periferica si definisce anche:

  • poliradicolonevrite: se la neuropatia è infiammatoria e colpisce la parte prossimale del nervo (ad esempio radicolite, sindrome di Guillain Barré, polineuropatie tipo CIDP);
  • multineuropatie: se causano lesioni in più parti del nervo (ad esempio neuropatia motoria multifocale).

Diagnosi

In molti casi diverse neuropatie hanno sintomi e segni in comune: per tale motivi è per il medico indispensabile usare diversi strumenti diagnostici, che includono:

  • anamnesi: una accurata anamnesi (raccolta dei dati e dei sintomi del paziente) è, come sempre avviene in medicina, molto importante per ottenere dal paziente informazioni utili per la diagnosi;
  • esame obiettivo: la raccolta dei segni è di vitale importanza per la diagnosi di una neuropatia;
  • esami di laboratorio: a parte l’emocromo, sono utili numerose analisi di laboratorio per la ricerca di cause tossiche, carenziali, metaboliche, disendocrine, infettive, amiloidosi e sarcoidosi, vascolari, autoimmuni, ereditarie);
  • elettromiografia ed elettroneurografia: sono strumenti utili per differenziare forme assoniche da mieliniche e neuropatie da malattie del sistema nervoso centrale;
  • diagnostica per immagini: radiografie, TC e risonanza magnetica possono essere utili per la diagnosi differenziale;
  • biopsia del muscolo e/o del nervo: sono indagini più invasive, utili quando le indagini meno invasive non hanno permesso di diradare ogni dubbio, dopo avere eseguito tutti gli accertamenti clinici ed elettrodiagnostici; è importante tuttavia ricordare che la biopsia è dirimente in alcuni casi, in particolare nelle vasculiti e nelle forme di amiloidosi del nervo.

Diagnosi differenziale

Una volta accertato, in base ai sintomi ed ai segni, che ci si trova di fronte a una malattia che interessa molti nervi periferici, il medico si deve porre tre interrogativi principali:

  • Si tratta di una polineuropatia, di una radicolopatia o di una poliradicolopatia, oppure di una malattia che interessa in modo casuale più nervi (mononeuropatia multipla?
  • Qual è il decorso della malattia?
  • Il deficit è dovuto a demielinizzazione o a degenerazione assonale?

Già in base ai sintomi e segni ed alle probabili cause scatenanti, si può indirizzare la diagnosi verso una polineuropatia o una mononeuropatia. Le neuropatie multiple sono di solito secondarie a una patologia vascolare sistemica o arteritica, mentre le polineuropatie hanno in genere una natura infiammatoria, metabolica, tossica, nutrizionale o eredodegenerativa, oppure sono dovute a una paraproteinemia.

Il decorso temporale consente di trarre utili conclusioni diagnostiche:

  • la maggior parte delle polineuropatie che si sviluppa nell’arco di 2-3 giorni è di natura infiammatoria (GBS), vasculitica o tossica (raramente);
  • le forme che si sviluppano nell’arco di alcune settimane possono essere infiammatorie o paraneoplastiche, ma è altrettanto probabile un’origine tossica o nutrizionale;
  • le forme che si sviluppano in alcune settimane o nell’arco di mesi hanno generalmente un’origine metabolica o paraneoplastica;
  • qualsiasi polineuropatia che evolva nell’arco di 5-10 anni è probabilmente correlata a un’alterazione del metabolismo, familiare o degenerativa; le uniche eccezioni a questa regola sono le neuropatie associate a paraproteinemie e alcune forme di neuropatia diabetica.

Molte forme di polineuropatia subacuta o forme meno croniche paraneoplastiche sono associate a segni di interessamento del sistema nervoso centrale (atassia cerebellare, encefalite limbica). Questo è vero anche per alcune forme di polineuropatia cronica ereditaria.

Le metodiche ausiliari più utili ai fini della diagnosi differenziale sono rappresentate dagli esami elettrodiagnostici, che consentono di differenziare le malattie caratterizzate da rallentamento della velocità di conduzione (demielinizzanti) da quelle principalmente assonali; forniscono, inoltre, informazioni sulla multifocalità delle lesioni, espressione di una demielinizzazione o di un infarto. Il grado di interessamento dei nervi e delle radici può essere stabilito mediante la valutazione del riflesso H e della risposta F. Anche la conservazione della conduzione sensitiva periferica nel contesto di un deficit sensitivo orienta verso una radicolopatia.

I test elettrofisiologici consentono anche di identificare le affezioni primitive del muscolo e della giunzione neuromuscolare. L’analisi del liquor può essere utile per documentare il notevole incremento delle proteine liquorali, come si verifica nel caso delle polineuropatie demielinizzanti acquisite e in alcune forme diabetiche. Le polineuropatie prevalentemente demielinizzanti sono poco numerose, essendo rappresentate soltanto dalla polineuropatia infiammatoria acuta (sindrome di Guillain-Barré), dalla forma cronica e da un sottogruppo di polineuropatie ereditarie.

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