Emicrania e cefalea (mal di testa): cause, sintomi, diagnosi, polisonnografia, cure

MEDICINA ONLINE CEFALEA COITALE ORGASMICA SESSUALE SESSO COPPIA LETTO DORMIRE INSONNIA SONNO.Il termine cefalea, comunemente chiamata “mal di testa”, viene attribuito a qualsiasi sensazione di dolore o fastidio che si localizzi a livello della testa. La cefalea può essere secondaria, cioè un sintomo della presenza di numerose patologie che la causano a monte, oppure essere malattia di per sé ed in tal caso viene definita primaria.
Nell’ambito delle cefalee primarie sono state identificate le seguenti forme:

  • emicrania;
  • cefalea tensiva;
  • cefalea a grappolo;
  • emicrania cronica parossistica.

Queste forme sono distinte fra di loro per tipo, sede, durata e frequenza del
dolore.

Sintomi e segni

Nell’emicrania il dolore è pulsante, preferibilmente unilaterale, dura dalle 4 alle 72 ore ed è accompagnato da nausea e/o vomito e fotofobia/fonofobia. Tale forma di cefalea insorge preferibilmente in età giovanile-media, con maggiore prevalenza nel sesso femminile. Le emicranie vengono divise in emicranie senza aura, ovvero quelle che in passato venivano chiamate “emicranie comuni”, ed emicranie con aura, ovvero quelle che in passato venivano definite “emicranie complicate”. In queste ultime, a differenza delle prime, il dolore emicranico viene preceduto da uno o più disturbi della vista, della parola, della sensibilità e motori che solitamente durano tra i 20 e i 60 minuti, per poi lasciare spazio alla comparsa del dolore alla testa.

La cefalea tensiva è caratterizzata da dolore gravativo-costrittivo, bilaterale, che dura da 30 minuti a 7 giorni, può associarsi o meno a contrazione muscolare e manifestarsi in forma episodica o cronica.

La cefalea a grappolo si manifesta con dolore unilaterale, di intensità severa, in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale, con durata da 15 a 180 minuti senza trattamento; le crisi possono verificarsi con frequenza variabile tra 1 attacco ogni 2 giorni e 8 attacchi al giorno;

L’emicrania cronica parossistica è simile alla cefalea a grappolo, ma le crisi durano generalmente meno tempo (da 2 a 45 minuti) e la frequenza degli attacchi è generalmente superiore, potendosi presentare spesso anche oltre 5 volte al giorno.

Cefalee e disturbi del sonno

Gli effetti del sonno sulle cefalee sono noti da tempo. Un eccesso di sonno, specie di quello profondo, così come la privazione di sonno, può avere effetti peggiorativi (Sahota e Dexter). Dal 1873è nota la possibilità di stroncare con il sonno un attacco di cefalea (Sahota e Dexter). Le cefalee, potendo determinare risvegli notturni, possono considerarsi come cause di disturbi del sonno e nella classificazione dei disturbi del sonno le cefalee sono considerate «malattie neurologiche associate a disturbi del sonno». Uno studio epidemiologico condotto da Puca e coll. (1992) ha evidenziato una prevalenza di insonnia molto più elevata in pazienti affetti da cefalea primaria, rispetto alla popolazione generale, senza significativa differenza fra i sessi. Il gruppo di pazienti con una forma di cefalea combinata (cefalea tensiva più emicrania) appariva più incline a sviluppare insonnia rispetto agli altri gruppi di pazienti affetti da un solo tipo di cefalea primaria (emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo o emicrania cronica parossistica). Significativamente più insonni apparivano poi i soggetti con cefalea tensiva rispetto a quelli con emicrania. Viceversa non veniva riscontrata alcuna relazione tra insonnia e durata di malattia o frequenza di crisi. La durata dell’insonnia era generalmente superiore alle tre settimane, e quindi persistente, in tutti i gruppi diagnostici, salvo che nella cefalea a grappolo in cui era soprattutto di tipo occasionale e
legata alle crisi di cefalea. In base alle modalità di comparsa dell’insonnia, la mista e l’intermedia (cioè da risvegli notturni) apparivano prevalere sulla iniziale (da difficoltà dell’addormentamento) e finale (da risveglio precoce) in tutti i gruppi diagnostici. Inoltre è stata descritta una maggiore incidenza di parasonnie in emicranici rispetto ai normali per pavor, sonnambulismo ed enuresi (Sahota e Dexter).

Quadro polisonnografico

Tre specifici tipi di cefalea: l’emicrania, l’emicrania cronica parossistica, la cefalea a grappolo, forma episodica, quando insorgono durante il sonno sono correlati al sonno
REM, oppure, come l’emicrania, anche al risveglio e allora appaiono correlati ad eccesso di sonno REM e di sonno allo stadio 3 e 4 (Sahota e Dexter).
Al contrario, la cefalea psicogena (attualmente la dizione è tensiva) non sembra essere correlata ad alcuna fase di sonno poiché, assente durante il sonno, si presenta dopo almeno 20 minuti dal risveglio (Sahota e Dexter).

Fisiopatogenesi

Data la frequente associazione tra disturbi del sonno e cefalee appare legittimo postulare una qualche chiave interpretativa per l’associazione tra insonnia e cefalea. Suggestiva a tal fine è la comunanza di taluni substrati ad entrambi i fenomeni: ad esempio, il locus coeruleus riveste importanza sia nel garantire la funzione biologica del sonno REM (vedi il capitolo sulla neurochimica), sia nell’emicrania, così come le stesse amine implicate nella produzione del sonno, la serotonina, la dopamina, la noradrenalina, appaiono coinvolte anche nel determinismo della cefalea (Sahota e Dexter).

Esami di laboratorio

L’esecuzione di indagini diagnostiche ha lo scopo di escludere forme di cefalea secondarie ad altra patologia e viene predisposta in base ad eventuali specifici sospetti clinici. Nelle forme primarie sia gli esami di laboratorio che quelli strumentali sono
negativi.

Diagnosi

La diagnosi di cefalea primaria viene effettuata attraverso l’anamnesi, laddove l’esame clinico generale e neurologico siano negativi.

Evoluzione

Tanto la cefalea quanto i disturbi del sonno tendono a cronicizzare se non sono affrontati in maniera pronta e adeguata.

Terapia non farmacologica

Si rivela particolarmente utile nei casi in cui la cefalea e i disturbi del sonno siano causati da fattori psicologici quali ansia, depressione, stress. Tecniche di rilassamento, biofeedback, psicoterapia possono risolvere con successo molti di
questi casi.

Terapia farmacologica

La frequente associazione tra disturbi del sonno e cefalea va tenuta presente in fase diagnostica al fine non solo di mirare meglio la terapia anticefalalgica supportandola con ipnoinducenti al bisogno, ma anche al fine di evitare un autogestito e pertanto improprio uso di farmaci, come avviene specialmente per gli ipnotici che sono largamente utilizzati dai pazienti cefalalgici coli disturbi del sonno (Puca e coll., 1992).

Per approfondire:

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