Età cronologica, anagrafica, biologica, fisiologica, sociale e psicologica

MEDICINA ONLINE CRESCITA MORTE ADOLESCENZA INFANZIA BAMBINI ANZIANI ADULTI VECCHI GENITORI NONNI FAMIGLIA INVECCHIAMENTO FASI DI CRESCITA ADOLESCENTE MAMMA PAPA NONNO ETA ANNO ANNI TEMPO CHE PASSAIl concetto di invecchiamento «viene riferito a quei processi di modificazione dell’organismo che avvengono dopo il periodo della maturità» (Birren, Renner, 1980). Gli stessi autori tuttavia preferiscono quest’altra definizione: «L’invecchiamento si riferisce a quelle modificazioni regolari che avvengono in organismi tipici geneticamente maturi i quali vivono in condizioni ambientali tipiche man mano che procedono con l’età cronologica» (Birren e Renner, 1977). In effetti, durante lo scorrimento dell’ età cronologica, le varie caratteristiche individuali non si modificano tutte con la stessa velocità e con lo stesso andamento nel tempo. L’invecchiamento visto attraverso i suoi risultati è una serie complessa di modificazioni in tutte le caratteristiche individuali che possono assumere quadri ben distinti tra individui e individui. Al fine di tener conto di questa grande variabilità individuale si è cercato di identificare concetti diversi di età ai quali far risalire le modificazioni delle varie funzioni dell’individuo. I concetti di età possono essere quattro:

  • età cronologica (o “anagrafica”);
  • età biologica (o “fisiologica”);
  • età sociale (o “di comunità);
  • età psicologica (o “di adattamento”).

L’età cronologica o “anagrafica”

L’età cronologica (o “anagrafica”) corrisponde con l’età convenzionale che tutti identifichiamo con il tempo trascorso dal momento esatto della nascita e che è registrata all’anagrafe.

L’età cronologica ha una unità di misura standard, quella definita dal calendario, a sua volta stilato in base a fattori astronomici (il numero di rivoluzioni della terra intorno al sole). Chi ad esempio è nato il primo gennaio dell’anno 2000, il primo gennaio dell’anno 2030 avrà una età cronologica che corrisponde a 30 anni. Come abbiamo visto nella definizione di invecchiamento si fa riferimento a questo concetto di età come parametro base al quale riferire l’inizio del periodo di passaggio a un’altra categoria di età dopo la maturità e si identifica il termine temporale con il quale valutare la velocità delle modificazioni (gli anni che trascorrono). In effetti le grandi eterogeneità riscontrabili circa le condizioni di invecchiamento tra individui della stessa età cronologica hanno indotto a introdurre ulteriori concetti di età in base ai quali valutare le modificazioni.

L’età biologica (o “fisiologica”)

Con età biologica o “fisiologica” si intende l’età che si può attribuire ad un soggetto sulla base delle sue condizioni fisiologiche, sia morfologiche (qualità di tessuti, organi e apparati che lo compongono) che funzionali (funzionamento di tessuti, organi e apparati) valutate rispetto a valori standard di riferimento.

Si fa riferimento all’età biologica come al parametro più obiettivo e realistico in base al
quale valutate le condizioni di invecchiamento dell’organismo, rispetto all’età cronologica, e questo è abbastanza chiaro poiché mentre l’età cronologica è un concetto convenzionale che fa riferimento a fattori esterni all’individuo (il calendario), l’età biologica fa riferimento a fattori interni all’individuo, in quanto legata in modo specifico allo stato dei vari organi, apparati e funzioni del suo organismo. L’età biologica è quindi il vero indice di invecchiamento di un individuo. In parole semplici: nel caso dell’invecchiamento biologico noi non faremmo più riferimento a un criterio convenzionale esterno, quante volte il pianeta Terra ha compiuto una rivoluzione della sua orbita intorno al Sole, ma potremmo far riferimento a fattori interni e specifici come quante volte si sono riprodotti i tessuti di un certo organo e quanto ancora potenziale riproduttivo rimane a tali tessuti. Inoltre nell’età biologica entrerebbero anche a far parte come sue determinanti gli eventi passati della vita dell’individuo, quanto sarebbe ancora preservato un organo rispetto alle stimolazioni e all’usura a cui fino a quel momento è stato sottoposto.

E’ quindi facile intuire, da quanto detto, come un soggetto di 50 anni abbia una età cronologica ovviamente superiore a quella di un soggetto di 40 anni, ma non è detto che il primo abbia necessariamente una età biologica superiore al secondo: un cinquantenne sportivo, normopeso, non fumatore e sano ha un’età biologica probabilmente inferiore ad un quarantenne sedentario, obeso, diabetico e fumatore.

Sebbene questo concetto di età biologica sia un concetto enormemente superiore come validità a quello di età cronologica, esso è ancora applicabile in modo poco generalizzato, mancando in gran parte i criteri operativi in base ai quali si dovrebbe definire tale criterio di età

L’età sociale (o “di comunità)

L’età sociale è quella che fa riferimento ai ruoli che il gruppo nel quale vive l’individuo ritiene compatibili per individui della sua età cronologica.

Per esempio un individuo in età lavorativa ha riconosciuto un ruolo attivo e produttivo nella società in cui vive, quindi ha una determinata età sociale; quando però la sua età cronologica per decisione arbitraria, burocratico-amministrativa, modifica il suo status sociale e lo fa diventare un pensionato, in realtà modifica radicalmente il suo ruolo sociale solo per ragioni puramente arbitrarie e lo fa passare da un individuo in piena attività produttiva a un’altra classe (ad un’altra età sociale), che è quella di individuo al quale non è più richiesto un ruolo attivo nell’ambito sociale. Spesso tale passaggio è obbligatorio e addirittura imposto all’individuo dalla società a prescindere dalle sue motivazioni, atteggiamenti, necessità e bisogni. In questo caso quindi il passaggio da un’età sociale ad un’altra non è un passaggio continuo, ma avviene per scatti e la decisione di tali scatti è spesso esterna all’individuo e indipendente dalla sua volontà.

L’età psicologica (o “di adattamento”)

L’età psicologica fa riferimento alle capacità adattative dell’individuo il quale risponde
in modo flessibile alle richieste ambientali e alle loro modificazioni.

Questo concetto di età identifica quindi tutti quei cambiamenti per mezzo dei quali l’individuo modula il proprio comportamento, la propria reattività emotiva e le proprie strategie cognitive secondo il divenire delle richieste ambientali e la disponibilità delle risorse interne. Nel momento in cui, per un eccesso di richieste o per un’insufficienza della risposta, i cambiamenti dell’individuo non siano più pienamente finalizzati alle condizioni nelle quali l’individuo vive, emergono i segni di disadattamento dell’individuo che vengono quindi attribuiti a un incremento della sua età psicologica. Per esempio, nel momento in cui un anziano comincia a sentire troppo gravoso il peso delle richieste quotidiane che gli vengono dall’ambiente di lavoro e vive con un aumentato senso di fatica e di precarietà lo sforzo che deve fare per mantenere un comportamento congruo con le richieste ambientali, tenderà a proteggersi da questa situazione di difficoltà soggettiva riducendo la disponibilità alle richieste ambientali oppure addirittura evitando la possibilità di tali richieste scegliendo se possibile di ritirarsi dall’attività lavorativa (pensionamento).

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