Con il termine “emorroidi” si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale che proteggono i muscoli dello sfintere anale durante il passaggio delle feci e giocano un ruolo molto importante nella continenza fecale; quando le emorroidi sono gonfie ed infiammate, diventano “patologiche” e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria, spesso semplicemente chiamata “emorroidi“. Esistono diverse terapie per la malattia emorroidaria e le sue complicazioni:
- terapie mediche:
- trattamento igienico-sanitario,
- farmaci per via orale,
- farmaci per via parenterale,
- antiemorroidari per uso topico,
- trattamenti ambulatoriali strumentali:
- terapia sclerosante,
- legatura elastica,
- crioterapia,
- dilatazione anale e sfinterotomia,
- evacuazione di ematoma anale,
- escissione dei cavoccioli emorroidari ambulatoriale,
- terapia sclerosante con coagulazione all’infrarosso,
- diatermoterapia bipolare,
- terapie chirurgiche.
In questo articolo ci occuperemo in particolare della storia e delle modalità di esecuzione della tecnica di legatura elastica delle emorroidi.
Legatura elastica
La legatura elastica delle emorroidi (in inglese “rubber band ligation” o “hemorrhoid banding“) consiste nell’introduzione di un anello di gomma alla base del pacchetto emorroidario al di sopra della linea pettinea: in tal modo si induce uno strangolamento che determina necrosi (cioè “morte”) del tessuto emorroidario nello spazio di circa 4 giorni.
Storia
L’introduzione del metodo della legatura elastica delle emorroidi ha segnato un importante progresso nella proctologia ambulatoriale in quanto supera la terapia sclerosante anche se certamente non la rimpiazza, e mira ad ottenere un risultato anatomico distruggendo con procedimento parachirurgico, i gavoccioli emorroidari.
L’americano Blaisdell nel 195413 realizzò un apparecchio che poneva un laccio alla base di un gavocciolo, ma le complicanze emorragiche fecero abbandonare questo metodo in
favore di quello di Barron che nel 1962 mise a punto la tecnica assai ingegnosa di apporre alla base del gavocciolo un elastico. In tal modo si otteneva una emostasi molto più sicura e prolungata ed una autentica exeresi. A differenza delle iniezioni sclerosanti non si eliminano soltanto i disturbi funzionali delle emorroidi rendendole asintomatiche, ma si elimina il tessuto emorroidario stesso e si ancora con un’area cicatriziale la mucosa ai tessuti sottostanti impedendone l’ulteriore
scivolamento.
Metodo
Il principio del metodo consiste nell’introdurre un anello di gomma alla base del pacchetto emorroidario situato nella parte superiore del canale anale ben al di sopra della linea pettinea, nella zona cioè dove la mucosa, ricoperta dall’epitelio cilindrico, contiene poche fibre nervose o non ne contiene affatto ed è quindi praticamente insensibile. L’unica sensibilità è insita nella parete rettale che avverte la presenza del corpo estraneo, rappresentato dall’elastico e dal gavocciolo legato. In tal modo si produce uno strangolamento che provocanecrosi del tessuto emorroidario nello spazio di 3-4 giorni. L’elastico resta in sede più a lungo, per circa 7-10 giorni, trattenendo il monconcino necrotizzato e in sfacelo e realizzando in tal modo una emostasi prolungata che mette generalmente al sicuro dalle emorragie tardive legate alla
caduta dell’ escara. Quindi due inconvenienti importanti e pericolosi quali il dolore e l’emorragia sono eliminati o ridotti, l’uno grazie alla legatura alta del peduncolo, l’altra grazie alla emostasi prolungata. Diciamo ridotti, più che eliminati, perché in realtà le propaggini della innervazione somatica in alcuni soggetti possono prolungarsi al di sopra della linea pettinea creando il presupposto per una sintomatologia dolorosa; inoltre un ipertono dello sfintere dovuto ad una condizione estrinseca anorettale, oppure accompagnato ad una accentuata emotività del paziente, fa avvertire a volte, seppure raramente in modo abnorme, la presenza del corpo estraneo e quindi un tenesmo
anche molto pronunciato; infine alla caduta dell’elastico una piccola emorragia è spesso notata dai pazienti. Di rado però è di notevoli proporzioni.
Questi inconvenienti comunque si possono ovviare:
- riducendo l’ipertono con dilatazioni o con la sfinterotomia;
- con iniezione di anestetico o olio fenolato nel gavocciolo ed alla sua base
- con la crioterapia del gavocciolo stesso.
Il rischio di emorragia viene ridotto con l’iniezione di liquido sclerosante alla base della legatura.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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