Con il termine “emorroidi” si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale che proteggono i muscoli dello sfintere anale durante il passaggio delle feci e giocano un ruolo molto importante nella continenza fecale; quando le emorroidi sono gonfie ed infiammate, diventano “patologiche” e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria, spesso semplicemente chiamata “emorroidi“. Esistono diverse terapie per la malattia emorroidaria e le sue complicazioni:
- terapie mediche:
- trattamento igienico-sanitario,
- farmaci per via orale,
- farmaci per via parenterale,
- antiemorroidari per uso topico,
- trattamenti ambulatoriali strumentali:
- terapia sclerosante,
- legatura elastica,
- crioterapia,
- dilatazione anale e sfinterotomia,
- evacuazione di ematoma anale,
- escissione dei cavoccioli emorroidari ambulatoriale,
- terapia sclerosante con coagulazione all’infrarosso,
- diatermoterapia bipolare,
- terapie chirurgiche.
In questo articolo ci occuperemo in particolare di risultati e complicanze della legatura elastica delle emorroidi.
Legatura elastica
La legatura elastica delle emorroidi (in inglese “rubber band ligation” o “hemorrhoid banding“) consiste nell’introduzione di un anello di gomma alla base del pacchetto emorroidario al di sopra della linea pettinea: in tal modo si induce uno strangolamento che determina necrosi (cioè “morte”) del tessuto emorroidario nello spazio di circa 4 giorni.
Risultati
Spesso già in una seduta, con una sola legatura, il prolasso sparisce con tutti i disturbi talvolta sproporzionati all’esiguità della sintomatologia obiettiva. Con la riserva che le indicazioni e la tecnica di esecuzione siano corrette, la legatura elastica può essere effettuata ambulatoriamente con facilità, rapidità e senza pericoli come la terapia sclerosante.
Al momento dell’esecuzione la legatura non è dolorosa ed il paziente lascia l’ambulatorio generalmente senza particolari fastidi potendo subito dopo riprendere la sua attività sociale e lavorativa.
L’assenza dal lavoro è nulla nel 70% dei casi e inferiore ai 3 giorni nel 16% dei casi. Un senso di fastidio, dolore o tenesmo può essere giustificato nei 2-5 giorni seguenti per la
presenza del corpo estraneo, ma può essere lenito da semicupi caldi o dall’ assunzione di analgesici.
Una piccola emorragia è tipica al decimo/quindicesimo giorno con la caduta dell’ anello elastico che fino a quel momento ha mantenuto l’emostasi stringendo il peduncolo.
Dopo 3-5 legature in un periodo di tempo più o meno lungo, possono persistere gavoccioli intermedi che continuano a sanguinare, troppo piccoli e quindi non più suscettibili di questo trattamento e che potranno essere trattati con iniezioni sclerosanti.
Il successo di questo trattamento può essere indicato dal rapporto tra il numero di pazienti trattati solo ambulatoriamente e quelli che dopo la legatura sono stati poi sottoposti ad emorroidectomia. Ciò si verifica nell’1-10% dei casi, nei quali l’indicazione era stata evidentemente sbagliata. Il buon risultato è evidenziabile sia all’anoscopia, come per le iniezioni sclerosanti, che con l’obiettiva scomparsa o riduzione del prolasso. La legatura non costituisce una terapia solo sintomatica, ma una vera e propria eliminazione fisica del tessuto emorroidario. La durata della remissione per oltre 10 anni si ha nel 40-80% dei casi.
Complicanze
Il dolore è dovuto ad erronea indicazione del metodo, nel caso di ipertono sfinteriale o in soggetti particolarmente ansiosi, oppure ad errata esecuzione per posizionamento
troppo basso dell’ elastico nelle zone sensitive del canale anale. Il dolore anale può essere molto intenso ed insopportabile nonostante i semicupi caldi e l’assunzione di analgesici.
Può essere tentata la rimozione dell’ elastico (prima che si inizi il processo necrotico indotto dall’ischemia del gavocciolo strangolato) mediante un uncino ed una forbice uncinata.
Si tratta di una manovra di non facile esecuzione facilitata dal posizionamento di un filo nell’interno dell’ elastico nei casi in cui si prevede un elevato rischio di rimozione.
Il tenesmo si risolve generalmente dopo le prime 24-48 ore con la riduzione di volume della legatura e con la caduta dell’elastico.
Può comparire successivamente all’espulsione dell’ elastico un senso di urgenza alla defecazione. La si osserva nei casi in cui la cicatrice è particolarmente ridondante ed ipertrofica e probabilmente si creano connessioni nervose con la tonaca muscolare tali che la distensione dell’ ampolla risulta particolarmente amplificata dal bottone di granulazione.
Il sanguinamento al cadere della legatura può essere particolarmente copioso fino a richiedere un tamponamento o – nei casi più gravi – una trasfusione di sangue.
La ritenzione urinaria è una complicanza relativamente frequente di tutti gli interventi nel canale anale. Si osserva talvolta anche dopo legatura elastica delle emorroidi, soprattutto nei pazienti di sesso maschile. Non è quasi mai necessario il cateterismo vescicale poiché il normale riflesso della minzione si ristabilisce con un bidet o un bagno caldo. La trombosi emorroidaria interna o esterna può dipendere dalla manipolazione dovuta alla legatura elastica. sono poi riferiti casi di proctite, di cellulite pelvica e di tetano.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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