Polipi intestinali: tipi, cause, fattori di rischio, fattori protettivi

MEDICINA ONLINE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO SCOPIA APPARATO DIGERENTE CIBO DIGESTIONE TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI EPATICA FEGATO VOMITOI polipi intestinali sono masse anomale di tessuto che si formano a partire dalla mucosa dell’intestino (specialmente nel colon e nel retto) e protrudono nel lume. Pur essendo formazioni benigne, con il tempo possono diventare maligni (carcinoma): per tale motivo motivo l’identificazione e l’eventuale asportazione dei polipi intestinali rappresenta un efficace strumento di prevenzione del cancro al colon-retto. Se il polipo aderisce direttamente alla parete dell’intestino, si definisce “polipo sessile“; se al contrario aderisce mediante un peduncolo, si definisce “polipo peduncolato“. I medici che si occupano di diagnosticare e curare i polipi del colon sono in genere quelli specializzati in gastroenterologia e in chirurgia generale.

Epidemiologia

L’incidenza dei polipi varia dal 7 al 50%. I polipi sono più spesso multipli e sono più comuni nel retto e nel sigma, mentre diminuiscono di frequenza andando verso il cieco. Circa il 25% dei pazienti con un cancro al colon-retto presenta anche polipi adenomatosi satelliti.

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Cause

Non esiste una vera e propria causa specifica unica che porta alla formazione di uno o più polipi intestinali, bensì una serie di fattori di rischio che – nel loro insieme – tendono ad aumentarne il rischio: la poliposi intestinale è quindi una tipica “patologia multifattoriale”.

Fattori di rischio

Fattori che aumentano il rischio di soffrire di polipi intestinali, sono:

  • sesso maschile;
  • razza (gli afroamericani sono più a rischio rispetto ai caucasici);
  • età avanzata (> 50 anni);
  • obesità o sovrappeso;
  • dieta povera di fibre;
  • dieta ricca di grassi saturi, carni rosse e “cibo spazzatura”;
  • alcolismo;
  • fumo di sigaretta;
  • malattie neurologiche e/o muscolari che rallentano il transito delle feci nel colon;
  • familiarità per poliposi o cancro al colon (il rischio di polipi aumenta fino a 4 volte se a soffrirne è un familiare e fino a 6 volte se i polipi sono comuni ad almeno 2 parenti di primo grado);
  • tendenza all’infiammazione intestinale (coliti frequenti);
  • vita sedentaria.

Fattori protettivi

I fattori protettivi più importanti sono la vita attiva, l’essere normopeso e soprattutto una dieta adeguata, che contenga le giuste quantità di fibre. Quest’ultimo fattore protegge non solo verso il cancro gastrico, ma anche quello del colon-retto, per vari motivi::

  • le fibre insolubili trattengono acqua e, aumentando la massa fecale, velocizzano il transito intestinale e diluiscono eventuali sostanze cancerogene che quindi rimangono per meno tempo ed in minor quantità a contatto con la mucosa del tratto digerente;
  • le fibre solubili formano una massa gelatinosa che “intrappola” gli acidi biliari secondari presenti nel lume intestinale;
  • gli alimenti che contengono molte fibre, come verdura e frutta, in genere sono molto ricche di minerali, vitamine ed altre sostanze antiossidanti, che riducono il rischio di cancro.

Classificazione dei polipi intestinali

In base alla propria forma, i polipi possono essere:

  • polipi peduncolati: sporgono dalla parete dell’intestino e somigliano ad un fungo;
  • polipi sessili: sono piatti e senza peduncolo, quindi si rimuovono più difficilmente rispetto ai peduncolati.

In base al numero, avremo:

  • polipo singolo (unico): il polipo si presenta da solo;
  • polipi multipli: sono presenti da 2 a 100 polipi;
  • poliposi: sono presenti più di 100 polipi. La poliposi può essere:
    • di origine sporadica (presentarsi da sola in un individuo la cui famiglia non soffra di poliposi);
    • di origine familiare (causata da un difetto genico trasmissibile): in questo caso il rischio di trasformazione in tumore del colon-retto è elevato.

In base alle proprie caratteristiche specifiche, i polipi possono essere di varia tipologia:

  • polipi iperplastici ed infiammatori: sono di origine benigna, hanno basso rischio di trasformazione in tumore maligno e sono spesso associati a Colite ulcerosa, Morbo di Crohn, coliti infettive e diverticolosi;
  • polipi amartomatosi: sono lesioni non neoplastiche frequentemente di origine familiare;
  • polipi neoplastici o adenomatosi: hanno un più alto rischio di trasformazione in cancro e si distinguono in:
    • polipi tubulari (a minor rischio di trasformazione neoplastica);
    • polipi villosi (a maggior rischio di trasformazione neoplastica);
    • polipi misti tubulo-villosi.

La distinzione tra polipi adenomatosi e non adenomatosi è importante per la prognosi:

  • polipi adenomatosi (neoplastici): rappresentano il problema maggiore perché a maggior rischio di trasformazione in cancro. Tali lesioni sono classificate istologicamente come adenomi tubulari, adenomi tubulovillosi o adenomi villosi. La probabilità di malignità in un polipo adenomatoso al momento della sua scoperta è in rapporto alle dimensioni, al tipo istologico e al grado della displasia. L’adenoma dentellato (“serrated adenoma”) è un tipo più aggressivo di adenoma e si può sviluppare da polipi iperplastici;
  • polipi non adenomatosi (non neoplastici): hanno un minor rischio di trasformazione in cancro e comprendono polipi iperplastici, amartomi (sindrome di Peutz-Jeghers), polipi giovanili, pseudopolipi, lipomi, leiomiomi e altri tumori più rari. I polipi giovanili si sviluppano nei bambini, tipicamente crescono oltre la capacità del proprio apporto ematico e a un certo punto si autoamputano durante o dopo la pubertà. Il trattamento è necessario solo se si verifica un’emorragia incontrollabile o un’invaginazione. I polipi infiammatori e gli pseudopolipi si sviluppano nella colite ulcerosa cronica e nel morbo di Crohn del colon. I polipi multipli giovanili (non quelli sporadici) hanno un maggior rischio di trasformazione in tumore maligno.

Dimensioni

Le dimensioni di un polipo sono estremamente variabili. Esistono polipi di un paio di millimetri (in genere piatti) ed altri che superano i 4 centimetri (in genere peduncolati). Solitamente la benignità di un polipo è inversamente proporzionale alla sua dimensione: più un polipo è piccolo e più è benigno, più è grande e più tende ad essere maligno, tuttavia ciò non esclude che anche polipi molto piccoli possano essere estremamente maligni:

  • polipi con diametro inferiore ad 1 cm hanno un rischio di trasformazione in carcinoma (cancro) dell’1 – 2%;
  • polipi con diametro tra 2 e 3 cm hanno un rischio di trasformazione in carcinoma dell’10%;
  • polipi con diametro superiore a 3 cm hanno un rischio di trasformazione in carcinoma del 30%.

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