Data la sempre più alta percentuale di divorzi nella nostra società, è probabile che alcuni di voi passeranno attraverso questa esperienza in un periodo in cui i figli saranno ancora in famiglia. Non c’è modo di eliminare tutti gli effetti sconvolgenti di un evento del genere sui bambini, ma posso darvi qualche suggerimento per ridurre al minimo o abbreviare queste conseguenze negative. Ecco cosa potreste fare per cercare di attutire il colpo.
1) Ridurre il numero di cambiamenti
Cercate di ridurre al minimo il numero dei cambiamenti che il bambino deve affrontare. Se è possibile, cercate di non cambiare casa, lasciate il bambino nella stessa scuola, nello stesso nido, nello stesso gruppo sportivo, nello stesso gruppo di amici, con gli stessi orari.
2) Mantenere i contatti
Aiutate i vostri figli a restare in contatto con il genitore che non ha la custodia e se siete voi a non averla, mantenete più contatti che potete con i vostri bambini, telefonando loro regolarmente, vedendoli regolarmente, assistendoli nelle attività scolastiche, ecc. Stranamente, i dati a questo proposito sono in realtà piuttosto contraddittori; alcune ricerche non hanno riscontrato alcun vantaggio positivo per il bambino dal rapporto continuato e regolare con il genitore che non ha la custodia. La difficoltà, per quanto riguarda l’interpretazione di questi risultati, è che il rapporto con il genitore che non ha la custodia è turbato dal rapporto con l’ex coniuge, il che porta al prossimo punto.
3) Non litigare di fronte ai bambini
Se continuate ad avere dei conflitti con il vostro ex coniuge, cercate con tutte le forze di non litigare di fronte ai bambini. Non risulta che il conflitto sia di per sé inevitabilmente pregiudizievole, ma ciò che il bambino vede e sente aumenta il livello di stress e di confusione. Se il livello di ostilità è basso, allora un rapporto più frequente con il genitore che non ha la custodia ha maggiori probabilità di essere gratificante per il bambino.
4) Non parlare male dell’ex
Qualunque cosa facciate, non utilizzate il bambino come intermediario e non parlategli in modo denigratorio del vostro ex coniuge. I figli che si sentono “presi in mezzo” tra i due genitori molto spesso manifestano diversi tipi di sintomi negativi, quali la depressione o problemi di comportamento: costringerli a farli “schierare” da una parte o dall’altra, per pura rivalsa personale verso l’ex, potrebbe peggiorare la situazione.
5) Parlarne insieme o separati?
Non c’è una regola precisa: i genitori possono decidere di parlare del divorzio al proprio figlio insieme o separatamente, tuttavia è importante che – prima di farlo – si accordino sul da farsi e sul cosa dire, così da trasmettere sintonia e non disaccordo: anche nella divisione, i genitori devono sempre trasmettere al figlio una sorta di fronte unico, per non confonderlo ulteriormente. Parlare con il bambino separatamente in molti casi è la scelta ideale perché ciò non lo farà sentire “preso in mezzo” e non lo porterà a schierarsi con uno dei due genitori, cosa che – come anticipato al punto precedente – è sbagliato.
6) Fino a che età è meglio non parlarne?
Ai bambini fino ai 5 anni è in genere meglio evitare di formalizzare la situazione con le parole: in questo caso bisogna fare in modo che il bimbo trascorra molto tempo anche con il genitore non affidatario (quasi sempre il papà), senza eccessive spiegazioni. Con il passare del tempo, in genere intorno ai 6 anni, capirà che il papà non è a casa con lui e la madre e solo in quel momento i genitori dovranno iniziare a dare spiegazioni al bimbo.
7) Cosa dire?
Quando i figli hanno almeno 6 anni, in genere sono in grado di capire ciò che sta avvenendo. In questo caso è importante utilizzare un linguaggio semplice, adeguato all’età, dicendo che “da questo momento mamma e papà, pur volendosi bene, abiteranno in case diverse”, sottolineando però il fatto che “l’affetto che provano per te resta lo stesso e che, anche se non sono più una coppia, restano comunque entrambi i tuoi genitori e che potrai contare su entrambi”.
8) Quando dirlo?
Per parlare del divorzio è importante scegliete un momento in cui avete tanto tempo a disposizione, senza telefonati urgenti o altre incombenze, in modo da rispondere con calma alle eventuali domande. In generale il momento più adatto è la mattina o il pomeriggio, in modo che il figlio abbia tempo per razionalizzare la cosa. La sera è sconsigliata: parlare ad un bambino del divorzio prima di andare a letto può compromettere il suo riposo e aumentare le angosce che con la notte si amplificano.
9) Prendetevi cura di voi stessi
Pur mantenendo i figli in primo piano, non dimenticate i vostri bisogni in questo delicato momento: mantenete la vostra rete di relazioni personali e utilizzatela per averne un sostegno. Restate in contatto con gli amici, contattate altre persone nella vostra situazione e unitevi a un gruppo di sostegno. In qualsiasi modo vi sia possibile, prendetevi cura di voi stessi e delle vostre necessità.
Quelle che abbiamo appena elencato sono prescrizioni facili da descrivere, ma certamente molto meno facili da seguire nella realtà, soprattutto per chi è al centro di un tale sconvolgimento emotivo personale, ma – se sarete capaci di comportarvi in questo modo – i vostri bambini soffriranno meno.
Leggi anche:
- I 6 consigli per educare i bambini alla diversità e ad essere altruisti
- Il gioco nei bambini tra 1 e 6 anni: senso-motorio, di costruzione, di finzione e socio-drammatico
- L’esperimento di Jane Elliott per spiegare il razzismo ai bambini
- Quale giocattolo comprare ad un bambino in base all’età?
- Bambini sempre più isolati: comprate meno tablet e più giocattoli classici ai vostri figli
- Libido, Es, Io, Super-Io e fasi psicosessuali del bambino: le teorie di Freud
- Le otto fasi di sviluppo dell’individuo proposte da Erik Erikson
- Complesso di Edipo: sintomi, fasi, età, risoluzione, conseguenze, cure
- Complesso di Elettra: sintomi, fasi, età, risoluzione, conseguenze, cure
- Jean Piaget e la teoria dello sviluppo cognitivo: schema, assimilazione, accomodamento, equilibrazione
- Processi dello sviluppo della prima infanzia: maturazione fisica, esplorazione, attaccamento
- Processi dello sviluppo della prima infanzia: malattie e ambiente famigliare
- Volete figlie più intelligenti? Regalate loro più Lego e meno bambole
- Ritardo mentale nei bambini lieve, moderato, grave: si guarisce?
- Ritardo semplice di linguaggio: definizione e classificazione
- Disturbi specifici di apprendimento (DSA): definizione, cause, sintomi, cure
- Dislessia: cos’è, come riconoscerla, come affrontarla e superarla
- Il disagio psicologico nel bambino con dislessia
- Come affrontare la dislessia? Il percorso terapeutico nel bimbo dislessico
- Bambino con dislessia e scuola: un apprendimento attraverso l’esempio e la sperimentazione
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Disgrafia: esempi, come riconoscerla precocemente, test, rimedi
- Creatività in psicologia: definizione, significato, pensiero divergente
- Cosa può fare l’insegnante per stimolare la creatività degli alunni?
- LAD (Language Acquisition Device) di Noam Chomsky
- Linguaggio iconico Bliss: simboli, metodo, sistema, quando si usa
- Ipotesi di Sapir-Whorf e determinismo linguistico: esempi e spiegazione
- La lingua che parli influenza la tua personalità ed il tuo cervello
- Makaton per bambini con disturbo specifico del linguaggio
- Braille alfabeto e numeri in italiano: come impararlo
- Lingua dei segni italiana: cos’è, come impararla, alfabeto, esempi
- Cosa vede, sente e prova un neonato? Il mondo visto dalla culla
- Il “Riflesso di Moro”: un tenero abbraccio dal neonato alla madre
- Riflesso di Moro: VIDEO
- Sviluppo del linguaggio nel bambino: le tappe dal pianto alla lallazione e alle parole
- Quando il bambino inizia dire le prime parole? Come aiutarlo a parlare?
- Quanto devono crescere di peso ed altezza un neonato ed un bambino?
- A che età i bambini imparano a leggere?
- A che età i bambini imparano a scrivere?
- Come e quando iniziare a lavare i denti ai bambini?
- Quando il bambino inizia a mangiare da solo autonomamente?
- Sviluppo motorio nel bambino: le tappe da sdraiato a carponi e in piedi
- Quando il bambino inizia a camminare e quando camminerà bene?
- Quando il bambino inizia a gattonare? Cosa deve fare il genitore?
- Bambino di 14 mesi non cammina ancora: cosa fare? I consigli delle mamme
- Quando iniziare lo svezzamento dopo latte artificiale e allattamento al seno
- Deficit di attenzione: quando un bambino è iperattivo, che fare?
- Bambini scoprono per prima volta la loro ombra
- Analfabetismo funzionale: significato e differenze con l’analfabetismo “classico”
- Balbuzie e disfluenze: significato, cause, sintomi, rimedi
- Disortografia: cause, come riconoscerla, esempi, rimedi, si guarisce?
- Differenze tra disgrafia e disortografia
- Discalculia: significato, tipi, sintomi, diagnosi e terapia
- Disprassia a scuola: sintomi, esercizi, si guarisce?
- Disturbo specifico della compitazione: significato, sintomi, cure
- Disturbo specifico del linguaggio: sintomi, classificazione, si guarisce?
- Epilessia: riconoscere in tempo l’arrivo di una crisi e come comportarsi
- Epilessia infantile: come comportarsi col proprio figlio?
- Si può morire di epilessia?
- Favole nei bambini: quando iniziare a raccontarle e quanto sono importanti?
- Disturbi pervasivi dello sviluppo (disturbi dello spettro autistico)
- Disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato
- Autismo: definizione, cause, sintomi, diagnosi e cure
- Sindrome di Rett: cause, sintomi, tipi, diagnosi, stadi, cure, morte
- Bullismo e prepotenza a scuola: il disturbo della condotta
- Litigi e mancato rispetto delle regole: il disturbo oppositivo provocatorio
- Ansia e paura di andare a scuola: la fobia scolare, sintomi e cure
- L’alterazione del sistema dell’attaccamento: il disturbo dell’attaccamento
- Disturbo disintegrativo dell’infanzia (demenza infantile): cause, sintomi e terapie
- Vostro figlio soffre di autismo? I primi segnali per capirlo e come comportarsi con lui
- Sindrome dell’idiota sapiente: cause, caratteristiche e sintomi
- Persone famose con la Sindrome di Asperger
- I vaccini provocano l’autismo? La risposta da un nuovo studio
- Sindrome dell’X fragile in uomini e donne: sintomi, aspettativa di vita, cure
- Differenze tra autismo e sindrome dell’X fragile
- Sindrome di Down: cause, sintomi in gravidanza e nei neonati
- Si può morire di epilessia?
- Che cos’è l’intelligenza umana: definizione, significato e psicologia
- Quoziente d’intelligenza: valori, significato, test ed ereditarietà
- Problem solving: cos’è, caratteristiche, tecniche, fasi ed esempi
- Le 12 cose che ogni genitore fa di nascosto dai propri figli
- La memoria prodigiosa dei gran maestri di scacchi: come fanno ad averla?
- Effetto von Restorff: cos’è e come usarlo a tuo vantaggio
- Le funzioni del cervelletto: apprendimento e correzione dei movimenti del corpo
- Uomo anaffettivo: cosa fare e come comportarsi con lui?
- Dimmi che padre hai e ti dirò che l’uomo che cerchi e che fa per te
- Sindrome di Asperger in bambini ed adulti: primi sintomi, terapie
Lo Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!