Con il termine “emorroidi” si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale che proteggono i muscoli dello sfintere anale durante il passaggio delle feci e giocano un ruolo molto importante nella continenza fecale; quando le emorroidi sono gonfie ed infiammate, diventano “patologiche” e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria, spesso semplicemente chiamata “emorroidi“.
Emorroidi e gravidanza
L’85% delle donne che hanno avuto gravidanze riferisce l’inizio di disturbi anorettali alla prima gravidanza o al parto. Con il primo parto la frequenza dei sintomi risulta doppia rispetto alle nullipare, ed aumenta ulteriormente col crescere del numero dei parti. Nelle grandi multipare (4 o più parti) durante il puerperio sono presenti disturbi emorroidari
nei 2/3 dei casi. L’azione del progesterone, in gravidanza, nella seconda metà del ciclo mestruale, o con gli anticoncezionali estroprogestinici, si esplicherebbe con alterazioni
venose, ossia manifestazioni di stasi nel piccolo bacino e nelle vene rettali.
Tali fenomeni compaiono già nelle prime settimane di gravidanza e sono poi presumibilmente aggravati dall’aumento volumetrico dell’ utero e dai forti incrementi della reressione venosa con le spinte del periodo espulsivo del parto. Quest’ultimo fattore riveste tuttavia un’importanza secondaria rispetto a quello endocrino, dato che la malattia emorroidaria si manifesta a volte in modo molto intenso anche nelle donne sottoposte a parto cesareo. Nel puerperio inoltre, con le modificazioni circolatorie locali, si instaurerebbero processi degenerativi dell’ endotelio e dei tessuti subendoteliali, con formazione di trombi nell’ambito del plesso emorroidario. Una volta che il letto vascolare è stato danneggiato, le successive gravidanze incrementano la sintomatologia della malattia emorroidaria. La comparsa di trombosi perianale è osservata anche in fase premestruale, soprattutto nelle donne che assumono farmaci anticoncezionali
estroprogestinici.
La presenza di noduli emorroidari non è necessariamente accompagnata da sintomi e, fra le pazienti ginecologiche, solo il 23% presenta una sintomatologia tipica (proctorragie, dolori, prurito e prolasso ). È stata anche rilevata un’ associazione con le varici agli arti inferiori nel 78% delle pazienti, mentre, fra le pazienti senza emorroidi, solo il 22% presenterebbe vene varicose.
Terapia delle emorroidi in gravidanza
La sclerosi delle emorroidi interne durante la gravidanza è frequentemente eseguita e non sono stati rilevati effetti secondari. La scelta dell’ agente sclerosante non è influenzato dalla gravidanza, tuttavia se con la gravidanza o il parto si sviluppa una malattia emorroidaria sintomatica, vi è chi consiglia l’esecuzione di una emorroidectomia profilattica. Se poi i sintomi sono severi, l’emorroidectomia può
essere eseguita con tranquillità in qualsiasi stadio della gravidanza, particolarmente tra la quattordicesima e la trentaduesima settimana. Ventidue pazienti nel terzo trimestre di gravidanza sono state operate con emorroidectomia chiusa in anestesia locale asportando solo la zona affetta da malattia acuta con buoni risultati e senza complicanze per la madre o per il feto. Quando l’intervento è rinviato, converrebbe attendere fino all’ottava o decima settimana post-partum. Secondo altri autori invece la chirurgia post-partum è più vantaggiosa: la guarigione delle ferite anali è più veloce e le complicazioni
post-operatorie sono rare.
Emorroidi e IBD
Quando le emorroidi sintomatiche si associano alla colite ulcerosa o al morbo di Crohn (IBD = Inflammatory Bowel Diseases) possono aversi delle difficoltà nel decidere il trattamento delle emorroidi: la terapia delle emorroidi, sia chirurgica che conservativa, è esente da complicanze nei soggetti con colite ulcerosa, mentre nel morbo di Crohn è frequente l’insorgenza di fistole anali.
Emorroidi e cirrosi epatica
Nella cirrosi epatica scompensata con emorroidi sanguinanti la terapia locale può aggravare l’emorragia, per cui è indicato il trattamento con beta-bloccanti per ridurre l’ipertensione portale (propanololo). Nelle emorragie acute ed importanti è indicato il trattamento con vasopressina o somatostatina.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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