Si riconoscono tre principali “stati funzionali” o “fasi” del sonno, diversificabili con criteri comportamentali e polisonnografici:
- la veglia;
- il sonno privo di movimenti oculari rapidi (sonno NREM o sonno ortodosso o sonno lento);
- il sonno accompagnato da movimenti oculari rapidi (sonno REM o sonno paradosso).
All’interno del sonno NREM vengono distinti quattro livelli di profondità diversa:
- stadio 1 del sonno NREM;
- stadio 2 del sonno NREM;
- stadio 3 del sonno NREM;
- stadio 4 del sonno NREM.
Il sonno inizia con una fase NREM (con i suoi 4 livelli) seguito, dopo circa 90 minuti (un’ora e mezza) da un episodio di sonno REM. Nella notte si succedono 4 o 5 cicli NREM – REM. Le norme per la divisione del sonno in fasi e stadi fanno riferimento alle tre variabili polisonnografiche fondamentali:
- elettroencefalogramma (EEG);
- elettrooculogramma (EOG);
- elettromiogramma (EMG).
Stadio 2
Elettroencefalogramma (EEG)
L’EEG di fondo nello stadio 2 è di voltaggio relativamente basso, con attività di frequenza mista, rientrante principalmente nella banda teta; la distinzione dello stadio 2 è possibile in presenza di due specifici eventi elettroencefalografici che ricorrono stagliandosi nettamente dal quadro di fondo: essi sono i fusi e i complessi K.
I fusi rappresentano una struttura morfologica composta da onde a frequenza fra i 12-14 c/sec con ampiezza di 20-30 μV che insorgono, raggiungono un voltaggio massimo e poi decrescono nell’arco di tempo di 0,5-1,5 sec. I fusi sono una caratteristica comune del sonno di molti mammiferi. Negli esseri umani si manifestano intorno ai tre mesi di età, negli anziani essi tendono a perdere la loro morfologia classica, diminuiscono di frequenza, ampiezza e durata. Nell’uomo adulto in stadio 2 i fusi ricorrono con una cadenza caratteristica e abbastanza stabile nell’ambito della vita di ciascun individuo, compresa fra i 3-8 /min. Fusi a morfologia non ancora ben consolidata possono comparire già nello stadio 1; per convenzione la presenza di un fuso può essere definita tale, se esso dura almeno 0,5 sec, cioè se è possibile contare 6-7 onde distinte nel periodo di mezzo secondo. I fusi possono essere episodicamente presenti durante il sonno REM soprattutto in soggetti con sonno frammentato. Per quel che riguarda le norme di fasatura, durante un episodio di sonno REM, la comparsa di un singolo fuso per epoca non comporta l’attribuzione dell’epoca allo stadio 2.
I complessi K rappresentano un’altra peculiarità elettroencefalografica del sonno 2. Essi sono descrivi bili come formazioni parossistiche organizzate in un’onda puntuta negativa con fronte di salita rapido, subito seguita da una componente positiva con declino più lento.
La durata del complesso è intorno al mezzo secondo, i criteri relativi all’ampiezza non sono standardizzati. In genere la distinzione fra complessi K e l’attività lenta di alto voltaggio è agevole in stadio 2, mentre è più difficile in stadio 3 e 4. Il complesso K è rappresentato da un grafoelemento con forma costante nello stesso individuo e chiaramente differenziabile dall’attività di fondo. Questa distinguibilità dall’attività di fondo si realizza in maniera inequivocabile nello stadio 2, mentre negli stadi 3 e 4, caratterizzati da attività lente di alto voltaggio che costituiscono il ritmo di fondo, la distinzione è basata essenzialmente sulla morfologia dei complessi K che presentano sempre la componente negativa più rapida di quella positiva.
Dal punto di vista topografico i complessi K sono massimamente rappresentati nelle derivazioni al vertice; è evenienza piuttosto comune l’accoppiamento fra un complesso K e un fuso del sonno che può comparire subito dopo il complesso K, più raramente precederlo o sovrapporsi ad esso. Nei giovani adulti in stadio 2 i complessi K si presentano con cadenza di circa 1-3 al minuto, essendo notevolissima comunque la variabilità individuale. L’insorgenza di complessi K è spontanea durante lo stadio 2, essi tuttavia sono facilmente evocabili in questa fase da stimolazioni sensoriali, particolarmente acustiche, subliminali. Nella parte finale dello stadio 2, specie se esso è destinato ad evolvere in uno stadio 3, è ricorrente la presenza di onde lente, in genere di elevato voltaggio, con un’incidenza inferiore al 20% del tracciato di ciascuna epoca.
Elettrooculogramma (EOG)
L’EOG nello stadio 2 è generalmente silente, essendo tuttavia possibile registrare nella parte iniziale della fase movimenti oculari lenti, residuali del precedente stadio 1.
Elettromiogramma (EMG)
In stadio 2 l’EMG mostra uno stato di attività tonica generalmente di minore ampiezza rispetto allo stato di veglia.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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