La delinquenza giovanile
La delinquenza, classificata come un disturbo esterorizzante, appartiene alla categoria dei disturbi della condotta. Quei giovani che vengono definiti “delinquenti” non mostrano soltanto alti livelli di prepotenza di litigiosità o di disubbidienza che sono comuni a tutti i disturbi della condotta, ma anche alcune violazioni intenzionali della legge. Alcuni comportamenti antisociali o delinquenziali, come venire alle mani, minacciare gli altri, imbrogliare, mentire, rubare, sono comuni tra i bambini di 4 o 5 anni proprio come lo sono tra gli adolescenti. Nell’adolescenza, comunque, questi comportamenti diventano spesso più gravi, più pericolosi e presentano uno schema costante.
È estremamente difficile valutare quanti adolescenti sono coinvolti in comportamenti del genere. L’unico modo per misurare l’ampiezza del problema è prendere in considerazione il numero degli arresti, le cui percentuali logicamente sono soltanto la punta dell’iceberg. Una buona parte degli arrestati ha commesso infrazioni relativamente minori: taccheggio, vandalismo, e simili, ma il 28% di tutti gli incriminati per reati gravi – compresi assassinio, furto con scasso, rapina, incendio doloso – è composto da adolescenti con meno di 18 anni.
Sembra che tutti i delinquenti condividano alcune caratteristiche. In particolare, come i bambini impopolari in età precedenti, gli adolescenti che delinquono sono socialmente poco comprensivi, sono meno abili a interpretare gli altri e ad apprendere le regole sociali, inoltre hanno spesso genitori antisociali o criminali (soprattutto il padre). All’interno di queste somiglianze di base, gli psicologi hanno identificato due sottogruppi distinti:
- i delinquenti socializzati-sottoacculturati, che frequentano cattive compagnie, stanno fuori fino a tardi, sono molto fedeli al loro gruppo o banda, e possono commettere vari crimini considerandoli parte delle loro attività di gruppo;
- i delinquenti psicopatici-asociali, che sono generalmente dei solitari e sembrano privi di coscienza morale o di sensi di colpa. Questi sono giovani che sembrano provare piacere nell’essere sempre in conflitto e si fidano poco degli altri.
I delinquenti sociali provengono più spesso da quartieri poveri e sono cresciuti in famiglie con disciplina incoerente con poco affetto – uno stile che potrebbe essere classificato come negligente o rifiutante nel sistema delle categorie che vi ho descritto. Le famiglie che vivono nelle stesse periferie povere i cui figli non diventano delinquenti si distinguono più che altro per un unico elemento: un alto livello di amore materno. I giovani che hanno una madre disponibile e affettuosa difficilmente diventeranno delinquenti, indipendentemente dalle condizioni di povertà.
La delinquenza psicopatica, al contrario, si può riscontrare in egual misura in tutti i ceti sociali e sia in famiglie unite che distrutte. È caratterizzata da un’ alta percentuale di azioni criminali di vario genere, che spesso iniziano già nell’infanzia.
C’è un complesso di fattori che può causare questi tipi di delinquenza. Una prima esperienza significativa è il fallimento della disciplina iniziale dei genitori e/o un rinforzo diretto del comportamento aggressivo all’interno della famiglia. Altre influenze sul sistema sono rappresentate dal temperamento del figlio, dai fattori protettivi (come l’affetto materno) e dalle condizioni incoraggianti, come la mancanza di abilità sociali o una scarsa accettazione da parte dei coetanei. Questi giovani asociali/rifiutati tendono a raggrupparsi insieme, incoraggiando ulteriormente uno il comportamento asociale dell’altro. Ad ogni passo lungo questo sentiero ci sono possibilità di cambiare direzione, ma più lontano si va, più difficile diventa svoltare e più resistente diventa il comportamento deviante.
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Uso e abuso di droga e alcol
Un altro aspetto del comportamento problematico dell’ adolescente è l’abuso di alcune sostanze. Sembra che la delinquenza, l’attività sessuale precoce e l’uso di droga formino, tutti insieme, una specie di cumulo del comportamento deviante. In uno studio longitudinale su un-campione di studenti maschi delle medie superiori del Colorado, ad esempio, Donovan e Jessor hanno riscontrato correlazioni:
- tra il comportamento delinquenziale e l’uso della marijuana,
- tra comportamento delinquenziale ed episodi di ubriachezza,
- tra azioni delinquenziali e frequenza delle esperienze sessuali.
Le correlazioni riguardanti le femmine sono simili, ma un po’ più basse. Dati nazionali statunitensi indicano che, negli ultimi decenni, l’uso di alcuni tipi di droghe tra gli adolescenti sia calato. Ad esempio, nel 1974, il 23% dei teenager riferiva di aver fatto uso di marijuana, contro il 17,4% del 1988, anno in cui si è riscontrato anche un leggero calo della percentuale di adolescenti che aveva fatto uso di cocaina, dal 3,6 al 3,4%. Naturalmente è probabile che queste cifre siano per difetto, perché molti giovani intervistati non saranno stati sinceri sull’uso di droghe illegali o disapprovate. Tuttavia, non c’è ragione di supporre che questa tendenza sia sospetta, perché se questi dati non fossero reali dovrebbero condizionare in egual misura quelli di ogni indagine.
In calo o no, non dobbiamo diventare ottimisti sull’uso della droga o degli alcolici tra adolescenti, perché è ancora uno dei maggiori problemi sanitari in tutto il mondo e ci sono segnali che danno l’uso dell’alcol di nuovo in aumento, perfino tra i ragazzini. Il motivo più spesso addotto dagli adolescenti per giustificare l’uso della droga è che sono depressi, seguito dal desiderio di evadere dai loro problemi, di rilassarsi e divertirsi. Sembra che coloro che fanno uso regolare di droghe non lo facciano per accrescere il loro senso di appartenenza al gruppo, ma piuttosto per far fronte allo stress o per sentirsi bene.
Se mettiamo insieme tutti questi elementi con ciò che sappiamo del percorso dei bambini rifiutati o di quelli che diventano delinquenti, la conclusione che emerge è che probabilmente l’uso della droga e dell’alcol non è soprattutto una risposta alla pressione del gruppo ad adottare comportamenti rischiosi, ma che tale uso sia invece più comune tra adolescenti che presentano già altri problemi, compresi altri comportamenti rischiosi o illegali. Inoltre, gli adolescenti che fanno uso di sostanze stupefacenti, molto spesso hanno evidenziato problemi comportamentali in età precedenti, hanno ottenuto scarsi risultati a scuola, sono stati rifiutati dai coetanei in passato, trascurati in famiglia, o una combinazione di tutti questi problemi iniziali. Senza rendersene conto, questi bambini o adolescenti sono attratti da quei compagni che condividono i loro schemi e i loro modelli interni del mondo.
Questo non significa che un genitore debba restare indifferente se ha l’impressione che il figlio adolescente frequenti «cattive compagnie», in quanto il gruppo può invogliare i giovani a comportarsi in modo più rischioso e meno approvato di quanto avrebbero mai pensato, ma può darsi che l’aspetto cruciale di questa sequenza,
prima che da qualsiasi contaminazione comportamentale da parte del gruppo, sia rappresentato dal fatto che un giovane è attratto da questo tipo di coetanei. La delinquenza, l’uso e l’abuso di droga e alcolici, i comportamenti sessuali rischiosi sono tutti sintomi di forme più profonde di devianza, molti dei quali hanno le loro radici in periodi evolutivi precedenti.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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