Poliomielite anteriore acuta

MEDICINA ONLINE LABORATORIO MICROSCOPIO VIRUS BATTERIO FUNGO INFEZIONE ANALISI SANGUE VALORI REFERTO BIOPSIA PATOLOGO LINFONODO SENTINELLA CHIMICA BIOLOGIA MEDICI FARMACI COLESTEROLO ANTIBIOTICI RICERCA SCIENZA SPERMA DNAUna volta che hanno invaso l’organismo, alcuni virus sono capaci di raggiungere il sistema nervoso, dove si moltiplicano in regioni specifiche del cervello o del midollo spinale o nei plessi corioidei e nelle meningi. Sono note sei sindromi neurologiche correlate a infezione virale del sistema nervoso centrale (SNC); esse sono così peculiari che, se riconosciute, non soltanto etichettano l’infezione come virale, ma indicano anche l’identità del virus. Tali sindromi sono elencate qui di seguito:

  • meningite asettica (non purulenta);
  • encefalite acuta o meningoencefalite;
  • ganglionite da herpes zoster e da herpes simplex;
  • infezioni croniche da “virus lenti” e da agenti non convenzionali (prioni);
  • encefalite da sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS);
  • poliomielite anteriore acuta.

In questo articolo ci occuperemo in particolare della poliomielite anteriore acuta.

Poliomielite anteriore acuta

In passato questa sindrome era quasi sempre provocata da uno dei tre tipi di poliovirus. Le vaccinazioni hanno praticamente eliminato la malattia, ma si verificano ancora casi sporadici in bambini non vaccinati e in adulti che sono stati a contatto con un bambino da poco vaccinato. Una sindrome simile, sebbene generalmente benigna, può essere causata da altri enterovirus, come i virus coxsackie A e B e gli echovirus.

Sintomi e segni

Febbre, malessere, cefalea, nausea, vomito, rigidità e dolore muscolare sono seguiti, nel giro di 3-4 giorni, da dolore lombosacrale e al collo e da segni di lieve irritazione meningea e quindi da ipostenia o paralisi dei muscoli. Nella maggior parte dei casi la malattia si arresta nella fase preparalitica e non può essere distinta da altre ma-
lattie virali che causano meningite asettica.
La paralisi, quando si sviluppa, raggiunge in genere la sua massima gravità in 48 ore o meno. La distribuzione è variabile. L’ipostenia di uno o di entrambi gli arti inferiori o di un arto superiore e di entrambi gli arti inferiori sono le forme più comuni. I muscoli del tronco possono essere interessati in modo grave, oppure la paralisi può essere esclusivamente bulbare, con insufficienza respiratoria mortale. Negli arti ipostenici i riflessi tendinei sono assenti. Spesso i pazienti accusano parestesie e dolori muscolari, ma molto raramente si osservano deficit obiettivi della sensibilità. La vescica e altri organi con muscolatura liscia in genere vengono risparmiati. L’esito finale è una paralisi atrofica areflessica, sempre meno grave della paralisi in fase acuta. Un graduale aumento dell’ipostenia può verificarsi 20 o 30 anni dopo la malattia paralitica acuta o anche più tardi (“sindrome postpolio”): probabilmente ciò è legato all’effetto di sommazione della perdita di cellule delle corna anteriori del midollo che si verifica col progredire dell’età.

Anatomia patologica

Le principali lesioni istopatologiche descritte sono la distruzione delle cellule delle corna anteriori con fagocitosi dei detriti cellulari da parte di cellule microgliali e la gli osi con infiltrati perivascolari meningei di linfociti e monociti. Possono essere colpite anche le cellule nervose nei nuclei motori bulbari, nei nuclei dentati e nella corteccia motoria,

Diagnosi

La diagnosi si basa su anamnesi, esame obiettivo, medicina di laboratorio (in particolare rachicentesi con analisi del liquor) e diagnostica per immagini (TC e risonanza magnetica). Nel liquor si osserva un modesto incremento del numero di cellule,
soprattutto mononucleate, e dei livelli di proteine, ma la concentrazione
di glucosio è normale.

Terapia

La terapia attualmente consiste essenzialmente nella prevenzione, grazie ad un vaccino che ha rivoluzionato completamente l’approccio alla terapia. Il vaccino di Sabin, preparato con virus vivo attenuato, viene somministrato per via orale ai bambini in due dosi distanziate di 8 settimane, con richiami a 1 anno e a 4 anni di età. Va ricordato che una poliomielite può far seguito alla vaccinazione (da 0,02 a 0,04 casi per milione di dosi). Il trattamento della poliomielite paralitica è puramente di supporto, con
assistenza respiratoria e terapia fisica.

Per approfondire:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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