Tri test in gravidanza: settimana, risultati, rischi, procedura, costo

MEDICINA ONLINE PRELIEVO DONAZIONE SANGUE ANALISI BLOOD LABORATORY VES FORMULA LEUCOCITARIA PLASMA FERESI SIERO FIBRINA FIBRINOGENO COAGULAZIONE GLOBULI ROSSI BIANCHI PIASTRINE WALLPAPER HI RES PIC PICTURE PHOTOIl tri-test (o “tri test” o “triplo test”) è un insieme di esami effettuati su un campione di sangue venoso ottenuto tramite un semplice esame del sangue. Il test viene effettuato sulla donna incinta per valutare il rischio che il feto abbia alcune malattie, come la sindrome di Down.

Il tri test, insieme all’ecografia, all’amniocentesi, al prelievo dei villi coriali (villocentesi), al duo test, al quad test ed alla misurazione della translucenza nucale, rappresenta una delle indagini di diagnostica prenatale più utilizzate.

In quale settimana si pratica?

Il tri test viene effettuato in genere tra la 16ª e la 17ª settimana di gestazione. Può anche essere effettuato prima e dopo tale arco temporale, tra la 15ª e la 18ª settimana. In alcuni casi si effettua anche tra la 10ª e la 13ª settimana.

Cosa analizza?

Il tri test, come il nome stesso fa intuire, analizza tre sostanze specifiche presenti nel sangue della donna incinta:

  • AFP (o “α-fetoproteina”, alfa-fetoproteina);
  • beta-hCG (o “β-hCG”, porzione beta della gonadotropina corionica umana);
  • uE3 (estriolo libero o “non coniugato”).

A che serve?

Il tri test, effettuato durante la gravidanza, ha lo scopo di quantificare il rischio di anomalie cromosomiche nel feto, come ad esempio avviene nella sindrome di Down o nella sindrome di Edwards.

In quali pazienti viene consigliata?

In virtù dei rischi connessi a questa tecnica, che sono praticamente assenti, il tri test viene proposto a tutte le donne incinte, in particolare nei casi in cui:

  • l’età della paziente sia superiore ai 35 anni;
  • i genitori siano portatori di alterazioni cromosomiche (traslocazioni, inversioni, aneuploidie);
  • ci siano difetti fetali sospetti o individuati con l’ecografia o altri esami;
  • la donna abbia uno o più figli precedenti affetti da anomalia cromosomica.

Dove si esegue?

L’esame si esegue ambulatorialmente.

Quanto dura?

L’esame dura un paio di minuti.

Anestesia e dolore

L’esame non richiede alcun tipo di anestesia e non è doloroso, seppure la puntura dell’ago sia considerata un minimo fastidioso.

Cosa fare prima dell’esame?

Salvo diverse indicazioni mediche, prima del tri test non è necessario svolgere nessun esame preliminare. Non è necessario il digiuno.

Procedura

Il tri test richiede un semplice prelievo di sangue venoso dal braccio. Al tri test in genere si associa una ecografia.

Cosa fare al termine dell’esame?

Al termine dell’esame si può tornare tranquillamente ed in modo autonomo alle proprie attività lavorative o al proprio domicilio.

In laboratorio

Una volta eseguito il prelievo, il campione di sangue venoso periferico viene inviato rapidamente al laboratorio per essere analizzato.

Rischi

Al contrario dell’amniocentesi e della villocentesi, il tri test non ha alcun rischio se non quello di un lieve e temporaneo sanguinamento dal punto in cui il sangue viene prelevato. In rarissimi casi si possono verificare infezioni nel sito di prelievo.

Risultati

Le concentrazioni delle tre sostanze, l’età della paziente, la presenza o meno di alcuni fattori di rischio (obesità, fumo di sigaretta, diabete, altri figli con anomalie genetiche) ed alcuni dati ecografici, forniscono una analisi statistica personalizzata del rischio di anomalie cromosomiche. Se tale rischio è maggiore di un certo valore soglia (> 0,4%), viene suggerita l’esecuzione di esami più invasivi, come amniocentesi e villocentesi (analisi dei villi coriali), che permettono di escludere o confermare il sospetto clinico. E’ importante ricordare che:

  • in presenza di sindrome di Down l’alfa-fetoproteina diminuisce di circa il 25-30%. L’aumento dell’alfa-fetoproteina può suggerire invece un incremento del rischio di difetti di chiusura del tubo neurale (ad esempio spina bifida): in questo caso l’esame diagnostico di approfondimento primario non è l’amniocentesi ma l’ecografia;
  • in presenza di sindrome di Down l’estriolo non coniugato diminuisce di circa il 25-30%;
  • in presenza di sindrome di Down la beta-hCG raggiunge valori circa due volte superiori rispetto alla norma.

Accuratezza della risposta

Il tri test non può escludere né confermare con certezza assoluta la sindrome di Down o altre anomalie: la stima del rischio non equivale quindi alla matematica esclusione della stessa o, al contrario, alla sua diagnosi. Il tri test è un’indagine “suggestiva” per patologia ma che – da sola – non ha significato diagnostico certo ed esprime solo una probabilità di malattia:

  • un risultato negativo non garantisce la nascita di un feto normale;
  • un risultato positivo non è indice della presenza di un feto affetto, ma solo di un rischio aumentato.

Il tri test deve essere completato – in caso di rischio elevato – da altri esami come ecografia o altri esami più invasivi, come amniocentesi e villocentesi (analisi dei villi coriali): questi ultimi, tuttavia, hanno un rischio abortivo per il feto rispettivamente dello 0.1% e dell’1.8% circa. Nonostante quanto detto, c’è da dire che la valutazione complessiva delle tre sostanze e di vari altri fattori, fa sì che l’attendibilità del tri test raggiunga valori abbastanza soddisfacenti: si stima infatti che l’esame riconosca circa sei-sette casi di sindrome di Down su dieci (con circa il 10% di falsi positivi). Una accuratezza, questa, che può ulteriormente aumentare se al tri test viene affiancato il dosaggio di un ulteriore marker, l’inibina A (quad test). I valori di inibina A si elevano quando il feto è affetto da sindrome di Down.

Più affidabile, ed eseguibile in epoca più precoce, risulta il cosiddetto duo test (o bi test) integrato dalla valutazione della translucenza nucale. Questo esame, infatti, riesce ad individuare fino a 9 casi di feti portatori di sindrome di down su 10, con un rischio di falsi positivi pari al 5%; viene inoltre eseguito generalmente tra la 11ª e la 14ª settimana di gravidanza, mentre il tri-test viene eseguito più tardi, in genere tra la 16ª e la 17ª settimana.

Infine, il cosiddetto test integrato – che trae origine dall’integrazione del triplo test con l’esame combinato “bi test più translucenza nucale” – permette di far salire l’indice di identificazione fino a 95 casi su 100 (contro i 99 dell’amniocentesi), con una percentuale di falsi positivi molto bassa (circa 1%).

Costi

Il tri test è di solito gratuito e convenzionato. Il prezzo del tri test eseguito nelle strutture private in genere varia tra 100 e 150 euro.

Per approfondire:

Alcuni nostri articoli che parlano di aborto:

Alcuni nostri articoli che parlano di genetica:

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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