Per valutare il comportamento del paziente e suoi eventuali disturbi, il medico e lo psicoterapeuta utilizzano due strumenti principali: il colloquio e vari tipi di test. Il momento del colloquio è decisamente importante e, durante esso, è di fondamentale importanza valutare anche quello che viene definito comportamento non verbale (CNV). L’osservazione del CNV non solo ci dà informazioni sulle emozioni di soggetti normali, ma in ambito clinico diventa particolarmente importante per valutare individui che presentano disturbi del comportamento: in questi casi gli aspetti non verbali del comportamento del paziente diventano una miniera di informazioni per il medico e lo psicoterapeuta. Di seguito si riportano alcuni esempi indicativi di alterazioni del comportamento in particolari patologie psichiche, che possono essere notati attraverso l’osservazione del comportamento non verbale durante il colloquio.
Gesti
Nello stile di comportamento espressivo della persona rientrano e assumono notevole importanza i gesti del corpo. Wolff (1945) ha registrato una quantità di schemi e modelli gestuali caratteristici di diverse condizioni emotive:
- inibizione estrema:
- movimenti di ritiro-rinuncia,
- generale agitazione motoria,
- movimenti privi di necessità,
- movimento stereotipato,
- toccarsi i capelli;
- depressione:
- movimenti lenti,
- movimenti scarsi,
- movimenti esitanti,
- movimenti non enfatici,
- uso di nascondere i gesti;
- euforia-esaltazione-mania:
- movimenti rapidi,
- movimenti espansivi,
- movimenti ritmici,
- movimenti spontanei,
- movimenti enfatici,
- movimenti che si autosostengono,
- movimenti ostentati;
- ansia:
- avvolgere i capelli,
- nascondere il volto,
- torcersi e stringersi le mani,
- aprire e chiudere i pugni,
- grattarsi il viso,
- tirare i capelli,
- comportamenti che denotano diffidenza,
- agitarsi senza scopo,
- guardarsi intorno con circospezione,
- muoversi con irrequietezza.
Numerosi studi che si sono occupati dei gesti nei pazienti psichiatrici, hanno riscontrato che molti movimenti gestuali hanno caratteristiche stereotipate. Riguardo ai gesti illustratori (tracciare figure, delineare forme o movimenti) esistono notevoli differenze tra personalità estroverse, aggressive e impulsive (che fanno disegni più vasti e ampi) e soggetti introversi (che producono gesti più contenuti); i nevrotici fanno disegni più piccoli dei normali.
Comportamento spaziale
In tale ambito risulta fondamentale il concetto di spazio personale, con cui si stabilisce l’area situata immediatamente intorno al corpo e intesa come proiezione spaziale dell’Io, entro cui non si gradisce l’avvicinamento dell’altro, se non in particolari circostanze e con particolari persone.
Grant (1972) nelle sue osservazioni in ambienti psichiatrici notava come nei pazienti schizofrenici la fuga venisse provocata facilmente perché un qualsiasi avvicinamento positivo, per esempio mettersi accanto agli altri intorno a un tavolo, entrando in conflitto col desiderio di rifiuto sociale, conduceva a una condizione ambivalente. Un’ambivalenza costituisce un aspetto comune del comportamento degli schizofrenici e si esprime nell’alternarsi di movimenti ondulatori che nello stesso tempo avvicinano e allontanano dallo stimolo ambivalente.
Un’altra espressione che la risposta può assumere è quella di movimenti oscillatori ritmici del corpo nelle due direzioni. Nelle osservazioni di Grant ciò si verificava spesso quando in un gruppo di pazienti schizofrenici un dominante andava a sedersi vicino a un subordinato; quest’ultimo cominciava a oscillare e, in corrispondenza di uno dei movimenti in avanti, si alzava dalla sedia e si allontanava.
Un terzo tipo di comportamento messo in atto in situazioni di ambivalenza è quello di
lisciare o grattare la superficie del corpo e in particolare il cranio. Queste risposte possono poi cronicizzarsi e diventare parte permanente del comportamento dell’individuo; aumentando di ampiezza e di frequenza in situazioni di ambivalenza.
Relativamente alla postura, Argyle (1975) afferma che la posizione assunta da certi pazienti può rivelare emozioni estreme. I depressi hanno una postura piegata all’ingiù con testa abbassata e restano seduti in atteggiamento meditativo, guardando il pavimento, mentre i pazienti affetti da stati maniacali stanno sulle loro, eretti e il loro corpo è in uno stato costante di attivazione, sempre in allerta. Anche i pazienti ansiosi sono in uno stato di guardia, ma in questo caso l’emozione specifica è l’ansia non l’euforia e ciò si manifesta con un alto grado di tensione muscolare.
Grant (1972), descrivendo la gerarchia di dominanza e il comportamento territoriale in pazienti schizofrenici, osserva schemi di comportamento come l’ingobbirsi (tirando le spalle in su e in avanti con il mento schiacciato contro il petto) e il rannicchiarsi, sono messi in atto come risposta ad atti aggressivi anche poco intensi, come le sopracciglia aggrottate o persino il puro e semplice avvicinamento di un membro dominante del gruppo; mentre in persone normali si osservano comportamenti analoghi esclusivamente in situazioni di reale pericolo fisico. Gli schizofrenici possono mettere in atto posture bizzarre che sono in relazione a fantasie personali e non hanno probabilmente lo scopo di comunicare messaggi particolari.
Aspetto esteriore
Sull’aspetto esteriore, in particolare per quanto si riferisce all’abbigliamento, si è osservato che alcune modalità di presentazione possono offrire delle informazioni molto utili al clinico: i pazienti schizofrenici, ma anche quelli depressi in genere possono essere riconosciuti dal modo in cui indossano i loro abiti, con trasandatezza e trascuratezza. Al contrario, i soggetti in stato maniacale amano il loro aspetto esteriore e relativamente all’abbigliamento preferiscono abiti alla moda, che fanno colpo, chiassosi e non certo raffinati (Argyle, 1972). L’abbigliamento fornisce informazioni molto importanti in caso di soggetti con disturbi di personalità, specie quello narcisistico ed istrionico.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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