Duo test, tri test, quad test, translucenza nucale, test combinato, test integrato, test integrato sierico, amniocentesi e villocentesi (esame dei villi coriali) sono tutti esami che vengono effettuati sulla donna incinta per valutare il rischio che il feto abbia alcune malattie, come la sindrome di Down. La maggioranza di questi test è sicura al 100% sia per la madre che per il feto perché sono effettuati con semplice prelievo di sangue e/o con ecografia; solo amniocentesi e – soprattutto – villocentesi hanno un certo rischio abortivo, poiché necessitano di un prelievo rispettivamente di liquido amniotico o di villi coriali. Tutti i test elencati, pur se svolti in modo accurato, non permettono di fare diagnosi, ma esprimono solo il rischio statistico che il feto abbia una anomalia. In genere vengono prima effettuati i test meno sensibili, ma anche meno invasivi (duo test, tri test, quad test, translucenza nucale, test combinato e integrato) e solo se questi abbiano espresso un rischio elevato ed in presenza di fattori di rischio (come età superiore ai 35 anni o altri figli con anomalie genetiche) allora si consiglia alla donna di effettuare altri esami più invasivi e rischiosi, ma anche più sensibili e capaci di individuare più efficacemente i feti con malattia, cioè l’amniocentesi e la villocentesi (prelievo dei villi coriali).
A che servono?
Tutti i test elencati nel titolo hanno lo scopo di quantificare il rischio di malformazioni fetali (difetti del tubo neurale come la spina bifida o alcune cardiopatie) o di anomalie cromosomiche nel feto, come ad esempio avviene nella sindrome di Down (trisomia 21) o nella sindrome di Edwards (trisomia 18) o nella sindrome di Patau (trisomia 13).
In quale settimana si praticano?
Il duo test viene effettuato in genere tra la 9ª e la 11ª settimana di gestazione (in alcuni casi anche fino alla 13ª settimana).
Il tri test viene effettuato in genere tra la 16ª e la 17ª settimana di gestazione. Può anche essere effettuato prima e dopo tale arco temporale, tra la 15ª e la 18ª settimana. In alcuni casi si effettua anche tra la 10ª e la 13ª settimana.
Il quad test viene effettuato in genere tra la 15ª e la 17ª settimana di gestazione. In alcuni casi può anche essere effettuato prima e dopo tale arco temporale.
La translucenza nucale viene effettuata in genere tra la 11ª e la 14ª settimana di gestazione.
Il test combinato viene effettuato in genere intorno alla 11ª settimana di gestazione.
Il test integrato si pratica in tre momenti diversi:
- il primo prelievo si pratica in genere tra la 9ª e la 11ª settimana di gestazione;
- l’ecografia per la misura della translucenza nucale viene effettuata in genere tra la 11ª e la 14ª settimana di gestazione. Non è necessario far coincidere l’ecografia con il primo prelievo, tuttavia spesso i due esami vengono effettuati insieme (in genere nell’11ª settimana).
- il secondo prelievo viene effettuato in genere tra la 15ª e la 17ª settimana di gestazione.
Il test integrato sierico (o “test sierologico integrato”) si pratica in due momenti diversi:
- il primo prelievo si pratica in genere tra la 9ª e la 11ª settimana di gestazione;
- il secondo prelievo viene effettuato in genere tra la 15ª e la 17ª settimana di gestazione.
L’amniocentesi in genere può essere effettuata in due momenti distinti della gravidanza, con scopi diagnostici diversi:
- amniocentesi precoce: si effettua tra la 16ª e la 18ª settimana, quando l’amnios ha raggiunto dimensioni sufficienti perché la pratica non costituisca un rischio per il feto; una amniocentesi precoce viene effettuata per: valutare il cariotipo, cioè dell’assetto cromosomico fetale, valutare i dosaggi enzimatici nelle cellule fetali per rivelare possibili malattie metaboliche del feto e valutare il dosaggio di alfafetoproteina o di acetilcolinesterasi;
- amniocentesi tardiva: si effettua dopo la 25ª settimana, quando possono verificarsi condizioni nelle quali sia richiesto il prelievo di liquido amniotico per fini diversi da quelli citogenetici; una amniocentesi tardiva viene effettuata per rilevare lo stadio di maturità fetale, valutare la gravità dell’immunizzazione materno-fetale e studiare la condizione di maturità polmonare del feto attraverso il dosaggio dei fosfolipidi.
La villocentesi (esame dei villi coriali) viene effettuata in genere tra la 10ª e la 13ª settimana di gestazione. In particolari casi può essere condotta anche oltre la 13ª settimana. Generalmente non viene eseguita prima della 9ª settimana.
Cosa analizzano?
Ogni esame analizza cose diverse.
Il duo test, tramite un semplice prelievo di sangue, analizza due sostanze specifiche presenti nel sangue della donna incinta:
- beta-hCG (o “β-hCG”, porzione beta della gonadotropina corionica umana);
- PAPP-A (proteina plasmatica A associata alla gravidanza).
Il tri test, tramite un semplice prelievo di sangue, analizza tre sostanze specifiche presenti nel sangue della donna incinta:
- AFP (o “α-fetoproteina”, alfa-fetoproteina);
- beta-hCG (o “β-hCG”, porzione beta della gonadotropina corionica umana);
- uE3 (estriolo libero o “non coniugato”).
Il quad test, tramite un semplice prelievo di sangue, analizza quattro sostanze specifiche presenti nel sangue della donna incinta:
- AFP (o “α-fetoproteina”, alfa-fetoproteina);
- beta-hCG (o “β-hCG”, porzione beta della gonadotropina corionica umana);
- uE3 (estriolo libero o “non coniugato”);
- inibina A.
L’ecografia che misura la translucenza nucale, analizza appunto la translucenza nucale tramite una semplice ecografia. La translucenza nucale è una fessura translucida piena di liquido che appare in ecografia a livello della cute nucale del feto e che si osserva in tutti i feti nel primo trimestre di gravidanza.
Il test combinato è composto dall’associazione tra duo test e translucenza nucale.
Il test integrato è composto dall’associazione tra duo test, translucenza nucale e quad test.
Il test integrato sierico (o “test sierologico integrato”) è composto dall’associazione tra duo test e quad test.
L’amniocentesi permette il prelievo e l’analisi di liquido amniotico (il liquido che avvolge il feto) dalla cavità uterina attraverso una puntura che viene effettuata sull’addome. Sul campione prelevato si esegue una analisi del cariotipo del feto, cioè l’analisi del numero e dalla morfologia dei suoi cromosomi. Rispetto agli esami precedenti, l’amniocentesi ha un seppur minimo rischio abortivo (circa lo 0.1%).
La villocentesi (esame dei villi coriali) permette il prelievo e l’analisi dei villi coriali attraverso una puntura che viene effettuata sull’addome. I villi coriali (o “villi del corion”) costituiscono la parte embrionale della placenta e sono prolungamenti generati dallo strato di cellule embrionali più esterno (il corion), che si ramifica affondando nella mucosa uterina (endometrio). I villi coriali sono molto vascolarizzati, cioè sono ricchi di capillari sanguigni ed hanno lo scopo di assorbire ossigeno e nutrimento dal sangue materno per dirigerlo al feto e, contemporaneamente, cedere alla madre anidride carbonica e altre sostanze di rifiuto del feto. Sul campione prelevato si esegue una analisi del cariotipo del feto. La villocentesi è l’esame che ha il massimo rischio abortivo (circa l’1.8%).
In quali pazienti vengono consigliati?
Tutti gli esami elencati in questo articolo, ad eccezione di amniocentesi e villocentesi, hanno un rischio nullo per la madre e per il feto, in quanto prevedono semplici prelievi di sangue e/o ecografie. In virtù dell’assenza dei rischi, tutti questi esami (tranne amniocentesi e villocentesi) vengono proposti a tutte le donne incinte, in particolare nei casi in cui siano presenti fattori di rischio, tra cui:
- età della paziente superiore ai 35 anni;
- genitori portatori di alterazioni cromosomiche (traslocazioni, inversioni, aneuploidie);
- difetti fetali sospetti o individuati con l’ecografia o altri esami;
- uno o più figli precedenti affetti da anomalia cromosomica.
Un discorso a parte deve essere fatto per amniocentesi e villocentesi (esame dei villi coriali): in virtù dei rischi di aborto connessi a queste tecniche, esse non vengono proposte di routine a tutte le donne incinte, bensì solo a quelle giudicate ad elevato rischio di anomalie cromosomiche a causa della presenza di numerosi fattori di rischio, tra cui:
- età della paziente superiore ai 35 anni;
- genitori portatori di alterazioni cromosomiche (traslocazioni, inversioni, aneuploidie) o gravi malattie genetiche (talassemie, fibrosi cistica etc.) già note o rilevate tramite test genetico pre-concepimento;
- feto considerato ad alto rischio di anomalie in base ai risultati di duo test, test combinato, tri test, quad test, translucenza nucale, test combinato, test integrato e/o test integrato sierico;
- aumentato spessore della translucenza nucale;
- presenza di difetti fetali individuati con l’ecografia;
- uno o più figli precedenti affetti da anomalia cromosomica;
- malattie infettive (ad esempio da citomegalovirus o da parvovirus B19);
- infiammazioni in utero (l’esistenza di un’infezione endoamniotica è anche causa di diverse patologie che possono impedire il corretto svolgimento della gravidanza.
Dove si eseguono?
Tutti i test elencati in questo articolo, si eseguono ambulatorialmente.
Quanto durano?
I prelievi di sangue dal braccio durano un paio di minuti. L’ecografia per misurare la translucenza nucale dura circa 10 minuti. L’amniocentesi, come anche la villocentesi, salvo complicazioni dura all’incirca 10 minuti.
Anestesia e dolore
Gli esami elencati in questo articolo non richiedono alcun tipo di anestesia e non sono dolorosi. Alcune pazienti più ansiose potrebbero trovare fastidiosa la semplice puntura del prelievo ematico, ma stiamo parlando di un disagio oggettivamente lieve. Gli esami certamente considerati più fastidiosi sono l’amniocentesi e la villocentesi: in questi casi può essere usata una sostanza che fornisce una lieve anestesia a livello della cute addominale.
Cosa fare prima dell’esame?
Salvo diverse indicazioni mediche, prima del prelievo non è necessario svolgere nessun esame preliminare. Chiedere al proprio medico se è necessario il digiuno prima del prelievo. Prima dell’ecografia non serve svolgere nessun esame preliminare. Il discorso cambia nel caso di amniocentesi e villocentesi. Prima dell’amniocentesi è necessario svolgere alcuni esami preliminari, tra cui:
- Gruppo sanguigno AB0 e fattore Rh
- Transaminasi GOT e GPT
- Markers epatite
- Test HIV
- Mycoplasma hominis (solo soggetti con anamnesi positiva per PROM)
- Uraplasma (solo soggetti con anamnesi positiva per PROM)
- Clamydia (solo soggetti con anamnesi positiva per PROM)
- Tampone vaginale per germi comuni (solo soggetti con anamnesi positiva per PROM)
- Complesso TORCH
- Test di Coombs indiretto, se Rh-
- PCR per epatite B e C (solo soggetti con anticorpi positivi).
Prima della villocentesi è necessario svolgere alcuni esami preliminari, tra cui:
- Gruppo sanguigno AB0 e fattore Rh di entrambi i genitori
- Ricerca dell’epatite B e C nella madre
- Test HIV (non obbligatorio)
- Qualora la madre presenti un fattore Rh- ed il padre Rh+ è necessario che si esegua anche un test di Coombs indiretto. In tal caso alla gestante verrà somministrata la profilassi anti D, dopo aver eseguito il prelievo.
- Secondo alcuni è necessario praticare, nei 3 giorni che precedono l’esame, una terapia antibiotica per sterilizzare la madre da eventuale pre-infezione da micoplasma o clamidia.
Prima dell’amniocentesi e della villocentesi è bene sospendere per 24 ore l’uso di anticoagulanti perché tali farmaci potrebbero determinare la formazione di piccoli ematomi sull’addome materno. Chiedere comunque sempre al proprio medico prima di interrompere qualsiasi farmaco.
Procedura
I due prelievi richiedono due semplici prelievi di sangue venoso dal braccio. La translucenza nucale richiede una semplice ecografia addominale. La procedura di una amniocentesi è lievemente più complessa: di norma l’esame viene preceduto da una ecografia per rilevare la vitalità del nascituro, l’epoca di gestazione o eventuali gravidanze plurime; successivamente:
- la paziente viene è stesa sul lettino in posizione supina (con la pancia in alto);
- la cute addominale viene disinfettata con una soluzione antisettica, per diminuire il rischio di infezioni;
- si effettua una puntura dell’addome con un sottile ago che viene inserito attraverso la parete addominale stessa e l’utero. L’amniocentesi attuale è “ecoassistita”, cioè l’ago viene inserito cercando di guidarne il percorso attraverso la contemporanea visualizzazione del suo tragitto mediante una sonda ecografica posta vicino all’ago;
- tramite l’ago si preleva il liquido amniotico (in genere 15 – 20 ml);
- il liquido amniotico raccolto viene inviato in laboratorio dove sarà poi analizzato;
- l’esame è terminato e la paziente in genere resta 30 minuti – un’ora in osservazione.
Dopo circa un’ora dal prelievo, può essere effettuata un’ecografia di controllo per verificare la presenza del battito cardiaco fetale.
La procedura di una villocentesi è simile a quella di una amniocentesi:
- la paziente viene è stesa sul lettino in posizione supina (con la pancia in alto);
- la cute addominale viene disinfettata con una soluzione antisettica, per diminuire il rischio di infezioni;
- si effettua una puntura dell’addome con un sottile ago che viene inserito attraverso la parete addominale stessa e l’utero. La villocentesi attuale è “ecoassistita”, cioè l’ago viene inserito cercando di guidarne il percorso attraverso la contemporanea visualizzazione del suo tragitto mediante una sonda ecografica posta vicino all’ago;
- tramite l’ago si preleva il liquido amniotico (in genere 10 – 15 mg);
- il liquido amniotico raccolto viene inviato in laboratorio dove sarà poi analizzato;
- l’esame è terminato e la paziente in genere resta 30 minuti – un’ora in osservazione.
Dopo circa un’ora dal prelievo, può essere effettuata un’ecografia di controllo per verificare la presenza del battito cardiaco fetale.
Cosa fare al termine dell’esame?
Al termine del prelievo di sangue e dell’ecografia si può tornare tranquillamente ed in modo autonomo alle proprie attività lavorative o al proprio domicilio. Si possono guidare autoveicoli e non serve essere accompagnate. Il discorso cambia nel caso di amniocentesi e villocentesi: in questi casi, al termine dell’ecografia di controllo, si può ritornare al proprio domicilio ma è preferibile che la paziente non guidi al termine dell’esame e che sia invece accompagnata da altra persona. Si consiglia di stare a riposo completo per 12-24 ore. E’ importante evitare di sollevare pesi e/o effettuare sforzi per i 3-4 giorni successivi. Nel caso la paziente dovesse avvertire dolori addominali prolungati, immobilità completa del feto, la comparsa di febbre o perdite vaginali anomale, dovrebbe informare immediatamente il proprio medico curante.
Rischi
Tutti gli esami elencati, ad eccezione di amniocentesi e villocentesi, non hanno alcun rischio per la madre o per il feto. Amniocentesi e villocentesi hanno invece più rischi. Il rischio più importante è quello di aborto che è di 0.1% per l’amniocentesi e di 1.8% circa per la villocentesi. Il rischio dipende molto dalla bravura del medico. Alcuni studi elevano il rischio abortivo dell’amniocentesi allo 0.8%. L’amniocentesi, come anche la villocentesi, presenta il rischio di trasmettere al feto malattie infettive in senso materno-fetale. Presenta inoltre la possibilità di mettere in contatto dal punto di vista antigenico i due compartimenti. Per il primo problema si deve, in linea di principio, evitare di eseguire esami invasivi in presenza di infezione materna in atto. Innanzitutto è buona norma evitare di eseguire il prelievo durante un episodio febbrile materno. Gli esami preliminari devono quindi escludere la presenza di un agente infettivo circolante.
Dopo quanto tempo si hanno i risultati?
I risultati di una ecografia sono fondamentalmente già noti al termine dell’ecografia stessa. I risultati di una analisi del sangue in genere vengono consegnati la settimana successiva al prelievo. Per quel che riguarda l’amniocentesi, alcuni centri eseguono la ibridazione fluorescente in situ (FISH) con la quale si può avere una risposta preliminare dopo solo 48 ore dall’esecuzione del prelievo, mentre la risposta definitiva si ottiene dopo circa 12 – 20 giorni in base al laboratorio di riferimento. La villocentesi è un esame relativamente rapido, mediamente più rapido dell’amniocentesi. La prima risposta diretta per quanto riguarda le malattie cromosomiche la si ottiene dopo solo 48 ore dall’esecuzione del prelievo. La risposta definitiva si ottiene dopo circa 12-15 giorni.
Interpretazione dei risultati
Per interpretare i risultati, il lettore dovrà tener conto delle seguenti informazioni:
- in presenza di sindrome di Down l’alfa-fetoproteina diminuisce di circa il 25-30%. L’aumento dell’alfa-fetoproteina può suggerire invece un incremento del rischio di difetti di chiusura del tubo neurale (ad esempio spina bifida): in questo caso l’esame diagnostico di approfondimento primario non è l’amniocentesi ma l’ecografia;
- in presenza di sindrome di Down l’estriolo non coniugato diminuisce di circa il 25-30%;
- in presenza di alto rischio di sindrome di Down la PAPP-A tende a diminuire. Bassi livelli indicano inoltre un più alto rischio di problemi con la placenta, ritardo di crescita intrauterino, preeclampsia, distacco di placenta, parto pretermine o morte fetale;
- in presenza di sindrome di Down l’inibina A tende ad aumentare;
- in presenza di sindrome di Down la beta-hCG raggiunge valori circa due volte superiori rispetto alla norma;
- un aumento dello spessore della translucenza nucale è indice di un aumento di rischio di anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down, o di malformazioni fetali.
Quanto sono accurati i risultati?
Tutti i test elencati in questo articolo non possono in alcun modo escludere né confermare con certezza assoluta la presenza di sindrome di Down o altre anomalie: la stima del rischio non equivale quindi alla matematica esclusione della stessa o, al contrario, alla sua diagnosi. Tutti questi test sono indagini “suggestive” per la patologia ma che non hanno significato diagnostico certo ed esprimono solo una probabilità di malattia:
- un risultato negativo di uno o più test non garantisce la nascita di un feto normale;
- un risultato positivo di uno o più test non è indice della presenza di un feto affetto, ma solo di un rischio aumentato.
Nonostante quanto detto, c’è da dire che la valutazione complessiva di fattori di rischio e dei risultati di questi esami permetta una attendibilità soddisfacente, anzi decisamente elevata nel caso di amniocentesi e villocentesi.
La sensibilità dei vari strumenti di screening disponibili varia in funzione del test considerato (valori indicativi):
- translucenza nucale 60-70%
- duo test: 80%
- tri test: 80-85%
- quad test: 85%
- test combinato: 85-90%
- test integrato sierico (o “test sierologico integrato”): 85-90%
- test integrato: 90-95%
- amniocentesi e villocentesi: 99% (con rischio abortivo però molto più elevato rispetto ai test prima elencati, che sono molto meno invasivi).
Tale tabella deve essere letta in questo modo: se il valore è ad esempio dell’80%, significa – semplificando – che quel dato test è capace, in presenza di 10 feti affetti da malattia, di riconoscerne 8 come malati “lasciandosene scappare” due. Come intuibile l’amniocentesi e la villocentesi hanno la sensibilità più elevata (a costo però di un rischio abortivo che deve essere valutato): questi due test sono infatti capaci di riconoscere 99 feti malati su 100. Ribadiamo comunque ancora una volta che nessun test di screening raggiunge la certezza del 100%.
Dopo la risposta
Per esperienza, molte coppie affrontano tutti i rischi connessi all’esecuzione dell’amniocentesi o della villocentesi senza prendere neanche in considerazione, nel loro profondo, la possibilità di ricevere una risposta positiva, cioè che una risposta che indichi che effettivamente nel feto è altissimo il rischio che sia presente una malattia grave ed invalidante. Se questa sfortunata risposta arriva si scopre che non sono pronti a decidere se interrompere o continuare la gravidanza. D’altra parte – usando la logica – che senso ha affrontare i rischi abortivi di una amniocentesi o di una villocentesi (rispettivamente dello 0.1% e dell’1.8% circa) se poi si sceglie di non intervenire? Forse queste domande sarebbe meglio porsele prima, sapendo che sono interrogativi che coinvolgono e sconvolgono nel profondo, che riguardano la nostra personale morale e il proprio senso della vita: ha senso vivere una vita da “diverso”? Sono capace io genitore di sostenere la vita di un figlio Down o Turner oppure uno con profonde disabilità? Il feto per me è considerabile una vita o no? Ovviamente non esistono domane e soprattutto risposte che non siano assolutamente personali e tutte comprensibili, tuttavia – a nostro personale avviso – sarebbe importante analizzarle prima di effettuare un’amniocentesi o una villocentesi.
Costi
Il duo test è di solito gratuito e convenzionato. Il prezzo del duo test eseguito nelle strutture private in genere varia tra 100 e 150 euro.
Il tri test è di solito gratuito e convenzionato. Il prezzo del tri test eseguito nelle strutture private in genere varia tra 100 e 150 euro.
Il prezzo del quad test eseguito nelle strutture private in genere varia tra 100 e 200 euro.
Il prezzo di una ecografia per la misurazione della translucenza nucale nelle strutture private in genere varia tra i 150 ed i 200 euro.
Il prezzo di un test combinato oscilla in genere tra 200 e 300 euro.
Il prezzo medio di un test integrato nelle strutture private in genere varia tra i 250 ed i 400 euro.
Il prezzo medio di un test integrato sierico nelle strutture private in genere varia tra 200 e 300 euro.
Il prezzo medio di una amniocentesi nelle strutture private varia da 500 a 700 euro per l’amniocentesi tradizionale. Questo costo però può variare grandemente ed aumentare a seconda degli esami aggiuntivi che oggi, quasi abitudinariamente, vengono eseguiti sul liquido amniotico.
Il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente la villocentesi solo alle donne con un rischio aumentato di patologie cromosomiche o genetiche documentato attraverso il test combinato (translucenza nucale + PAPP-A e β-HCG) o che rientrino in una delle categorie citate nel paragrafo “In quali pazienti viene consigliata?”. In assenza di tali riscontri, il prezzo medio di una villocentesi nelle strutture private parte da circa 800 euro per l’amniocentesi tradizionale nella quale si ha soltanto l’esame citogenetico tradizionale con una risposta ottenibile in 15-20 giorni. Questo costo però può variare grandemente ed aumentare a seconda degli esami aggiuntivi che oggi, quasi abitudinariamente, vengono eseguiti sul liquido amniotico: in alcuni casi la villocentesi può arrivare a costare oltre 1800 euro.
Per approfondire:
- Consulenza genetica, diagnosi prenatale, amniocentesi, esame dei villi coriali, tri test, screening GUIDA COMPLETA
- Test genetici diagnostici, screening neonatale esteso e test genetici prenatali
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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