Impulso ludico, esplorazione e curiosità: fattori innati nell’uomo

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Specialista in Medicina Estetica Roma VIAGGIO LUNGO COMINCIA CORAGGIOSO PASSO Radiofrequenza Rughe Cavitazione Cellulite Luce Pulsata Peeling Pressoterapia Linfodrenante Mappatura Dietologo Dermatologia

Cosa spinge un essere umano a visitare il mondo? La curiosità

L’esplorazione

Nella gabbia in cui è rinchiuso uno scimpanzé sono ammucchiati bastoni di bambù
di lunghezza e spessore vari. Di fronte alla gabbia, troppo lontano per essere raggiunto con un bastone, il ricercatore depone delle banane. Dopo una serie di tentativi di afferrare le banane con le braccia, la scimmia comincia a provare con i bastoni che ha a disposizione – senza successo. A un certo punto, come sembra, esasperata dal suo insuccesso, rinuncia alle banane. Si volta dall’altra parte e comincia a giocare con i bastoni, scoprendo presto che i pezzi di bambù di diverso spessore possono essere infilati uno nell’altro, formando un’asta lunga anche il doppio di un bastone normale. La scimmia si volta, guarda nuovamente le banane, e, coll’aiuto di uno degli strumenti appena costruiti, riesce a tirare le banane verso la gabbia. Sappiamo tutti che le scimmie sono intelligenti, ma 1’argomento su cui verte l’osservazione di cui sopra è un altro. La presunta intelligenza della scimmia, in questo caso, deriva da un’attività che, contrariamente all’immagine che possiamo avere della vita animale, non è tesa alla soddisfazione di bisogni elementari, anzi, sembra rappresentare il concetto dell’inutile e del diletto: è un’attività di gioco. Lo scimpanzé descritto gioca con i bastoni, e soltanto in questo modo, voltando letteralmente le spalle all’oggetto del suo bisogno, trova la soluzione ingegnosa al problema di procurarsi da mangiare.

Alla ricerca del nuovo: la curiosità

Anche noi umani, come la scimmia, nel gioco ci distanziamo dalla pressione degli
istinti per poter liberamente acquisire delle esperienze e, quando e dove è possibile,
sviluppare nuovi metodi per soddisfare e evolve re i nostri bisogni. Tuttavia, l’uomo
condivide con numerosi vertebrati anche un’altra caratteristica: la curiosità.

Sicuramente, la curiosità è un’eredità piuttosto antica. Se si mette un ratto in un ambiente estraneo, l’animale per prima cosa comincia a esplorare, rosicchia e fiuta gli oggetti, finché non si è orientato. [ … ] Spinti dalla curiosità, particolarmente i mammiferi giovani cercano spontaneamente situazioni nuove ed esplorano oggetti sconosciuti. Essi saggiano le proprietà degli oggetti dal loro posto e giocando con essi in svariati modi.
Nell’uomo la curiosità resta per tutta la vita un tratto distintivo del comportamento. [ … ] In effetti, fino a un’età avanzata, noi cerchiamo di continuo novità. Leggiamo dai giornali notizie che non ci riguardano [ … ] viaggiamo per vedere cose nuove e fare nuove esperienze.

(Eibl- Eibesfeldt, Etologia umana)

La curiosità è quell’istinto, di natura abituale o episodica, caratteristico dell’uomo ma diffuso anche in molti animali, atto a soddisfare un desiderio inquisitivo circa la natura di un oggetto o di un fenomeno di qualsiasi genere esso appartenga. È un aspetto emozionale che, riguardando l’esplorazione, l’investigazione e l’apprendimento, descrive un numero non ben conosciuto ed identificato di meccanismi e comportamenti psicologici che hanno come fine il placare l’impulso degli esseri viventi a trarre informazioni ed interagire con l’ambiente.

Una leva per l’apprendimento

Considerato un comportamento positivo sia nella scienza che nell’intelligenza, la curiosità rappresenta un istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, il carburante della scienza e delle discipline dello studio dell’uomo in generale. Da qui deriva la motivazione a compiere determinate azioni, atti o comportamenti, tesi al soddisfacimento di tale desiderio di conoscenza. E’ grazie alla curiosità ed alla sua innata sete di sapere che l’essere umano è passato dal considerare il Sole come una divinità e i fulmini come qualcosa “lanciato da Zeus”, a capire che in realtà essi fossero il primo una stella ed i secondi un fenomeno legato all’elettricità atmosferica, permettendo di spiegare in modo razionale delle cose che un tempo appartenevano esclusivamente alla magia, alla superstizione ed alle religioni. La curiosità è anche una “leva” per l’apprendimento: secondo un recente studio impariamo più facilmente ciò che muove la nostra curiosità. Ecco perché scegliere ciò che accende l’entusiasmo non è una scelta dettata solo dall’istinto, ma può avere molteplici conseguenze, in senso individuale e sociale. Essere curiosi non è una qualità del carattere, ma un modo di vivere che tutti possono apprendere: un atteggiamento in grado di migliorare l’esistenza passo dopo passo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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