Disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione: terapia

MEDICINA ONLINE EMOZIONI PERSONALITA TRISTEZZA MENTE CERVELLO PSICOLOGIA PSICOTERAPIA PSICHIATRIA DIPENDENZE DISTURBO DI PERSONALITA MASCHERE IPOCRISIA NARCISISMO PENSIERI MORTE SOFFERENZA DEPRESSIONE ANSIA OSSESSIVO COMPULCon “disturbo da depersonalizzazione” o “disturbo da depersonalizzazione-derealizzazione” o “sindrome di depersonalizzazione-derealizzazione” o semplicemente “depersonalizzazione” (in inglese “depersonalization disorder” da cui l’acronimo DPD o depersonalization/derealization disorder da cui l’acronimo DPDR) in medicina e psicologia si intende un disturbo psicologico in cui la persona ha sentimenti persistenti o ricorrenti di depersonalizzazione e spesso di derealizzazione.
Sebbene brevi episodi di spersonalizzazione o derealizzazione possano essere comuni nella popolazione generale, il disturbo viene diagnosticato solo quando questi sintomi causino disagio sostanziale, compromettano il funzionamento sociale, lavorativo o interferiscano con altre aree importanti della vita dell’individuo.
Il disturbo da depersonalizzazione appartiene al gruppo dei disturbi dissociativi insieme al disturbo dissociativo dell’identità (anche noto come “disturbo di personalità multipla”), all’amnesia dissociativa (anche nota come “amnesia psicogena”) ed alla fuga dissociativa (anche nota come “fuga psicogena” o “stato di fuga”).

Terapia

Il trattamento del disturbo di depersonalizzazione primario è stato poco studiato. Alcuni risultati sono stati promettenti, ma difficili da valutare con sicurezza a causa delle piccole dimensioni degli studi. C’è da dire che generalmente anche solo riconoscere e diagnosticare la condizione può di per sé avere benefici terapeutici, considerando che molti pazienti esprimono i loro problemi come sconcertanti pensando di essere gli unici al mondo a provare certe sensazioni. Il paziente viene quindi rassicurato dal fatto che:

  • il disturbo è riconosciuto e descritto dalla psichiatria;
  • non è l’unico al mondo ad essere colpito dalla condizione;
  • da questo disturbo si può guarire.

Una varietà di tecniche psicoterapeutiche sono state utilizzate per trattare il disturbo di depersonalizzazione con una buona percentuale di successo, in particolare la psicoterapia cognitivo comportamentale. La ricerca sulla farmacoterapia clinica continua a esplorare una serie di possibili opzioni, tra cui farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, antidepressivi triciclici, anticonvulsivanti e antagonisti degli oppioidi, tuttavia non si è ancora giunti a risultati universalmente riconosciuti. Per la verità né gli antidepressivi né gli antipsicotici si sono rivelati utili, inoltre, gli antipsicotici possono peggiorare i sintomi di depersonalizzazione. Ad oggi, nessuno studio clinico ha studiato l’efficacia delle benzodiazepine. L’evidenza provvisoria supporta naloxone e naltrexone, così come gabapentin. È stato proposto che una combinazione di un SSRI e una benzodiazepina sia utile per i pazienti con depresonalizzazione. Il modafinil usato da solo è stato segnalato per essere efficace in un sottogruppo di individui con disturbo di depersonalizzazione (in particolare quelli con disturbi dell’attenzione, sottoeccitazione e ipersonnia).

Prevenzione

Il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione può essere prevenuto facendo aiutare i bambini che hanno subito abusi, da un neuropsichiatra e da uno psicoterapeuta.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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