La sindrome di Parigi (in inglese Paris syndrome; in francese syndrome de Paris; in giapponese Pari shōkōgun, パリ症候群), a volte indicata come “sindrome del giapponese a Parigi“, è una patologia psicosomatica rara che affligge in modo particolare (ma non esclusivo) i turisti giapponesi in visita alla capitale francese. I turisti affetti da questa sindrome sperimentano un senso di profondo disagio e delusione derivanti dalla differenza fra la visione idealizzata della capitale francese che avevano maturato in patria, ad esempio tramite fotografie o video, e l’effettiva visione di cui prendono atto durante il soggiorno nella città, decisamente meno affascinante delle aspettative. Nei casi più gravi possono verificarsi sintomi psicotici, come allucinazioni visive e/o uditive. Nella maggioranza dei casi la sindrome si verifica in individui che, prima di partire, non avevano mai sofferto di malattie psichiatriche. La sindrome di Parigi è un classico esempio di “shock culturale” (in inglese “culture shock“), come anche la sindrome di Gerusalemme.
Cenni storici
La sindrome venne riconosciuta per la prima volta nel 1986 dal professore Hiroaki Ota, medico psichiatra giapponese espatriato in Francia che lavorava presso il Sainte-Anne Hospital Center. Il medico ha pubblicato anche un libro sulla sindrome di Parigi nel 1991.
Katada Tamami del Nissei Hospital ha descritto il caso di un paziente giapponese depresso affetto dalla sindrome di Parigi nel 1998.
Nel 2004, Ota e coautori hanno scritto in una rivista psichiatrica francese che la Francia era l’unico paese europeo a offrire cure specializzate ai cittadini giapponesi nella loro lingua, come accordo tra l’ambasciata giapponese e il dipartimento di Ota nell’ospedale Sainte-Anne. Nell’articolo si afferma che, tra il 1988 e il 2004, solo 63 pazienti giapponesi sono stati ricoverati in ospedale e sono stati indirizzati a Ota. Il 50% aveva tra i 20 ei 30 anni. Dei 63 pazienti, a 48 sono stati diagnosticati disturbi schizofrenici o altri disturbi psicotici.
Youcef Mahmoudia, eminente psichiatra dell’Hôtel-Dieu di Parigi, riscontrò il disturbo in un paziente, descrivendolo come “una manifestazione di psicopatologia dovuta al viaggio, piuttosto che a una sindrome del viaggiatore”. Mahmoudia suppose che l’eccitazione che il soggetto sperimentava visitando Parigi facesse accelerare il battito cardiaco, provocando in questo modo allucinazioni uditive e fenomeni illusionali, già riscontrati in una sindrome analoga, quella di Stendhal (individuata e analizzata dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, nel 1977).
Sebbene la BBC abbia riferito nel 2006 che l’ambasciata giapponese a Parigi aveva una “linea diretta 24 ore su 24 per coloro che soffrono di gravi shock culturali”, l’ambasciata giapponese afferma che non esisteva tale linea diretta.
Sempre nel 2006, Miyuki Kusama, dell’ambasciata giapponese a Parigi, disse al Guardian “Ci sono circa 20 casi all’anno di sindrome e succede da diversi anni”, e che l’ambasciata aveva rimpatriato almeno quattro cittadini giapponesi che anno. Tuttavia, nel 2011, l’ambasciata ha dichiarato di non aver rimpatriato cittadini giapponesi affetti dalla sindrome di Parigi, nonostante le notizie contrarie dei media.
Epidemiologia
Dei numerosissimi turisti – tra i 700.000 e il milione – che visitano la Ville Lumière, di cui una buona parte – dai 20.000 ai 25.000 – è giapponese, alcuni provano un simile disagio: l’incidenza statistica oscilla fra i 20 e i 24 soggetti ogni anno. L’articolo Les Japonais en voyage pathologique à Paris: un modèle original de prise en charge transculturelle indica che fra il 1988 e il 2004 vi sono stati 63 pazienti: di questi, 34 erano donne e 29 uomini, tutti di età compresa fra i 20 e i 65 anni.[1]
Caratteristiche
La manifestazioni della sindrome di Parigi, possono includere:
- ansia, agitazione, nervosismo;
- profonda tristezza;
- anoressia (mancanza di appetito);
- allucinazioni visive e/o uditive;
- desiderio irrefrenabile di visitare ogni angolo della città;
- sintomi depressivi;
- stress psico-fisico;
- vertigini;
- insonnia;
- svenimento.
Le guide turistiche, allertate da questi segnali, abitualmente informano le autorità sanitarie nei casi più gravi.
La città che delude le aspettative
Il quotidiano francese Libération ha scritto un articolo sulla sindrome nel 2004. Nell’articolo, Mario Renoux, presidente dell’Associazione medica franco-giapponese, afferma che i media e la pubblicità turistica sono i principali responsabili della creazione di questa sindrome. Renoux indica che mentre le riviste spesso descrivono Parigi come un luogo in cui la maggior parte delle persone per strada somigliano a modelle e la maggior parte delle donne veste marchi di alta moda, in realtà né Van Gogh né le modelle si trovano agli angoli delle strade di Parigi. In quest’ottica, il disordine è causato da rappresentazioni positive della città nella cultura popolare, che provocano immensa delusione in quanto la realtà del vivere la città è molto diversa dalle aspettative: i turisti si confrontano con una città sovraffollata e disseminata di immondizia, molto più sporca rispetto alle metropoli giapponesi, ed un atteggiamento poco accogliente da parte di negozianti, ristoratori e personale alberghiero; senza considerare i maggiori rischi per la sicurezza a cui sono improvvisamente esposti i turisti giapponesi, abituati alle proprie città, mediamente più sicure.
Non solo giapponesi
Nel 2014, Bloomberg Pursuits ha riferito che la sindrome ha colpito anche alcuni dei milioni di turisti cinesi annuali a Parigi. Jean-Francois Zhou, presidente dell’associazione delle agenzie di viaggio cinesi in Francia (Association Chinoise des Agences de Voyages en France), ha dichiarato: “I cinesi romanticizzano la Francia, conoscono la letteratura francese e le storie d’amore francesi, ma alcuni di essi finiscono in lacrime quando la visitano, giurando che non torneranno mai più”. L’articolo citava un sondaggio del 2012 dell’Ufficio del turismo di Parigi, in cui la sicurezza e la pulizia ricevevano punteggi bassi ma osservava anche che il sito web della Prefettura di polizia di Parigi era disponibile in cinese, oltre all’inglese e al francese.
Cause
Le cause esatte della sindrome di Parigi non sono state ancora identificate, tuttavia sono stati individuati alcuni fattori che potrebbero innescarla, tra cui:
- idealizzazione di Parigi: il turista, prima di partire, grazie a foto e video, in genere si fa una idea grandiosa della città. Una volta sul posto, il divario osservato fra la visione idealizzata nutrita in patria della capitale francese e l’effettiva realtà di Parigi, può essere fonte di sconforto e delusione, aumentato dal grande sforzo economico e logistico profuso per raggiungere la Francia dal Giappone;
- barriera linguistica: pochi turisti giapponesi parlano francese e viceversa; le differenze fra queste due lingue pongono gravi ostacoli alla comunicazione, aumentando così la confusione del soggetto;
- differenze culturali e comportamentali: le differenze culturali e comportamentali dei giapponesi sono molto diverse da quelle dei francesi. Questi ultimi, infatti, godono di un temperamento più informale, in netta contrapposizione con la più rigida cultura giapponese; questa discrepanza contribuisce alla manifestazione della sindrome;
- stanchezza psico-fisica: la fatica fisica e mentale che comporta l’organizzazione di un viaggio intercontinentale, che spesso non è di piacere ma di affari, aumenta la destabilizzazione psicologica del viaggiatore giapponese e nei casi più gravi può portare a perdita di coscienza. Anche la stanchezza nel dover visitare molti punti turistici in poco tempo, può scatenare la sindrome di Parigi;
- conseguenze del jet lag: il grande cambiamento d’orario che si verifica tra il fuso giapponese e quello francese, altera il ritmo circadiano e può destabilizzare i turisti, specie quelli che soffrivano di insonnia già prima della partenza;
- vista della Torre Eiffel: la vista dal basso dell’imponente Torre Eiffel può scatenare ansia in alcuni turisti, mentre il visitare la torre stessa può determinare un senso di vertigine;
- contraddizioni: Parigi viene spesso dipinta come una terra idilliaca, patria della bellezza e dell’amore. La realtà, tuttavia, è spesso un’altra: infatti Parigi è anche una metropoli costosa, pericolosa, rumorosa e con periferie spesso degradate e ciò può determinare ansia nel turista.
Se il soggetto prima di partire aveva già sofferto di una data malattia psichiatrica, i fattori appena elencati potrebbero contribuire a scatenare i sintomi di quella malattia.
Terapia
Salvo rari casi, la sindrome di Parigi si risolve in un completo recupero spontaneo immediatamente dopo aver abbandonato l’area o al massimo dopo alcune settimane dopo il ritorno in patria. Solo in alcuni casi possono essere utili i farmaci antidepressivi o quelli antipsicotici.
Per approfondire:
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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