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Differenze tra nuotare al mare ed in piscina
Nel periodo estivo possiamo dedicarci ad attività sportive che fanno davvero molto molto bene alla salute. Oggi parliamo del nuotare, una attività che aiuta tutto il corpo a restare in forma, fornendo anche una buona dose di divertimento.
Differenze tra mare e piscina
- In mare c’è senza dubbio una maggior facilità di galleggiamento, dovuta alla presenza del sale in acqua che la rende più leggera di quella della piscina.
- In mare mancano i punti di riferimento: in piscina si sa esattamente la lunghezza di una vasca e ragionevolmente il numero di bracciate che servono per completarla. In questo modo ci si può concentrare esclusivamente sull’atto del nuotare e sulla tecnica. In mare o nelle acque di un lago i punti di riferimento eventuali sono solo ambientali e costringono a guardare fuori dall’acqua per avere idea di dove ci si trova.
- L’acqua marina è generalmente più fredda di quella di una piscina (normalmente tra i 26 e i 29°C). Questa è senza dubbio una difficoltà in più per i muscoli, che devono essere ben riscaldati prima di buttarsi in acqua e che potrebbero soffrire di un minor afflusso di sangue, facendo percepire una fatica maggiore.
- Le acque libere sono anche sempre più mosse rispetto a quelle di una piscina (anche di quelle di una piscina affollata). Questo impedisce di mantenere un ritmo regolare sia nelle bracciate che nella respirazione, costringendo ad adattarsi spesso al movimento delle onde. Se questo può stravolgere un po’ le abitudini, è anche vero che dal punto di vista dell’adattamento motorio è un grande stimolo allenante.
- L’acqua di mare è anche estremamente abrasiva: per questo i nuotatori in acque libere sono usi a spalmarsi di vaselina, in particolare nelle zone di forte sfregamento come sotto le ascelle o dietro al collo.
Leggi anche: E’ più difficile e pesante nuotare a mare o in piscina?
Le insidie della piscina
La piscina può celare numerose insidie, ed è per questo che già negli anni scorsi l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato delle accuratissime linee-guida internazionali con l’obiettivo di proteggere le persone dai rischi associati alla frequentazione delle piscine. Gli esperti lanciano l’allarme virus, batteri, parassiti, funghi che possono letteralmente proliferare in piscina. Cosa fare allora per evitare di avere spiacevoli sorprese? Basta seguire alcuni semplici accorgimenti prima di immergersi.
Innanzitutto, poiché la principale fonte di inquinamento microbiologico della piscina sono i suoi frequentatori, ovvero noi, dobbiamo sempre stare attenti a mantenere una buona igiene personale, facendo la doccia prima di ogni bagno.
Bisogna poi cercare di evitare di ingerire acqua, anche perché tra le infezioni enteriche contraibili in piscina la diarrea è la più diffusa. Ci sono poi i virus associati a congiuntiviti e faringiti. Anche i disinfettanti possono provocare problemi, per esempio di tipo allergico, qualche volta anche importanti. Si deve poi utilizzare sempre la cuffia.
Le insidie del mare
Se invece preferite nuotare al mare, dovete stare attenti ad altri tipi di rischi. Ad esempio, poiché l’acqua marina è solitamente molto più fredda di quella della piscina, bisogna sempre stare molto attenti a non immergersi se si è stati a lungo esposti al sole o se si ha appena terminato di fare attività fisica come footing, beach volley, spinning ecc. Bisogna invece entrare in acqua gradualmente ed evitare di nuotare da soli e lontani dalla riva, soprattutto in condizioni di tempo avverso.
Attenzione infine ai pericoli che il mare può celare, come le meduse. Il consiglio è quello di portare sempre dei prodotti antiscottature, onde evitare di farsi prendere dal panico in caso di eventuale bruciatura.
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Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?
Il sole abbronza la nostra pelle anche quando siamo in acqua (in piscina o al mare)? Se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci?
Gli ultravioletti sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Essere immersi in acqua, non deve darci la falsa sicurezza di essere protetti: l’acqua assorbe infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde), ma ha un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette. Mediamente l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette, il restante di esse può penetrare attraverso lo strato di acqua e giungere alla nostra pelle. Addirittura il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l’esposizione alle radiazioni stesse, motivo per cui prendere il sole sul bagnasciuga, in prossimità dell’acqua, permette di abbronzarsi di più rispetto al prendere il sole lontani dalla riva.
Percezione errata
I rischi dell’esporsi al sole in acqua sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dall’acqua ed essendo la temperatura dell’acqua di solito più bassa, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto: in queste condizioni si tende ad esporsi per troppo tempo a raggi ultravioletti. Le ustioni sono tipiche, anche se passiamo tutto il giorno in acqua, specie durante i mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Ovviamente la forza degli ultravioletti è massima in prossimità della superficie dell’acqua e diminuisce a mano che ci si sposta in profondità.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Perché nuotare fa così bene alla salute?
Nel periodo estivo – ma non solo – possiamo dedicarci ad attività sportive che fanno davvero molto molto bene alla salute. Oggi parliamo del nuotare, una attività che aiuta tutto il corpo a restare in forma, fornendo anche una buona dose di divertimento.
Nuotare aiuta a bruciare le calorie in eccesso, abbassa lo stress e oggi sappiamo che è un toccasana anche per ridurre i rischi cardiovascolari per il cuore. Dedicarsi regolarmente alla disciplina per 3-4 volte a settimana dai 15 ai 45 minuti, può infatti abbassare la pressione e migliorare la funzione vascolare. A dimostrarlo sono importati studi scientifici, che dimostrano come l’arteria carotidea in chi ha deciso di allenarsi diventi più elastica e reattiva ai cambiamenti nel flusso sanguigno. Un segnale molto utile perché quando queste arterie sono rigide il cuore ha più difficoltà a pompare il sangue. Inoltre, nuotare fa bene alla schiena ed è un rimedio ottimo per eliminare la cellulite, inestetismo che rappresenta un vero problema per milioni di donne in tutto il mondo. Il nuoto rafforza poi le difese immunitarie, perché aumenta la produzione di linfocitit T, nemici di virus ed infezioni.
Nei bambini favorisce lo sviluppo armonioso della struttura ossea e corregge alcune deviazioni della colonna vertebrale; ma è adatto anche agli anziani, perché in acqua il rischio di traumi all’apparato locomotore è quasi del tutto inesistente e perché coinvolge e attiva tutti i muscoli del corpo. A seconda dei diversi stili di nuoto, inoltre, si possono ottenere risultati mirati per ogni parte del corpo.
Con il nuoto libero si tonificano soprattutto glutei, addominali e spalle. Il dorso è ottimo per rinforzare la schiena e allungare i muscoli flessori dei fianchi. La rana fa lavorare maggiormente il torace e l’interno cosce, mentre delfino e farfalla, che richiedono una grande forza e flessibilità, sviluppano soprattutto la parte superiore del corpo. Il nuoto è inoltre lo sport ideale in caso di lombalgie ed altri problemi alla schiena perché la colonna vertebrale viene alleggerita dal peso del corpo.
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E’ possibile farsi il bagno al mare o in piscina in gravidanza?
Assolutamente sì. Anzi, il nuoto, ancor meglio se al mare, è particolarmente indicato durante la gravidanza perché consente di mantenersi in forma senza fatica alleggerendo la pressione esercitata dal peso sul nervo sciatico. Sì, quindi, a nuotate e sì alle passeggiate lungo il bagnasciuga (con le gambe immerse fino alle ginocchia) per riattivare la circolazione e contrastare l’inevitabile ritenzione idrica tipica dei nove mesi di attesa. Nuotate e passeggiate devono essere affrontate ovviamente con molta calma e “lentezza” e mai nelle ore più calde della giornata.
Evitate solamente di passare dalle temperature troppo calde della tintarella, a quelle fredde dell’acqua; evitate infine sforzi elevati e prolungati. In ogni caso, gravidanza o no, è sempre preferibile fare il bagno insieme ad un’altra persona che possa soccorrerci in caso di difficoltà.
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