Firenze, un caso che scuote il mondo sanitario. Un bambino di quattro anni è stato operato per un presunto tumore cerebrale che in realtà non esisteva. Dopo due interventi di lobectomia temporale eseguiti all’ospedale Meyer, si è scoperto che non si trattava di un tumore ma di un’encefalite virale.
L’errore diagnostico e chirurgico ha provocato danni neurologici irreversibili: il piccolo, oggi sedicenne, vive in uno stato vegetativo con tetraparesi spastica, con una aspettativa di vita di circa 30 anni. Con una corretta diagnosi, il bimbo si sarebbe evitato due interventi chirurgici al cervello, non sarebbe rimasto invalido e la sua aspettativa di vita sarebbe praticamente equivalente a quella di una persona sana (circa 80 anni). Per curarlo sarebbero bastati dei farmaci.
Il tribunale ha riconosciuto la responsabilità dell’azienda ospedaliera, condannandola a un risarcimento di circa 3,7 milioni di euro. Nella sentenza si legge che l’intervento è stato eseguito senza una diagnosi certa e con un consenso informato “del tutto inadeguato”. Il giudice ha sottolineato come, in presenza di dubbi diagnostici, la chirurgia non fosse giustificata e andasse privilegiato un approccio conservativo e multidisciplinare.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine