Cosa sono le cure palliative? L’obiettivo di questo trattamento non è la guarigione in sé ma il miglioramento della qualità della vita del paziente così come della sua famiglia. Nel momento in cui quindi non si può più incidere sul decorso della malattia, vengono attivate queste misure, utili al paziente quanto a coloro che gli sono vicini, tra cui i caregiver. Vogliamo quindi approfondire il significato di cure palliative, in cosa consistono e quando diventano la strada da percorrere.
Cosa vuol dire cure palliative
Per comprendere la definizione, è necessario fare un passo indietro: il termine palliativo deriva da pallium, parola latina che possiamo tradurre come protezione o mantello.
Secondo la legge, le cure palliative sono un insieme di interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali che, nel loro insieme, migliorano la qualità di vita di un paziente, soprattutto nel momento in cui, a seguito di una prognosi, non risponde ad altri trattamenti.
È bene sottolineare tuttavia che le cure palliative non sempre corrispondono al fine vita: sono erogate in regime di assistenza domiciliare integrata dopo che il servizio competente ha valutato il paziente su richiesta del medico.
La loro importanza è proprio questa: preservano la qualità dell’esistenza di una persona per garantirle un periodo il più sereno possibile. Vengono previsti tutti gli aspetti sanitari, tra cui quelli psicologici e sociali, e inoltre provvedono al dolore del paziente, fornendo infine un sistema concreto alla sua famiglia per affrontare le fasi della malattia.
Il sostegno, come abbiamo visto, è a 360°: le prestazioni sono mediche, infermieristiche, psicologiche, riabilitative, ma si propongono anche servizi di assistenza tutelare e sostegno spirituale.
Dove si svolgono le cure palliative
Veniamo adesso a un altro aspetto essenziale che talvolta confonde, ovvero: una volta attivate, dove vengono effettuate le cure palliative?
Non solo in ospedale o nelle RSA, quindi le strutture residenziali, ma anche a domicilio. Ci sono poi gli hospice, ovvero le strutture di ricovero predisposte per accogliere persone affette da patologie incurabili o ad andamento cronico.
Da non sottovalutare anche l’assistenza domiciliare delle cure palliative, in quanto prevede, oltre agli interventi di base, equipe specialistiche multiprofessionali a seconda della patologia. Ciò permette alla persona di rimanere nel suo ambiente, in un contesto abitativo che conosce e dove si sente appunto a casa.
Uno dei casi più comuni è l’accesso agli hospice, in particolare quando si verifica un aggravamento delle condizioni cliniche e il caregiver è impossibilitato a fornire al paziente l’assistenza necessaria per preservare la qualità della vita.
Quando servono le cure palliative
Abbiamo visto quando e come vengono attivate, ovvero dopo un’opportuna valutazione: di fatto durante la fase terminale del decorso di una malattia, quando quindi non si risponde più alle terapie finalizzate alla guarigione, lo scopo è alleviare i sintomi fisici e psicologici del paziente.
Alcune patologie per cui talvolta vengono richieste le cure palliative, soprattutto nella fase terminale, sono i tumori, le malattie neurodegenerative (tra cui il morbo di Alzheimer, la malattia di Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica) e malattie respiratorie o patologie renali come l’insufficienza renale avanzata.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine