Psicoterapia psicoanalitica (psicodinamica): l’efficacia della psicoanalisi

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Proprietà MAGNESIO DEPRESSIONE ANSIA STRESS UMORE CIBI RICCHI Roma Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Perdere  Donna Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoPer gli psicoterapeuti di indirizzo psicodinamico, di cui la tradizione classica è quella di approccio psicoanalitico, il sintomo manifestato dal paziente è la conseguenza di un conflitto inconscio tra alcune componenti dell’endopsichismo, o può essere attribuibile a problemi strutturali nello sviluppo di alcuni assetti psichici interni nel corso dello sviluppo psicologico (“teorie del conflitto” vs. “teorie strutturali”).

Per poter “sopravvivere” emotivamente ad avvenimenti che non sa gestire, l’individuo sviluppa delle difese di tipo psicologico (ad esempio la rimozione); l’evento problematico o “traumatico” viene così reso parzialmente gestibile, ma permane nel sistema psichico come conflitto inconscio: il sintomo rappresenta quindi l’espressione esplicita di tale conflitto.

All’interno dell’approccio psicoanalitico (detto anche “psicodinamico”), esistono differenti sottoscuole di pensiero, con differenti “teorie della clinica”: tra le principali, si devono citare quelle psicoanalitiche classiche, quelle psicoanalitico-relazionali, quelle psicoanalitico-intersoggettive; tra quelle derivate dal filone principale della psicoanalisi freudiana e post-freudiana, sono di rilievo inoltre la psicologico-analitica junghiana, la psicanalisi lacaniana e la psicologia individuale adleriana. Esistono inoltre forme di psicoterapia psicodinamica breve.

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In generale, la terapia psicodinamica dei vari orientamenti psicoanalitici prevede una stretta relazione tra psicoterapeuta e paziente, grazie alla quale si cerca di esplorare la struttura dei conflitti responsabili dei sintomi. Lo psicoterapeuta assiste il paziente nella rielaborazione dei conflitti interiori, permettendo una miglior gestione degli effetti provocati da questi. La Psicoterapia psicodinamica richiede un periodo medio-lungo per potersi sviluppare in maniera adeguata (da 2 a 3 anni, con incontri regolari una o due volte alla settimana, ma la frequenza resta comunque variabile anche nel corso della terapia).

Il trattamento, da un punto di vista tecnico, consiste nell’attivare una terapia analitica con un setting rigoroso, al fine di favorire lo sviluppo del transfert, cioè l’attualizzazione di schemi relazionali pregressi nel qui ed ora della relazione clinica che viene a stabilirsi tra paziente e terapeuta; nel processo di transfert il soggetto attiva una rappresentazione inconscia di stili relazionali primari, a volte correlati alle difficoltà che ha riscontrato.

L’interpretazione del transfert, del controtransfert (ovvero delle reazioni emotive dell’analista a certi processi del paziente), delle libere associazioni e di altro materiale personale (ad esempio, comportamenti, patterns relazionali, sogni, etc.) durante le sedute cercherà di favorire l’elaborazione delle cause più profonde dei conflitti, per permettere al paziente di assumere maggiore consapevolezza e poter modificare i propri stili relazionali, o al fine di ottenere una parziale ristrutturazione del proprio Sé, in modo che sia il più funzionale possibile all’adattamento alla vita sociale e relazionale, e mitigando gli eventuali sintomi psicopatologici.

Al suo interno si è sviluppato anche un approccio definito di psicoterapia dinamica breve, con maggiore delimitazione temporale ed una più esplicita focalizzazione sui sintomi.

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