Il disturbo ossessivo-compulsivo (da cui l’acronimo “DOC“), in inglese denominato “obsessive-compulsive disorder” (da cui l’acronimo “OCD“), chiamato anche nevrosi ossessiva o disturbo ossessivo-coattivo o sindrome ossessivo-coattiva o disturbo ossessivo o sindrome ossessiva o sindrome ossessivo-compulsiva (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS), è una patologia psichiatrica (precedentemente appartenente al gruppo dei disturbo d’ansia) caratterizzata da pensieri ricorrenti (ossessioni) associati a timori e forti preoccupazioni che inducono chi ne soffre a ripetere in modo incessante e incontrollato (compulsioni) specifiche azioni o processi nel tentativo di placare l’ansia e tutelarsi da possibili eventi disastrosi, in realtà altamente improbabili e del tutto irragionevoli. Se non adeguatamente trattato, con il tempo, il disturbo porta a moltiplicare e intensificare i comportamenti ossessivi-compulsivi fino a determinare un serio scadimento della qualità di vita, il ritiro sociale e lavorativo e un serio deterioramento delle relazioni familiari. Il disturbo ossessivo-compulsivo si presenta frequentemente associato con altri disturbi di interesse psichiatrico, tra cui il disturbo evitante, la fobia sociale, il disturbo schizotipico, diversi tipi di fobie ed i disturbi dell’umore (soprattutto depressione). Analogamente alla depressione, la malattia appare legata a una riduzione dei livelli cerebrali di serotonina e migliora assumendo farmaci antidepressivi che agiscono a questo livello (SSRI), soprattutto se la terapia farmacologica viene associata a psicoterapia.
Disturbo ossessivo-compulsivo nel DSM-5
Precedentemente inserito nel capitolo dei disturbi d’ansia nel DSM-IV-TR e dall’ICD-10, nel DSM-5 (l’ultima versione del Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali), il DOC è stato inserito in una nuova categoria specifica, denominata Disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati che comprende (oltre al disturbo ossessivo-compulsivo) anche il disturbo da accumulo, il disturbo di dismorfismo corporeo, la tricotillomania, la dermatillomania (disturbo da escoriazione), la sindrome da acquisto compulsivo e tutti i disturbi da controllo degli impulsi
Esempi di comportamenti compulsivi caratteristici
Le azioni compiute dalla persona affetta da disturbo ossessivo-compulsivo possono essere di per sé assolutamente normali, ma assumono una valenza patologica in ragione dell’elevata ripetitività, dell’estrema ritualità e della concitazione con la quale vengono eseguite. Esempi caratteristici di comportamenti compulsivi sono il lavarsi continuamente le mani nel timore di contaminazioni, controllare ripetutamente di aver chiuso il gas prima di uscire di casa (ad esempio 3 o 5 o 10 o 20 volte), disporre in un ordine ben preciso i vestiti nell’armadio o i libri sugli scaffali della libreria, intravedendo catastrofi se questo ordine viene anche solo impercettibilmente modificato.
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A che età insorge il disturbo ossessivo-compulsivo?
Il disturbo ossessivo-compulsivo insorge prevalentemente in giovane età, di solito tra i 15 e i 25 anni, persistendo poi in modo cronico per tutta la vita.
Differenze tra il Disturbo ossessivo-compulsivo e il Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Molti, anche in ambiente sanitario, confondono il disturbo ossessivo-compulsivo con il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (anche chiamato disturbo di personalità ossessivo-compulsiva). Le differenze sono sfumate, eppure sono presenti, a partire dal fatto che mentre il disturbo ossessivo-compulsivo fa parte del gruppo dei disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati, invece il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità fa parte del gruppo dei disturbi di personalità.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità si distingue dal disturbo ossessivo-compulsivo prevalentemente per due fattori:
- nel disturbo di personalità di solito vi è assenza di reali ossessioni e compulsioni (che invece sono presenti nel disturbo ossessivo-compulsivo);
- chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo è tormentato da pensieri ricorrenti dal contenuto spiacevole e spinto a mettere in atto comportamenti ritualistici: tale modo di vivere è riconosciuto dal soggetto stesso come problematico e desidera liberarsene (egodistonia); chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, invece, raramente prova disagio a causa delle proprie caratteristiche di personalità e, piuttosto, le considera come altamente adattive (egosintonia).
Per capire appieno le differenze tra queste due diverse patologie, vi invito a leggere questi miei articolo:
- Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: cause, sintomi, cure e differenze col disturbo ossessivo-compulsivo
- Differenza tra egosintonico e egodistonico in psicologia e psichiatria con esempi
Quali sono le cause del disturbo ossessivo-compulsivo?
All’origine del disturbo si riconoscono una riduzione dei livelli cerebrali di serotonina e una base genetica, non ancora definita con precisione, ma chiaramente testimoniata dal tramandarsi del disturbo di generazione in generazione, a livelli di gravità via via crescenti. Questa predisposizione familiare tende a ritardare la diagnosi e a ostacolare il trattamento. Non è raro, infatti, che la madre di un ragazzo con l’ossessione dei lavaggi ripetuti ai limiti della sterilità abbia a sua volta la tendenza a lavarsi le mani spesso o a pulire la casa molto più di quanto non sia realmente necessario. Così, quando il figlio inizia a chiederle di aiutarlo a fare il bagno, di controllare se si è lavato a sufficienza o di cambiargli le lenzuola ogni giorno non arriva a rendersi subito conto della stranezza delle richieste. La decisione di rivolgersi allo specialista per cercare di capire che cosa stia accadendo, spesso, è presa quando la situazione diventa francamente patologica.
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Sintomi
I sindromi del disturbo ossessivo-compulsivi si dividono in sintomi di tipo ossessivo e sintomi di tipo compulsivo.
I sintomi OSSESSIVI del disturbo ossessivo-compulsivo, sono:
- Terrore di contaminarsi toccando oggetti e persone (es. stringere la mano).
- Paura di non ricordarsi di chiudere la porta, spegnere il gas ecc.
- Convinzione di aver ferito qualcuno in un incidente stradale.
- Intenso stress di fronte a oggetti non perfettamente allineati.
- Estrema paura di far del male al proprio figlio o a una persona cara.
- Evitamento delle situazioni che mettono a disagio (es. stringere la mano).
- Desiderio di urlare parole oscene in luoghi pubblici.
- Continui pensieri legati al sesso e visualizzazione di immagini pornografiche.
- Dermatiti derivanti dai lavaggi eccessivi. Ferite cutanee associate a sfregamento, graffi e pizzicotti continui.
- Perdita o deterioramento dei capelli a causa dell’attorcigliamento ossessivo.
I sintomi COMPULSIVI del disturbo ossessivo-compulsivo, sono:
- Ripetizione continua di un determinato gesto.
- Tendenza a contare (ed a ricontare varie volte) qualunque oggetto, pensiero o situazione.
- Bisogno costante di allineare e disporre simmetricamente gli oggetti.
- Verifica di aver effettivamente eseguito una certa azione un numero di volte francamente irragionevole.
- Continua richiesta di rassicurazione rispetto alla correttezza delle proprie azioni.
- Impossibilità di evitare la ripetizione di specifici comportamenti.
Diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo
La diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo è quasi sempre tardiva. In genere, il paziente arriva all’osservazione dello specialista dopo alcuni anni dall’esordio dei sintomi, quando la malattia è talmente avanzata da limitarlo fortemente nelle attività quotidiane e interferire pesantemente con le relazioni interpersonali. È un grosso errore, perché una valutazione psichiatrica accurata e l’individuazione precoce del trattamento più adatto nel caso specifico permettono di arrivare in tempi rapidi alla risoluzione del disturbo. Secondo il DSM-5 (l’ultima versione del Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali), per poter fare diagnosi è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri:
- La presenza di ossessioni o compulsioni o entrambe.
- Le ossessioni e le compulsioni sono causa di grave perdita di tempo durante la giornata e minano il normale funzionamento sociale, relazionale e psicologico dell’individuo.
- I sintomi ossessivo-compulsivi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di altra condizione medica.
- Il disturbo non è meglio giustificato da sintomi di altri disturbi mentali.
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Trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo deve essere sempre trattato con l’aiuto di un medico, il più precocemente possibile e preferibilmente coinvolgendo l’intero nucleo familiare. In qualunque momento si riesca a intervenire, il primo passo è chiarire tanto al ragazzo quanto ai genitori la natura della malattia, per favorire la comprensione dei meccanismi che la sostengono e l’origine dei comportamenti del tutto irrazionali che ne conseguono, offrendo così una prima chiave per disinnescarli. Il concetto fondamentale da interiorizzare è che, analogamente a quanto avviene per tutte le patologie psichiatriche, i comportamenti associati al disturbo ossessivo-compulsivo non sono guidati dalla volontà e non possono essere evitati senza cure specifiche di tipo psico-comportamentale e/o farmacologico.
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Psicoterapia
Se la situazione non è particolarmente grave, il primo intervento proposto al paziente affetto da disturbo ossessivo-compulsivo è quasi sempre un intervento psicoterapico cognitivo-comportamentale teso al graduale decondizionamento dalle abitudini ossessivo-compulsive acquisite, partendo da quelle che lo coinvolgono in modo più lieve e che interferiscono meno con le attività quotidiane. Anche la psicodinamica può avere un ruolo importante nella terapia del disturbo ossessivo-compulsivo. Ottenuti i primi miglioramenti, si passa ad analizzare e rimuovere i comportamenti più invasivi e disturbanti, seguendo una logica graduale, fino alla completa risoluzione del disturbo. Nella maggior parte dei casi, il trattamento è effettuato con sedute periodiche individuali o di gruppo.
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Terapia farmacologica del disturbo ossessivo-compulsivo
Se il disturbo ossessivo-compulsivo è presente da diverso tempo o molto radicato per riuscire a ottenere un miglioramento significativo, è necessario intraprendere un trattamento farmacologico con antidepressivi, in grado di correggere la riduzione dei livelli cerebrali di serotonina. I composti più indicati a questo scopo sono gli inibitori del riassorbimento della serotonina (SSRI) e della noradrenalina (SNRI). Si tratta di farmaci sicuri, efficaci e ben tollerati che nel disturbo ossessivo-compulsivo riescono a determinare un buon miglioramento dei sintomi dopo circa 2-4 settimane di assunzione regolare. In alcuni casi, in relazione alle caratteristiche del singolo paziente e delle manifestazioni specifiche del disturbo, il medico potrà proporre, in associazione agli antidepressivi, anche farmaci di altro tipo, come per esempio antipsicotici. Qualunque sia la terapia individuata, per ottenerne i massimi benefici è importante seguire attentamente le indicazioni del medico rispetto a dosaggi e tempi di assunzione, senza interrompere il trattamento farmacologico non appena ci si sente meglio.
Interventi di supporto
La famiglia, in particolare i genitori in particolare, può fare molto per agevolare il percorso terapeutico del paziente, assicurando un ambiente domestico capace di supportare e promuovere il recupero del figlio e cercando di ristabilire relazioni interpersonali positive. Tuttavia, in alcuni casi il clima familiare è talmente destabilizzato da arrivare a compromettere seriamente la possibilità di ottenere benefici dalle cure proposte. Quando ciò si verifica, di norma il medico consiglia di estendere l’intervento psicoterapico all’intera famiglia o di prevedere l’allontanamento temporaneo del paziente dall’ambiente abituale. Nei casi più gravi, può essere necessario il ricovero ospedaliero.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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