Disturbi bipolari e sindrome maniaco depressiva: cause, sintomi, diagnosi, farmaci, psicoterapia

MEDICINA ONLINE DISTURBO DIPOLARE DISORDINE SINDROME MANIACO DEPRESSIVA DI PERSONALITA MULTIPLA DEPRESSIONE DISSOCIATIVO IDENTITA PSICHIATRIA CARATTERE TWO FACE FACCIA PAZZIA MAD PSICOLOGIA NARCISO IPOCRITA FALSO BUGIA.jpgI disturbi bipolari (in passato chiamati sindrome maniaco-depressiva) sono un gruppo di patologie psichiatriche caratterizzate dal comprende i due estremi dei disturbi dell’umore che si alternano: la depressione e la mania (o a una forma meno grave detta ipomania). Colpiscono, con diversa intensità, circa il 4% della popolazione. I disturbi bipolari interessano allo stesso modo sia gli uomini che le donne, specie adulti, mentre sono rari nei bambini. I principali disturbi bipolari sono:

  • Disturbo bipolare I: il soggetto ha avuto almeno un episodio maniacale completo (tale da inibirgli la normalità funzionale o che abbia incluso allucinazioni) e solitamente episodi depressivi.

  • Disturbo bipolare II: il soggetto ha presentato episodi depressivi maggiori, almeno un episodio maniacale grave (ipomania), ma nessun episodio maniacale completo.

Tuttavia, alcuni soggetti hanno episodi che ricordano il disturbo bipolare ma non rispondono ai criteri specifici previsti per il disturbo bipolare I o II. Tali episodi vengono classificati come disturbo bipolare non specificato o disturbo ciclotimico.

Cause

La causa esatta del disturbo bipolare non è nota. Si ritiene che l’ereditarietà sia coinvolta nello sviluppo del disturbo bipolare. Inoltre, determinate sostanze prodotte dall’organismo, come i neurotrasmettitori noradrenalina o serotonina, potrebbero non essere regolate normalmente (i neurotrasmettitori sono sostanze che le cellule nervose utilizzano per comunicare). Il disturbo bipolare talvolta insorge dopo un evento stressante, oppure un tale evento può scatenare un altro episodio. Tuttavia, non è stata dimostrata alcuna relazione di causalità. I sintomi del disturbo bipolare, la depressione e la mania, possono verificarsi in alcune patologie, come in presenza di livelli elevati di ormoni tiroidei (ipertiroidismo). Inoltre, gli episodi possono essere scatenati da varie sostanze, come cocaina ed anfetamine.

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Sintomi

Nel disturbo bipolare, gli episodi sintomatici si alternano a periodi praticamente privi di sintomi (remissioni). Gli episodi possono durare da poche settimane a 3-6 mesi. I cicli (dalla data di insorgenza di un episodio alla data di quello successivo) hanno durata variabile. Alcuni soggetti presentano episodi infrequenti, magari solo due nell’arco della vita, mentre altri accusano oltre quattro episodi l’anno (disturbo bipolare a cicli rapidi). Nonostante questa grande variabilità, la durata del ciclo per ciascuna persona è relativamente regolare. Gli episodi consistono di depressione, mania o mania meno grave (ipomania). Solo una minoranza dei soggetti alterna episodi di mania e depressione in ciascun ciclo. Nella maggior parte dei casi, uno dei due episodi è parzialmente predominante.

Depressione

La depressione nel disturbo bipolare assomiglia alla depressione unipolare. Il soggetto si sente eccessivamente triste e perde interesse nelle proprie attività, pensa e agisce lentamente, può dormire più del solito, l’appetito e il peso possono aumentare o diminuire, e può essere sopraffatto dal senso di inutilità e di colpa. Potrebbe non essere in grado di concentrarsi o prendere decisioni. I sintomi psicotici (come allucinazioni e fissazioni) sono più comuni nella depressione che accompagna il disturbo bipolare che nella depressione unipolare.

Mania

Gli episodi maniacali terminano più bruscamente rispetto a quelli di depressione e sono solitamente più brevi, della durata di una settimana o poco più. Il soggetto si sente esuberante, energetico, esaltato o irritabile, e può anche sentirsi troppo sicuro di sé, agire o vestirsi in modo stravagante, dormire poco e parlare più del solito. I suoi pensieri si accavallano rapidamente. Il soggetto è facilmente distratto e passa continuamente da un argomento a un altro o da un’occupazione a un’altra; si dedica a un’attività dopo l’altra (impegni di lavoro, scommesse o comportamenti sessuali pericolosi), senza pensare alle conseguenze (come perdita di denaro o lesioni). Tuttavia, il soggetto spesso tende a credere di essere nel migliore stato mentale possibile e manca della capacità di comprendere la propria condizione. Tale mancanza, insieme alla grande capacità di agire può renderlo impaziente, invadente, sfacciato e aggressivamente irritabile quando infastidito. Ciò porta a problemi nelle relazioni sociali e a una sensazione di ingiustizia o di persecuzione. Alcuni soggetti hanno allucinazioni, ossia vedono o sentono cose che non ci sono.

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Psicosi maniacale

La psicosi maniacale è una forma estrema di mania. Il soggetto presenta sintomi psicotici che assomigliano alla schizofrenia. Può avere manie di grandezza estreme, come credere di essere Gesù. Altri possono sentirsi perseguitati, come essere ricercati dall’FBI. Il livello di attività aumenta notevolmente; il soggetto può correre ovunque gridando, bestemmiando o cantando. L’attività psico-fisica può essere talmente alterata che vi è una completa perdita di ideazione coerente e comportamento adeguato (mania delirante), che provoca un estremo esaurimento. Un soggetto così colpito richiede un trattamento immediato.

Ipomania

L’ipomania non è grave quanto la mania. Il soggetto si sente allegro, necessita di poco sonno ed è mentalmente e fisicamente attivo. Per alcuni soggetti, l’ipomania è uno stato produttivo. Ci si sente pieni di energia, creativi e fiduciosi, spesso si hanno riscontri positivi nelle situazioni sociali e non si desidera necessariamente abbandonare questa condizione appagante. Altri soggetti affetti da ipomania, comunque, si distraggono e si irritano con facilità, talvolta con scatti d’ira. Il soggetto spesso prende impegni che non può mantenere o inizia progetti che poi non porta a termine e cambia rapidamente umore; può riconoscere queste reazioni ed esserne turbato, proprio come le persone che gli stanno intorno.

Episodi misti

Quando la depressione e la mania o l’ipomania si verificano in un unico episodio, il soggetto può improvvisamente mettersi a piangere nel corso di un momento di esaltazione oppure i suoi pensieri possono iniziare a galoppare durante la depressione. Spesso, il soggetto va a letto depresso e si sveglia di primo mattino sentendosi esaltato ed energico. Il rischio di suicidio negli episodi misti è particolarmente elevato.

Diagnosi

La diagnosi si basa sul quadro caratteristico della sintomatologia. Tuttavia, il soggetto affetto da mania può non riferire correttamente i propri sintomi perché ritiene di non avere problemi. Per tale motivo, il medico spesso deve ottenere informazioni dai famigliari. Il soggetto e i suoi famigliari possono utilizzare un breve questionario che li aiuti a valutare i rischi di disturbo bipolare. Inoltre, il medico chiede al soggetto se ha pensieri suicidi, esamina i farmaci assunti per controllare se uno di essi possa contribuire ai sintomi e controlla se vi siano segni di altre patologie in grado di sostenere la sintomatologia. Ad esempio, può richiedere esami del sangue per controllare la presenza di ipertiroidismo ed esami delle urine per verificare l’abuso di droghe. Il medico determina se il soggetto presenta episodi maniacali o depressivi in modo tale da somministrare il trattamento corretto.

Trattamento

Per la mania o la depressione grave, spesso è necessario il ricovero. Nelle forme maniacali meno gravi, il ricovero può rendersi necessario nei periodi di iperattività, per proteggere il soggetto e i suoi famigliari da attività finanziarie e comportamenti sessuali pericolosi. La maggior parte dei soggetti affetti da ipomania può essere trattata senza ricovero. I soggetti che presentano cicli rapidi sono più difficili da trattare. Senza trattamento, il disturbo bipolare si ripresenta in quasi tutti i soggetti.

Il trattamento può comprendere:

  • tototerapia, che può essere utile nel trattamento del disturbo bipolare stagionale;
  • farmaci per la stabilizzazione (stabilizzatori dell’umore), come il litio e alcuni anticonvulsivanti (farmaci solitamente usati per il trattamento delle crisi epilettiche);
  • farmaci antipsicotici;
  • farmaci antidepressivi;
  • psicoterapia;
  • terapia elettroconvulsivante, talvolta usata quando gli altri sistemi non hanno funzionato.

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Litio

Il litio può ridurre i sintomi maniacali e depressivi e in molti soggetti aiuta a evitare i cambiamenti d’umore. Poiché il litio richiede dai 4 ai 10 giorni per avere effetto, per controllare l’ideazione e l’attività frenetiche spesso si somministra un farmaco che agisce più rapidamente, come un anticonvulsivante o un farmaco antipsicotico più recente (di seconda generazione). Il litio può avere effetti collaterali, può causare sonnolenza, spasmi involontari (tremori), spasmi muscolari, nausea, vomito, diarrea, sete, diuresi eccessiva e aumento ponderale. Spesso l’acne o la psoriasi del soggetto peggiorano. Tuttavia, questi effetti collaterali sono di solito temporanei e il medico può ridurli o mitigarli aggiustando il dosaggio. Talvolta, l’assunzione di litio va sospesa a causa degli effetti collaterali, che scompaiono dopo la sospensione. Il medico controlla il livello di litio nel sangue con regolari esami del sangue, perché se i livelli sono troppo elevati è più probabile che insorgano effetti collaterali. L’uso a lungo termine del litio può abbassare i livelli dell’ormone tiroideo (ipotiroidismo) e, raramente, compromettere la funzione renale. Per tale motivo, devono venire effettuati regolarmente esami del sangue per monitorare la funzionalità tiroidea e renale.

La tossicità da litio si manifesta quando il tasso di litio nel sangue è estremamente elevato. Può causare cefalea persistente, confusione mentale, sonnolenza, convulsioni e anomalie del ritmo cardiaco. Gli effetti collaterali sono più frequenti negli anziani e nelle persone che presentano una disfunzione renale.

Le donne che desiderano una gravidanza devono sospendere l’assunzione di litio perché, in rari casi, può provocare malformazioni cardiache nel feto.

Anticonvulsivanti

Gli anticonvulsivanti valproato e carbamazepina possono essere usati per trattare la mania quando si presenta per la prima volta o per trattare sia la mania sia la depressione quando insorgono contemporaneamente (episodio misto). A differenza del litio, questi farmaci non danneggiano i reni, tuttavia la carbamazepina può provocare una notevole riduzione della conta eritrocitaria e leucocitaria. Sebbene sia raro, il valproato può danneggiare il fegato (principalmente nei bambini) oppure danneggiare gravemente il pancreas. Con un attento monitoraggio medico, questi problemi possono essere rilevati in tempo. Il valproato non è consigliato nelle donne con disturbo bipolare in stato di gravidanza o di allattamento al seno, poiché pare che aumenti i rischi di difetti genetici al cervello o al midollo spinale (difetti del tubo neurale) e di autismo nel feto. Il valproato e la carbamazepina possono essere utili, specialmente se il soggetto non ha risposto ad altri trattamenti.

Talvolta, la lamotrigina viene usata per controllare gli sbalzi di umore, specialmente durante gli episodi di depressione. La lamotrigina può provocare una grave eruzione cutanea. Raramente, l’eruzione cutanea si evolve nella sindrome di Stevens-Johnson, che è potenzialmente fatale. Assumendo lamotrigina, il soggetto deve controllare l’eventuale insorgenza di nuove eruzioni cutanee (in particolare nella zona intorno all’ano e ai genitali), febbre, ingrossamento ghiandolare, afte in bocca o sugli occhi, e gonfiore delle labbra o della lingua, riferendo tutto al medico. Per ridurre i rischi di sviluppare questi sintomi, il medico deve seguire scrupolosamente lo schema consigliato per l’aumento della dose. L’assunzione del farmaco inizia con un dosaggio relativamente basso, che viene lentamente aumentato (nel corso di qualche settimana) fino alla dose di mantenimento consigliata. In caso di sospensione della dose per almeno 3 giorni, lo schema di incremento graduale deve essere ricominciato.

Antipsicotici

Gli episodi maniacali sono sempre più trattati con gli antipsicotici di seconda generazione, perché agiscono rapidamente e il rischio di effetti collaterali gravi è inferiore rispetto a quello di altri farmaci usati per trattare il disturbo bipolare. Tra questi farmaci ci sono aripiprazolo, lurasidone, olanzapina, quetiapina, risperidone e ziprasidone.

Per la depressione bipolare, determinati antipsicotici potrebbero essere la scelta migliore. Alcuni di essi vengono somministrati con un antidepressivo.

Gli effetti a lungo termine degli antipsicotici comprendono l’aumento ponderale e la sindrome metabolica. La sindrome metabolica è un eccesso di grasso nell’addome con ridotta sensibilità agli effetti dell’insulina (resistenza all’insulina), iperglicemia, livelli di colesterolo anomali e ipertensione arteriosa. Il rischio di tale sindrome può essere minore con l’aripiprazolo e lo ziprasidone.

Antidepressivi

Alcuni antidepressivi vengono talvolta usati per il trattamento della depressione grave in soggetti affetti da disturbo bipolare, ma la questione è controversa. Pertanto questi farmaci vengono usati solo per brevi periodi e generalmente sono somministrati in associazione a un farmaco stabilizzatore dell’umore, ad esempio un antipsicotico.

Psicoterapia

La psicoterapia viene spesso consigliata ai soggetti in terapia con farmaci stabilizzatori dell’umore, soprattutto per aiutarli a seguire il trattamento come indicato.

La terapia di gruppo spesso aiuta i soggetti e i/le loro partner o i famigliari a comprendere il disturbo bipolare e i suoi effetti.

La psicoterapia individuale può aiutare il soggetto a comprendere come convivere al meglio con i problemi della vita di tutti i giorni.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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