Ma il sesso in gravidanza fa male? In realtà, non farlo (se non ci sono concrete controindicazioni suggerite dal ginecologo) nuoce esclusivamente alla coppia. Questa è la premessa indispensabile da cui non si può prescindere se si vuole affrontare in maniera seria l’argomento. Invece, fino a pochi decenni fa, più che a torto, veniva dato quasi per scontato che una donna incinta non dovesse fare sesso (anche per motivi riconducibili al fatto che l’attività sessuale era incentivata solo a fini di riproduzione). Di conseguenza, il marito, sia pure a malincuore, si adeguava.
Il sesso in gravidanza non nuoce
Non solo non fa male, ma è anche consigliato per cementare l’unione di una coppia. Per la donna – mentre il suo corpo cambia, il che può provocare più di un’insicurezza – aumenta la necessità di sentirsi desiderata e rassicurata dal partner. Per l’uomo fare l’amore con la sua compagna significa non sentirsi escluso dalla simbiosi che si crea immediatamente fra la donna gravida e il bimbo in arrivo, e quindi consolidare la complicità della coppia. Purtroppo, le maggiori paure si riscontrano soprattutto nel futuro padre, che non di rado, in questo periodo, lo portano ad avere un approccio negativo nei confronti della sessualità.
Sesso in gravidanza: quando NON farlo
A questo proposito il ginecologo potrà essere più preciso, comunque, ecco alcuni casi tipici:
- sanguinamento inspiegabile della vagina;
- perdita di liquido amniotico;
- un’infezione in corso;
- minaccia d’aborto o di parto prematuro. Non è detto però che, una volta superato il problema, si debba protrarre l’astinenza. In questo caso, si deve sempre chiedere il parere del proprio ginecologo;
- ipercontrattilità dell’utero, trattata con assunzione di farmaci per rilassare la parete uterina stessa;
- placenta previa, ossia impiantata nella parte inferiore dell’utero, fino a coprire in parte o totalmente il collo, e perciò a maggior rischio di distacco;
- dilatazione del collo dell’utero prematura rispetto alla data del parto;
- rottura prematura del sacco amniotico.
E in caso di villocentesi e amniocentesi?
Questi esami provocano un rischio, sia pure minimo, di aborto spontaneo: per questo si raccomanda di non avere rapporti per circa 48 ore; poi tutto torna alla normalità.
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Perché i futuri genitori si negano l’intimità sessuale?
Per via di vere e proprie paure. Tra le più rilevanti è il timore che il rapporto sessuale praticato nei primi mesi di gravidanza può essere pericoloso, addirittura abortivo. Inoltre, c’è la paura che:
- un’attività sessuale troppo frequente possa danneggiare il bambino;
- lo sperma arrivi fino al bimbo, che lo utilizzi come nutrimento;
- la sessualità faccia male, genericamente, sia alla donna sia al bimbo.
Rispetto a quest’ultimo timore – perché di reali paure si tratta, e non di falsi pregiudizi – c’è da sottolineare che il feto è ben protetto all’interno del sacco amniotico e che è accuratamente isolato da una sorta di tappo mucoso. E in nessun caso si può verificare che l’organo maschile entri in contatto diretto con il feto durante il rapporto sessuale. Viceversa, alcuni ricercatori sostengono addirittura che la penetrazione, soprattutto nell’ultima fase della gravidanza, possa avere un effetto positivo sul collo dell’utero, anch’esso molto robusto e provvisto di un tappo mucoso impermeabile agli spermatozoi.
I mutamenti fisici a cui va soggetto il corpo della donna nei nove mesi della gravidanza, in realtà, possono causare dei problemi. In particolare, il desiderio sessuale femminile, al pari del disagio fisico dovuto alle dimensioni crescenti del suo corpo, variano. E non è escluso che provochino un progressivo e totale allontanamento dal compagno. Ma anche viceversa. Ecco il motivo per cui consiglio sempre non solo di parlare delle proprie emozioni con il partner, ma anche con il ginecologo al quale chiedere senza pudori suggerimenti ed indicazioni. Per esempio, è utile sapere che durante la gravidanza l’intimità richiede alcuni “comportamenti di riguardo”. Tra questi: se si pratica sesso orale non si deve mai soffiare dell’aria all’interno della vagina perché ciò potrebbe provocare un’embolia, con gravi rischi sia per la madre sia per il bimbo.
Suddividiamo allora la gravidanza in tre periodi.
In breve possiamo dire: nel primo trimestre le nausee, oltre a stanchezza e disagio, possono portare la donna al disinteresse per il sesso. Il compagno dovrebbe ascoltare e rassicurare la compagna. Senza tralasciare di farla sentire sexy come prima di restare incinta.
Nel secondo trimestre, passati gli attacchi di nausea, anche l’umore migliora. In questo periodo, per di più, nella zona genitale aumenta la circolazione e la lubrificazione risulta più abbondante: per questo motivo l’attività sessuale della coppia non dovrebbe incontrare grandi ostacoli.
Infine, nell’ultimo trimestre di gravidanza, quando la pancia della donna è sempre più ingombrante, è consueto che i futuri genitori temano di nuocere al feto facendo sesso. Ciò non è assolutamente vero, tuttavia è opportuno adottare posizioni in cui la donna sia in grado di controllare la profondità delle spinte. Ma fondamentale, nel corso dell’intera gravidanza così come dopo la nascita del bimbo, è che i futuri genitori (soprattutto la donna) si ricordino di essere una donna e un uomo prima ancora che una mamma e un papà.
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