Fibrinogeno alto o basso in gravidanza: quando preoccuparsi?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOvalori normali di fibrinogeno dovrebbero aggirarsi tra i 200 e 400 mg/dl, anche se si tratta di valori che non tengono conto, ovviamente, dei cambiamenti che avvengono nel nostro corpo durante la nostra gestazione. Durante la gravidanza sono infatti ritenuti normali valori fino a 700 mg/dl, con il valore minimo che si sposta anch’esso verso l’alto e si attesta intorno ai 400 mg/dl. È dunque più che normale avere valori elevati di fibrinogeno durante la gravidanza e questo, almeno finché si rimane nella forbice sopra indicata, non deve essere assolutamente motivo di preoccupazione.

Prima di addentrarci nei motivi che possono far salire i valori di fibrinogeno oltre misura durante la gravidanza, parliamo di quelli che sono invece di carattere generale. Il fibrinogeno può infatti salire quando:

  • il nostro corpo deve cercare di recuperare la normalità dopo un’ustione;
  • abbiamo delle ferite importanti in via di guarigione;
  • stiamo utilizzando dei contraccettivi orali di prima generazione;
  • soffriamo di nefrosi, ovvero di patologie che interessano i reni;
  • presenza di uno o più linfomi.

Si tratta dunque di un valore che viene monitorato con estrema attenzione anche durante la gravidanza.

Fibrinogeno alto in gravidanza: cause

Secondo la letteratura medico/scientifica a riguardo, i livelli di fibrinogeno durante la gravidanza possono superare quelli ritenuti normali (che vi ricordiamo durante la gestazione sono tra 350–400 mg/dl e 700 mg/dl) per gli stessi motivi che abbiamo riportato sopra. Nel caso in cui le vostre analisi fossero anomale, sarà il vostro ginecologo a preoccuparsi di individuare le cause dell’aumento della presenza del fibrinogeno nel sangue, per poi indirizzarvi verso le giuste terapie. Una delle cause più comuni dell’aumento del fibrinogeno in gravidanza è senza dubbio l’incremento di peso. Infatti, esiste una correlazione positiva tra livello di fibrinogeno nel sangue e indice di massa corporea, il che vuol dire che più aumenta il peso corporeo, più i livelli di questa glicoproteina tenderanno ad aumentare. Un’altra ragione per la quale si può assistere all’aumento di questa proteina nel sangue è il fumo di sigaretta. Il motivo è dovuto all’instaurarsi di un processo infiammatorio persistente a livello dei bronchi e dei vasi polmonari che sono continuamente esposti alle sostanze inalate con il fumo.

Quando il livello fibrinogeno è basso

Quando i valori di fibrinogeno diventano troppo bassi e scendono sotto la soglia dei 250–300 mg/dl durante la gestazione, dobbiamo necessariamente rivolgerci al nostro ginecologo e al nostro medico curante. Quando i valori sono infatti troppo bassi si è in genere di fronte a problemi relativamente seri. Tra i motivi più comuni troviamo sicuramente problemi a livello epatico. Tutte le patologie che attaccano il fegato tendono a ridurre la produzione di fibrinogeno e dunque la sua presenza nel sangue. Altro problema tipico è la coagulazione intravascolare disseminata, che può far pensare alla presenza di numerosi trombi nel nostro sistema cardiovascolare. Vi sono anche deficit che sono invece di origine ereditaria e che predispongono al tempo stesso alla possibilità di emorragie anche gravi.

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Ci sono rischi con il fibrinogeno troppo alto in gravidanza?

Secondo una parte della letteratura scientifica sicuramente sì, e valori che sono troppo alti devono essere immediatamente riportati all’interno dei range di accettabilità. Con valori che superano i 700 mg/dl aumenta sensibilmente infatti il rischio di distacco placentare e, purtroppo, anche di aborto. Per questo motivo il fibrinogeno è un parametro che viene tenuto sotto controllo continuamente e continuativamente durante la gestazione attraverso delle analisi del sangue: è uno degli indici dello stato di salute del nostro corpo e della nostra gravidanza. I valori di fibrinogeno dovrebbero però essere messi in relazione anche all’età della gestante. Chi sta affrontando una gravidanza in età avanzata, tenderà ad avere livelli di fibrinogeno marginalmente più alti e, nel calcolare il range di normalità, il vostro ginecologo dovrebbe tenere conto anche di questo. Per valutare la concentrazione del fibrinogeno nel sangue basterà sottoporsi ad un semplice prelievo ematico da eseguire rigorosamente a digiuno. I valori, inoltre, non possono essere considerati come attendibili nel caso in cui si sia state soggette ad una trasfusione di sangue nelle 4 settimane che precedono il prelievo.

Si può abbassare il fibrinogeno in modo naturale?

Ci sono dei piccoli accorgimenti e delle piccole correzioni al nostro stile di vita che possono permetterci di mantenere più facilmente i livelli di fibrinogeno nella normalità.

  • Evitare di prendere troppo peso durante la gravidanza. Il periodo gestazionale non deve assolutamente tramutarsi in una scusa per mangiare tutto quello che ci viene in mente;
  • Praticare attività di tipo aerobico. Questo nel caso in cui i livelli di fibrinogeno siano troppo alti;
  • Aggiungere all’alimentazione cibi ricchi di acidi grassi omega-3 e omega-6 come pesce azzurro, salmone, frutta secca, semi oleosi.

Ad ogni modo le analisi del sangue durante la gravidanza sono controllate dal vostro ginecologo e dal vostro medico, che individueranno eventuali criticità nei livelli di fibrinogeno, sia che siano troppo alti sia che siano troppo bassi, e prenderanno le dovute contromisure.

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Le malattie ereditarie del sangue e la gravidanza

Esistono tre tipi principali di malattie legate alla produzione di fibrinogeno che possono comportare dei rischi per le donne in gravidanza.

  1. Afibrinogenemia: è una malattia ereditaria rarissima che comporta l’incapacità del corpo di produrre fibrinogeno. I sintomi sono improvvise emorragie, anche gravi, seguite da periodi senza disturbi.
  2. Ipofibrinogenemia: è un’altra malattia ereditaria molto rara che ha gli stessi sintomi della afibrinogenemia, che però si presentano in modo meno grave.
  3. Disfibrinogenemia: è la terza malattia ereditaria legata al fibrinogeno: mentre le due malattie precedenti si scoprono facendo l’esame quantitativo della proteina sangue, questa malattia va ricercata attraverso l’esame qualitativo, che va a valutare l’attività e la funzionalità del fibrinogeno. Con la disfibrinogenemia, infatti, il corpo è in grado di produrre le molecole di fibrinogeno, ma le produce imperfette e poco funzionanti: la coagulazione può avvenire in ritardo o in maniera incompleta, formando coaguli che non sono abbastanza forti per fermare le emorragie.

Queste tre patologie influenzano la gravidanza in vario modo:

  • possono portare ad un sanguinamento del cordone ombelicale, con rischi per la salute sia del feto sia della mamma in attesa;
  • possono causare emorragie anche gravissime prima, durante e dopo il parto;
  • causano emorragia delle mucose;
  • aumentano molto il rischio di perdere il bambino entro la settima settimana di gravidanza;
  • possono causare gravi emorragie anche al momento di effettuare l’anestesia epidurale e l’anestesia totale.

Chi soffre di queste malattie legate alla produzione del fibrinogeno va seguita dall’inizio della gravidanza fino a dopo il parto.

Altre patologie connesse a fibrinogeno e gravidanza

Coagulazione intravasale disseminata (CID): la CID è una patologia molto pericolosa che consiste in una veloce coagulazione del sangue all’interno dei vasi sanguigni di tutto il corpo, ma senza che vi sia necessariamente una ferita: questo causa ostruzioni dei vasi sanguigni in modo disseminato ed emorragie difficili da arginare. La CID può risultare mortale e si verifica a seguito di alcune condizioni:

  • morsi di serpenti e ragni velenosi che nel veleno contengono una tossina che fa coagulare il sangue;
  • ustioni;
  • malaria;
  • traumi molto gravi;
  • infezioni molto gravi e diffuse (sepsi);
  • alcuni tipi di tumore (ad esempio la leucemia);
  • complicazioni durante il parto, sia naturale che cesareo.

Quello che succede durante il parto è di per sé molto faticoso e traumatico nel corpo: in caso di parti complicati, si può verificare la CID. Un livello troppo basso di fibrinogeno presente nel sangue della donna, associato alle lesioni del parto naturale e del parto cesareo, possono dare origine a questa temibile complicazione. I sintomi comprendono agitazione improvvisa e aritmia, sanguinamenti delle vie urinarie o vere e proprie emorragie, pallore e labbra viola, comparsa di puntini rossi (petecchie) e di ematomi più o meno estesi sotto la pelle.

Eclampsia: si tratta di una serie di convulsioni che avvengono entro 48 ore dal parto e che non hanno origine cerebrale: prima della eclampsia, nella fase chiamata appunto pre-eclampsia, la donna soffre di ipertensione, nelle sue urine sono presenti proteine e il livello di fibrinogeno è molto basso (100 milligrammi per decilitro o meno).

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