Al momento della donazione, è consigliabile essere a digiuno da qualche ora oppure, se non è proprio possibile presentarsi a stomaco vuoto, è bene aver assunto un pasto comunque leggero, privo di grassi e zuccheri. È necessario aver introdotto una sufficiente quantità di liquidi onde non essere disidratati, prima del prelievo viene compilato un questionario anamnestico riguardo alla storia clinica remota e recente dall’ultima donazione, o comunque gli ultimi 4 mesi, dopodiché il donatore viene sottoposto alla quantificazione dell’emoglobina tramite punzione di un dito della mano ed esame spettrofotometrico della goccia di sangue fuoriuscita.
Segue poi un colloquio con un medico della sezione con cui viene commentato il questionario, viene misurata la pressione arteriosa ed auscultati il cuore ed i polmoni, dopodiché si può accedere alla sala prelievi.
Una donazione di sangue intero dura circa 15 minuti; una di plasma ne dura circa 45 ed una di piastrine poco di più. La durata della donazione di plasma è maggiore di quella del sangue intero a causa del procedimento di estrazione del plasma dal sangue: la cannula (l’ago che viene inserito in vena) è collegata ad un separatore cellulare in cui una centrifuga separa la parte più liquida, il plasma appunto, dai globuli rossi. Tale macchina esegue normalmente tre cicli di prelievo-separazione-reinfusione; in ciascuno sono processati circa 450 ml di sangue. Il plasma viene immesso in una sacca, la restante parte processata (globuli rossi concentrati e il plasma non separato) viene reintrodotta nell’apparato circolatorio nel donatore attraverso la stessa cannula. Per la donazione di plasma è incoraggiato lo stringere ritmicamente con la mano una pallina di gommapiuma per favorire il ritorno venoso garantendo un regolare funzionamento del separatore cellulare; è comunque presente un avviso sonoro quando il flusso di sangue si riduce sotto determinati valori.
Tramite una gestione con codici a barre, viene tracciata la singola donazione, identificando la sacca di sangue, l’apparecchio di emotrasfusione impiegato, il tesserino dell’Infermiere e del donatore.
In questo modo, è informatizzata la registrazione del gruppo sanguigno e della data di donazione, che permettono di controllare:
- l’impiego di sangue di un gruppo compatibile col ricevente;
- non oltre il tempo massimo utile per la conservazione delle sacche e la trasfusione;
- il rispetto del tempo minimo di 3 mesi, previsto per legge, tra una donazione e la successiva;
- la disponibilità in tempo reale di sangue presso ogni centro, per ottimizzare la raccolta e l’impiego in base alla domanda.
Al termine del processo, per compensare la parte liquida tolta, potrebbe essere infusa nel donatore della soluzione salina, ma nella pratica si consiglia semplicemente di bere dei liquidi. Non prelevando componenti cellulari, la donazione di plasma risulta di impatto praticamente nullo sull’efficienza fisica del donatore; può pertanto essere eseguita ad intervalli ridotti (anche soli 14 giorni) ed è particolarmente indicata a donne in età fertile, in quanto non riduce il contenuto di ferro del sangue.
La richiesta di questo emoderivato è molto maggiore rispetto al sangue intero poiché il suo campo di applicazione è molto vasto.
Le donazioni sono in genere indolori e prevedono un ristoro finale. Ai lavoratori dipendenti, inoltre, viene riconosciuta in Italia per legge una giornata di riposo retribuita.
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Le condizioni per la donazione in Italia
Le condizioni necessarie per essere donatore sono:
SANGUE INTERO
- età: compresa tra i 18 e i 65 anni. È possibile donare prima della maggiore età solo in situazioni particolari, dopo parere medico e autorizzazione da parte di chi esercita la patria potestà sul minore. I donatori abituali in buona salute possono continuare a donare anche oltre i 65 anni. L’età massima per la prima donazione è di 60 anni, posticipabile dal medico. Negli USA è possibile la prima donazione già a 17 anni; in Brasile anche a 16, con il consenso di chi esercita la patria potestà.
- massa: uguale o superiore ai 50 chili;
- pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/minuto;
- pressione arteriosa: tra 14,66 e 24 kPa (sistolica o massima), tra 8 e 13,33 kPa (diastolica o minima).
- emoglobina: non inferiore a 12,5 g/dL nelle donne ed a 13,5g/dL negli uomini
PLASMA DA AFERESI
- età: compresa tra i 18 ed i 60 anni; dopo i 60 anni, la plasmaferesi è consentita solo occasionalmente
- peso, pressione arteriosa, polso: stessi requisiti del sangue intero
- protidemia: non inferiore ai 6 g% e quadro elettroforetico non alterato
- emoglobina: non inferiore a 11,5 g/dL nella donna e 12,5 g/dL nell’uomo
In generale Inoltre è necessario:
- avere un buono stato di salute:
- non essere affetto da gravi malattie/patologie croniche;
- non aver avuto malattie nei 15 giorni precedenti il prelievo
- non aver assunto antibiotici nei 5 giorni precedenti il prelievo;
- non aver subito estrazioni dentarie nei 7 giorni precedenti la donazione;
- non aver subito interventi chirurgici o endoscopie nei 4 mesi precedenti il prelievo.
- non seguire comportamenti a rischio:
- non essere stato esposto al rischio di malattie trasmissibili (non aver effettuato tatuaggi/piercing negli ultimi 4 mesi);
- non fare uso di droghe pesanti né uso continuato di droghe leggere;
- non avere soggiornato per oltre sei mesi nel Regno Unito nel periodo dal 1980 al 1996;
- che sia passato un anno dalla gravidanza (il parto).
Dopo la donazione
La legislazione italiana (Legge 21 ottobre 2005, n. 219) prevede una giornata di riposo retribuita per chi ha effettuato una donazione. Tale norma, adottata anche da altre nazioni europee per incentivare maggiormente i potenziali donatori, è comunque di carattere precauzionale e viene normalmente disattesa dai donatori lavoratori autonomi, che dopo la donazione in genere effettuano una normale giornata di lavoro. Risulta però importante per chi svolge lavori pesanti, pericolosi o che richiedano particolare attenzione: conducenti di camion, aerei, treni, pompieri, quanti lavorano su impalcature, eccetera. Per quanto riguarda gli studenti, invece, l’assenza causata nella giornata della donazione è giustificata e, sotto presentazione di un certificato medico, le ore di assenza non vengono conteggiate.
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