Il fibrinogeno è il nome con il quale si indica una proteina che fa parte del plasma. È conosciuta anche come Fattore I, fibrinogeno attivo e antigene del fibrinogeno. Il nome significa letteralmente “produttore di fibrina”. Infatti, per permettere la coagulazione del sangue, la trombina si trasforma il fibrinogeno in fibrina, dando inizio al processo di coagulazione.
Il fibrinogeno è una sostanza prodotta dal fegato e dal tessuto endoteliale, ossia dal tessuto che ricopre la superficie interna di:
- vasi sanguigni
- vasi linfatici
- cuore, come ventricoli, atri e vasi sanguigni cardiaci
Il fibrinogeno ricopre due ruoli fondamentali per il processo di omeostasi, quindi nell’arresto delle emorragie:
- favorisce l’aderenza delle piastrine alle pareti dei vasi sanguigni
- trasforma la fibrina per favorire la coagulazione
I valori nella norma del fibrinogeno vanno da 200 milligrammi per decilitro, fino a 400 milligrammi. Nelle donne, il valore massimo può essere leggermente più alto.
I livelli di fibrinogeno si valutano con le analisi del sangue e in particolar modo con il test del tempo di protrombina. Con il tempo parziale di protrombina, invece, vengono valutate tutte le altre attività di molti fattori che concorrono alla coagulazione.
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Qual è la funzione del fibrinogeno?
La funzione del fibrinogeno è quella di intervenire sia nell’emostasi primaria favorendo l’adesione e l’aggregazione delle piastrine alla parete vasale, dopo esposizione del collagene sotto endoteliale, sia nell’emostasi secondaria, dopo attivazione della cascata coagulativa.
Quali sono i valori di riferimento del fibrinogeno?
I livelli normali di fibrinogeno si attestano tra 150 e 400 mg / dl con un valore medio che oscilla intorno ai 225 mg / dl.
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